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POLITICA E SOCIETÂ. Tagli, c'è anche la scuola: meno 47% per le paritarie

Pier Luigi Fornari mercoledì 27 ottobre 2010
Non finiscono purtroppo le sorprese negative nella sessione di bilancio avviata nelle commissioni della Camera. Ieri nel dibattito avviato nella commissione Cultura è emerso un taglio molto pesante per le istituzioni scolastiche non statali: la cifra prevista dalla legge di stabilità per 2011 è di appena 281,2 milioni di euro con una sforbiciata addirittura di 253 milioni, pari a ben il 47% in meno rispetto all’importo annuale originariamente stanziato (dal 2000) di 534 milioni di euro. Molti meno – 129 milioni, il 31% di taglio – anche rispetto ai largamente insufficienti 410,1 milioni previsti per il 2010 e destinati – secondo gli impegni assunti dal ministro competente – a essere rimpolpati per evitare la crisi del servizio alle famiglie e il rischio di chiusura degli istituti. Da notare che il finanziamento della scuola non statale si inserisce all’interno della complessiva "missione istruzione scolastica", che scende da 44 miliardi e 136 milioni a 42 miliardi e 30 milioni, con una flessione del 5%, molto meno pronunciata di quella subita dalla scuola libera inserita nel sistema pubblico di istruzione (e "portatrice" di ben 6 miliardi di risparmi per lo stesso) che risulta penalizzata molto di più del cosiddetto taglio lineare del 10%. «Sono esterrefatta – commenta la esponente dell’Udc Luisa Capitanio Santolini – capisco le difficoltà economiche ma altri Paesi europei come Germania e Spagna hanno risparmiato la cultura e la sua diffusione tra le nuove generazioni nelle loro rimodulazioni della spesa pubblica, si tratta infatti di un investimento indispensabile per la crescita futura. In questo modo le famiglie, che vedono ridursi anche pesantemente i fondi a disposizione della Presidenza del Consiglio a loro indirizzate, sono penalizzate due volte». In commissione Cultura alcune critiche alla legge di bilancio sono state avanzate anche da una deputata della maggioranza, la pidiellina Gabriella Carlucci. In commissione Affari sociali un altro parlamentare del partito del premier, Domenico Di Virgilio, ha chiesto la rimodulazione di alcune voci che stanno colpendo il Welfare, come l’azzeramento del fondo per la non autosufficienza. L’Udc che oggi terrà una conferenza stampa sui tagli al Welfare, ha scelto di presentare direttamente gli emendamenti nella Bilancio. Il termine per la consegna scade venerdì. La capogruppo del Pd in Affari sociali, Livio Turco, si è impegnata a «proseguire la battaglia» del suo partito contro questo stato di cose. Sempre per il Pd, Margherita Miotto sfida gli esponenti dell’esecutivo a dare spiegazioni alla conferenza sulla famiglia di novembre a Milano, commentando «il taglio dell’80% delle risorse stanziate dal centrosinistra». In commissione Lavoro Luigi Bobba, dello stesso gruppo, ha tra l’altro lanciato l’allarme sulla riduzione della missione "Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti", scesa dalla previsione assestata del 2010 di 16,32 milioni di euro a 1,79 milioni.Dal dibattito nella commissione Bilancio, però, sembra sia venuto qualche segnale dell’avvio da parte del governo di una riflessione sull’azzeramento del Fondo per la non autosufficienza. Si presentano comunque problemi tecnici anche per le limitate possibilità di emendabilità della legge di stabilità. Quindi è ipotizzabile che l’eventuale recupero possa avvenire nel cosiddetto decreto "mille proroghe" da varare a fine anno. Una prova che si possa intervenire già nella legge di stabilità, tuttavia, è venuta dalla commissione Attività produttive, dove all’unanimità e con il parere favorevole del governo, è stato approvato un emendamento di Elisa Marchioni del Pd, che stanzia 45 milioni di euro per il rilancio del turismo attraverso la promozione del marchio Italia nel mondo. Ci sarà una analoga volontà politica per modificare le numerose voci del Welfare che, dal Fondo per i non autosufficienti alla ricerca nella sanità pubblica, dalla social card alla famiglia, sono stati radicalmente ridimensionati quando non azzerati?