Chi è l'autista Ousseynou Sy. «Voglio vendicare i morti in mare»
Senegalese di origine ma cittadino italiano, Ousseynou Sy, l’autista dell’autobus che ha sequestrato e minacciato un’intera scolaresca, è in Italia dal 2004. Separato e con due figli, di 12 e 18 anni, l’uomo che vive a Crema è ora accusato di sequestro di persona, strage, incendio e resistenza.
La procura di Milano effettuerà anche una serie di verifiche per capire come l’uomo, con precedenti per molestia sessuale e guida in stato di ebbrezza, potesse svolgere l’attività di autista di bus. Secondo quanto ricostruito, Ousseynou Sy fu trovato in stato di ebbrezza alla guida di un’auto a Brescia nel 2007 e gli fu sospesa la patente. L’uomo aveva cominciato una quindicina di anni fa a lavorare ad Autoguidovie. Prima come addetto alle pulizie poi, in considerazione del suo buon comportamento sul lavoro, era diventato conducente dei mezzi.
Una vita passata in sordina, quella di Paolo, come tutti lo chiamavano, fino a ieri mattina. I colleghi ricordano la sospensione della patente ma lo descrivono come una persona cordiale, mai sopra le righe, anche se «aveva avuto dei problemi familiari pesanti» per via della separazione dalla ex moglie alla quale erano stati affidati i figli. «Ogni tanto i figli venivano a casa sua», racconta una vicina. «Abita qui da cinque anni – prosegue la donna –, mai avuto un problema, anzi, era un gran lavoratore. Tutte le mattine si svegliava prestissimo per andare al lavoro».
Gli autisti colleghi di Sy raccontano che l’uomo è nato in Francia e risiede a Crema da tempo. Si dicono “costernati” per quanto accaduto: «Era stato denunciato da una ragazza per molestie, ma era stato assolto con formula piena, tanto che aveva chiesto dei danni ma non aveva mai visto un euro perché quella ragazza non aveva niente».
In realtà, spiega il pm, era stato condannato a un anno con sospensione della pena. Il barista della stazione di Crema ha raccontato che ieri mattina, quando è entrato nel locale e prima di entrare in servizio, Ousseynou Sy era «tranquillissimo » e che l’uomo gli ha semplicemente detto: «Porto i ragazzi in palestra e torno». L’uomo, che è rimasto ustionato per appiccare le fiamme all’autobus, dopo essere stato medicato in ospedale è stato poi interrogato ieri sera per ricostruire quanto accaduto. L’inchiesta è affidata al pm Luca Poniz. Il fatto che l’uomo abbia appiccato il fuoco all’autobus, fa ritenere che sia un gesto 'organizzato, premeditato', spiega il procuratore capo di Milano, Francesco Greco.
Voleva fare una strage di ragazzini, ieri mattina, Ousseynou Sy. Ha dirottato l’autobus, bloccato le porte, legato le mani ad alcuni e si è anche fermato tre volte. Parolacce, minacce, insulti (anche una pistola e un coltello, elementi però non confermati dagli investigatori), la benzina sparsa sul bus, le fascette elettriche che legavano i polsi di alcuni compagni e i telefoni sequestrati (non tutti): Alcuni alunni raccontano che continuava a dire che «le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini». «Ci ha ammanettati e ci minacciava. Diceva che se ci muovevamo, versava la benzina e accendeva il fuoco. Continuava a dire che le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini.
Poi i carabinieri ci hanno salvati». Adam e Sami, di 13 anni, alunni della scuola media di Crema che ieri mattina si trovavano sul bus dirottato e dato alle fiamme raccontano che «diceva di voler vendicare le sue tre figlie morte, e per questo togliere la vita a tutti noi».