Ferrara. «Voglio morire a casa mia». E in ospedale scatta la colletta
.
L’ultimo desiderio di Muhammad (è un nome di fantasia) era di riuscire a tornare a casa, in Pakistan, prima che la terribile malattia di cui soffriva avesse ragione di lui. E morire circondato dall’amore dei suoi cari. Ricoverato all'ospedale Sant'Anna di Ferrara, a Muhammad è stata diagnosticata una patologia che, per i medici, non lasciava speranza. Il paziente ha rivelato la sua ultima volontà al compagno di stanza, un cittadino di origine libanese.
È stato proprio quest’ultimo a rendersi protagonista di un gesto encomiabile: una raccolta fondi che permettesse a Muhammad di partire per il Paese asiatico nel più breve tempo possibile. Il paziente libanese ha pensato di mobilitare per la colletta prima di tutto la cerchia più stretta dei suoi amici, quelli della sua comunità. Che hanno risposto in tempi rapidissimi.
Ma alla raccolta hanno voluto partecipare anche tutti i sanitari del reparto dove Muhammad era assistito. Questa storia di generosità risale al mese di febbraio ma è stata resa nota soltanto adesso dall’Ausl del capoluogo «per volere del donatore e per tutelare la persona coinvolta», hanno spiegato dall’ospedale; un episodio che «racconta un mondo fatto di incontri, di integrazione, di generosità e di amore per il prossimo».
Così il nosocomio ferrarese ha ricostruito l’accaduto: a Muhammad, «ricoverato in una delle degenze del Dipartimento medico del Sant’Anna, era stata diagnosticata una malattia gravissima con prognosi infausta». Il paziente «non aveva però i mezzi per poter rientrare nel proprio Paese, per poter essere assistito dalla famiglia quando la malattia prenderà il sopravvento e per morire vicino ai suoi affetti». Ed è qui che è entrato in gioco «il grande cuore della comunità libanese e dei sanitari del Sant’Anna».
Il compagno di stanza di Muhammad, «paziente che ha espressamente richiesto di rimanere nell’anonimato - viene precisato in una nota dell’ospedale - capisce quale strazio possa racchiudersi nel cuore del suo vicino di letto e lancia una campagna di raccolta fondi all’interno della piccola comunità libanese».
Alla colletta, «in maniera spontanea, si unisce tutto il personale del reparto di degenza, e in 48 ore vengono raccolti non solo i fondi necessari per l’acquisto del biglietto aereo, ma anche quelli per l’acquisto di vestiti, biancheria e altri oggetti necessari al trasferimento. Grazie anche alla presenza della mediatrice culturale che si è occupata pure di organizzare il rientro, con l'aiuto di altre figure istituzionali si è realizzato un piccolo miracolo: 1.300 euro raccolti nel giro di poche ore - chiosano dal Sant’Anna - fanno la differenza tra l’essere indifferenti e restare umani». Una differenza sostanziale, che ha permesso a Muhammad di vivere i suoi ultimi giorni serenamente.