Attualità

Israele-Hamas. Poesie, preghiere, pensieri: ecco le vostre #vocidipace / 2

lunedì 16 ottobre 2023

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La ferita della nuova, drammatica crisi mediorientale ci riguarda e interpella nel profondo. In occasione della Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione promossa dalla Chiesa italiana per il 17 ottobre Avvenire vuole raccogliere e far risuonare tutte le #vocidipace: mandaci la tua a vocidipace@avvenire.it o sui nostri canali social. QUI DI SEGUITO LE MAIL CHE SONO ARRIVATE DA SABATO 14 A LUNEDÌ 16 E I NOMI DEGLI UTENTI CHE SONO INTERVENUTI SUI NOSTRI SOCIAL.

Il link ai messaggi precedenti

Preghiera dei figli di Abramo

O Signore nostro Dio,

fonte della vita e della pace,

Tu hai donato ad Abramo Isacco

figlio di Sara,

figlio del tuo sorriso,

figlio che tu hai salvato dall’olocausto,

perché la sua discendenza si moltiplicasse

e diventasse una benedizione per tutte le nazioni della terra.

Tu hai donato ad Abramo anche Ismaele,

figlio di Agar,

figlio del tuo ascolto,

perché, quando era stato scacciato nel deserto,

tu hai ascoltato la sua voce

e lo hai fatto diventare una grande nazione sulla terra.

Dio dell’Alleanza,

fa’ che anche noi oggi ascoltiamo la tua voce

e ritroviamo la via della pace;

fa’ che non induriamo il cuore

e crediamo alla tua antica promessa;

fa’ che Isacco e Ismaele si riconoscano come fratelli

e ritornino a giocare insieme nel banchetto del Tuo regno,

per la consolazione del nostro padre Abramo

e la gioia di tutte le nazioni della terra.

Amen.

Daniele Fortuna


Il regalo più bello che possiamo farci è volersi bene e riconoscersi con un cuore fatto per amare. Questo ci aiuta a guardare gli altri allo stesso modo, con una simpatia profonda, perché il bene è insito nel cuore dell’uomo, anche di chi apparentemente ci sembra così lontano e così diverso.

Luciana R


Sono una evangelica battista. Mi unisco a voi nella richiesta di pace in Palestina!

Carla


Il regalo più bello che possiamo farci è volersi bene e riconoscersi con un cuore fatto per amare. Questo ci aiuta a guardare gli altri allo stesso modo, con una simpatia profonda, perché il bene è insito nel cuore dell’uomo, anche di chi apparentemente ci sembra così lontano e così diverso.

Luciana R


Volevo solo dire che, nonostante la imperante disperazione presente, è decisivo riconoscere l’umano anche nel nemico. Il Vangelo stesso ci dice di amare i nemici e vivere in ogni caso per il bene di chi è vicino. Lo so che è difficilissimo ma è la sola strada che conduce alla pace.

Aldo Timolati


Premetto che non professo alcuna fede. Ma sono ammirato, e direi in piena sintonia, con l’opera che la Chiesa sta portando avanti in nome della pace e le mirabili iniziative di papa Francesco. Per questo martedì 17 ottobre osserverò il digiuno e dedicherò le mie riflessioni al tema delle guerre, con la speranza che questa sinergia spirituale così messa in moto produca dei frutti positivi, non foss'altro nell'allargare sempre più le schiere di quanti effettivamente ripudiano ogni forma di violenza, da chiunque esercitata. Grazie per la vostra iniziativa e per la tenacia con cui proseguite nella vostra missione.

Via mail


Pace vera, duratura

No odio.

Orietta


“ Shalom, Salam… Shalam… Pace” (anche se ora è una tragedia) Shalam sarà la nuova parola di pace tra noi la canteremo e la danzeremo tutti insieme quando saremo stanchi di odio, di guerra e di morte. Scoppierà la pace su questa terra dei figli di Abramo e allora ci abbracceremo dicendoci: Shalam Alekem! Pace a voi! Il DIO di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il DIO di Ismaele, è l’unico DIO, Padre nostro e Padre di tutti. Shalam, Abramo è il papà di Ismaele e di Isacco e noi siamo tutti fratelli. ALLAH’ e JAHVE’ è Uno, e il suo nome è Misericordia, Perdono, Amore, Pace. Viviamo tutti sulla stessa madre Terra, viviamo sotto lo stesso cielo, beviamo all’unica acqua, abbiamo lo stesso sole, lo stesso vento. Finiremo tutti sotto 1½ m. di terra e se ci amiamo vedremo Dio. Shalam, il Dio della pace è dentro di noi e si manifesta con la pace e l’ospitalità, senza bombe né spari, via le armi via il terrore, gli odi e le vendette, via le stragi, via i muri. I figli di Abramo, Ismaele e Isacco e i figli dei figli si sono dati la mano, hanno danzato e cantato insieme, hanno gioito, è scoppiata la pace: SHALOM ... SALAM ... SHALAM !

Mario Marino


Salmo 119

Troppo io ho dimorato
con chi detesta la pace.

Io sono per la pace,
ma quando ne parlo, essi vogliono la guerra.

Ada


Crediamo nella parola pace,

quando ci veglia con le prime luci dell'alba. Ci vestiamo, la preghiamo ed usciamo di casa.

La leggiamo in una vetrina di negozio. In un volto che, come in una poesia, diventa miliardi di volti in giro per il mondo.

Crediamo nella parola pace,

quando cantiamo a voce bassa davanti ai giardini, agli alberi.

Quando preghiamo davanti agli ospedali. Quando leggiamo nelle biblioteche delle città.

Ecco ci appare sul lavoro, da una finestra, dipinta in una nuvola.

Ora squarcia il velo della guerra, dell'odio e del dolore dai continenti.

Crediamo nella parola pace

quando la vediamo nei bambini, negli anziani. Negli uomini che proteggono i propri figli dalla violenza insensata.

La cantiamo di sera in tutte le lingue del mondo, con le donne che abbiamo visto piangere.

Ora sappiamo che la dobbiamo insegnare e pregare ovunque. Perché la pace siamo noi.

Antonietta Gnerre


Oltre il razionalismo

Un paio di giorni fa ho ascoltato un’intervista di un mio confratello presbitero che affermava il diritto di Israele a difendersi, a prendere le armi. Anzi, sarebbe ipocrita affermare il non prendere le armi per legittima difesa, come sarebbe immorale affermare “Tacciano le armi”. Non voglio entrare nel merito di questo mio confratello, ne risponderà davanti a Dio e alla sua coscienza. Eppure, ciò che mi ha colpito e ciò che ancora mi colpisce di queste, come di tante altre affermazioni, è la comune radice della legge dell’identità. Tutto ciò che possiamo spiegare razionalmente, secondo il diritto, secondo la morale, secondo tutte le possibili giustificazioni che possiamo apportare, fa sempre germogliare odio, ingiustizia, oppressione, rancore e terrorismo. Per noi, filo occidentali, ci riesce ancora facile parlare in maniera razionale, lontano dalle bombe e dalle sirene, lontano dai massacri e dalla polvere che lascia a terra centinaia di corpi. Perché la guerra colpisce razionalmente e, nella sua razionalità, non guarda in faccia a nessuno. Questa razionale indifferenza, a cui ci stiamo abituando, è un modo di pensare che preserva solo ciò che è identico a se stesso, mentre il diverso è tutto ciò che non esiste e non ha diritto di esistere. Ogni guerra nasce nel momento in cui penso che chi è diverso da me, chi non rientra nelle mie logiche, sia semplicemente colui che non esiste. Per cui ciò che ci sembra assurdo, come la guerra, ha questa radice nello scarto dell’altro, del diverso in tutte le sue forme e sfaccettature. Per cui la pace è costruzione di diversità, pluralità, possibilità di ritrovare una radice comune, di riconoscere il debito esistenziale che abbiamo per il solo fatto di essere al mondo, senza merito, ma solo perché altri hanno creduto che fosse possibile per noi vivere. Questa è la radice spirituale che ci riannoda a quel Dio, declinato in ogni fede e in ogni credo, che ci fa essere in debito gli uni gli altri, gareggiando nello stimarci a vicenda (cfr. Rm 12,10), tracciando vie di pace.

Matteo Losapio

Il popolo – tutti i popoli – chiedono solo una cosa - PACE

Via mail


Mancano grandi statisti che comprendano che la guerra va fermata subito ed in cambio investire in ricostruzione, grossi aiuti economici alle popolazioni vittime di Hamas ma anche della peggiore politica espansiva e schiavista di Netanyahu. Soldi e benessere per isolare Hamas. L'Italia è un esempio, è stata grandissima e lungimirante nel mantenere la pace con la popolazione del Südtirol.

Giovanni


Salmo 125

Coloro che confidano nel Signore sono come il monte Sion:
non vacilla, è stabile per sempre.
Gerusalemme: i monti la circondano,
così il Signore circonda il suo popolo
da ora e per sempre.

Certo non riposerà lo scettro della malvagità
sull’eredità dei giusti,
perché i giusti non tendano le mani
a compiere il male.

Sii buono, Signore, con i buoni
e con i retti di cuore.
Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi
il Signore li associ ai malfattori.
Pace su Israele!

Ivana e Marco


«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta» (Lc 21, 20-22). Le parole profetiche di Gesù sembrano disegnare quanto accade oggi in Terra Santa. “Israele” significa “lottare con Dio”. Non con armi fisiche contro un nemico visibile, ma brandendo l’arma del bene per debellare un nemico invisibile: il male che alberga in noi. E che, misteriosamente, carsicamente, riaffiora sfigurando l’umanità. Sicché - scrive san Paolo ai Romani - «io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio». Che è un veleno - odio e conflitti - che serpeggia e aleggia dentro e intorno a noi. Ma Dio lotta con noi per schiacciare e scacciare il male che ci avvelena. Perché è “Emmanuele”. Cammina sempre con noi. Sebbene, ingrati, non lo riconosciamo nell’altro, nel Creato. Ogni giorno, tutti, uomini e donne di «ogni nazione, razza, popolo e lingua» (Ap 7, 9) - vestendo il candido abito dell’amore - siamo convocati e invitati dal Signore al Banchetto nuziale della Pace. Che ci regala la bellezza dell’incontro, spezzando e condividendo, alla mensa della Pace, il pane della vita. L’uomo sia, oggi, architetto di Pace. Artigiano di speranza. Che è il coraggio di guardare, affrontandola, la realtà. Atroce, amara. Cessino i conflitti in Medio Oriente, in Ucraina, nel mondo. La luce dell’amore vinca le tenebre del terrore. Dell’orrore. Il fragore e la potenza devastante delle armi vengano soffocati da una perseverante preghiera, da una silenziosa adorazione, da una feconda astinenza dal male, da un semplice digiuno dall’effimero, dalla forza tenace del dialogo. Dallo sguardo stupito di un bambino. Che, attonito, contempla con occhi incantati il mondo. E con coraggio e speranza canta:

“E questo corpo enorme che noi chiamiamo Terra

Ferito nei suoi organi dall’Asia all’Inghilterra

Galassie di persone disperse nello spazio

Ma quello più importante è lo spazio di un abbraccio

Di madri senza figli, di figli senza padri

Di volti illuminati come muri senza quadri

Minuti di silenzio spezzati da una voce [...]

Non mi avete fatto niente, non mi avete tolto niente […],

non avete avuto niente

Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre

C’è chi si fa la croce, chi prega sui tappeti

Le chiese e le moschee, l’Imam e tutti i preti

Ingressi separati della stessa casa

Miliardi di persone che sperano in qualcosa

Braccia senza mani, facce senza nomi

Scambiamoci la pelle in fondo siamo umani

Perché la nostra vita non è un punto di vista

E non esiste bomba pacifista […]

Cadranno i grattacieli e le metropolitane

I muri di contrasto alzati per il pane

Ma contro ogni terrore che ostacola il cammino

Il mondo si rialza col sorriso di un bambino”

(Ermal Meta & Fabrizio Moro, “Non mi avete fatto niente” 2018)

Vito Melia


Aderisco con il cuore sofferente per tanta crudeltà presente in tante persone. Che la pace sia tra tutti noi al più presto.
Giovanna

La PACE è un ago senza punta che ricuce, con pazienza, le ferite della mente, del cuore e delle membra.

Marco, Isola della Scala (VR)


Lordi di sangue sure e salmi,

e ogni preghiera è bestemmia

a legittimare macabre

danze di armi.

E il tuo grottesco

simulacro d'umanità

si erge sinistro

famelico e ferino

ove naufraga ragione

Svendendo dignità.

Belluino il tuo grido

fa a brani la Parola,

deforma Scrittura e la svuota

nell'inesorabile naufragio

di ogni possibile

pietà

Da tempo mi sono convinta che senza un cambiamento interiore, spirituale o morale che lo si voglia chiamare, etico; senza mettere in gioco la propria coscienza che si riflette all'esterno e poi torna in se stessa cambiata, non abbiamo molte speranze in un mondo zuppo di odio e di mancanza di reali prospettive di vita e di pace. I fatti degli ultimi giorni, l'orrore cui stiamo assistendo e gli "schieramenti" assurdi e immorali che vedono contrapporre vite a vite, bambini ad altri bambini, orrori ad orrori, mi riempiono di sgomento, ai momenti di rabbia e di indignazione è subentrata una costante sofferenza interiore, che non può essere placata o messa in comune con le parole, o con azioni troppo "rumorose". C'è già troppo rumore intorno. Condivido quindi con convinzione l'iniziativa di una giornata di digiuno e preghiera, e spero che sia la più diffusa possibile.

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Aderisco con tutto il cuore alla giornata di digiuno e preghiera per la pace e la riconciliazione nella Terra in cui Dio ha stretto la nuova ed eterna Alleanza con l’umanità nel Sangue del Figlio Unigenito (la prima Alleanza l’aveva stretta sul Sinai).

Provo un dolore intollerabile e, lo confesso, uno sdegno feroce per lo scempio commesso da terroristi sabato scorso, che, in effetti, è solo l’ultimo episodio di un pluridecennale rifiuto di riconoscere il diritto di Israele di esistere come Stato sovrano. Mi angoscia lo sgomento di persone come Angelica Calò Livne, una vita dedicata ad educare alla pace.

Vorrei tanto vedere migliaia, meglio ancora milioni di arabi e musulmani, in tutto il mondo, manifestare in favore della pace con Israele, sventolando bandiere palestinesi ed israeliane e ripudiando i terroristi; vorrei vedere i Governi arabi e musulmani esprimere solidarietà ad Israele e dichiarare che i terroristi non li dissuaderanno dallo stringere o mantenere relazioni diplomatiche ed amichevoli con Israele. Se accadesse, Hamas e soci verrebbero isolati ed Israele si sentirebbe meno in pericolo e sarebbe molto più facile evitare il ricorso alla forza militare per ristabilire pace e sicurezza entro i suoi confini.

Vorrei vedere un’educazione alla pace di tutti i bambini ed i giovani, in ogni parte del mondo, perché diventi inconcepibile per chiunque commettere atrocità come quelle del 7 ottobre e considerarle un atto di liberazione nazionale. Vorrei vedere i bambini e ragazzi di Gaza liberi, liberi di coltivare il bene e costruire un futuro di pace.

Vorrei vedere gli assassini e stupratori pentiti del male commesso, perché anche loro sono stati creati da Dio a Sua immagine e somiglianza e per loro come per me il Signore Gesù ha versato il Suo Sangue.

Non so se vivrò abbastanza da vedere i due Stati per i due popoli, in pace in quel piccolo angolo di Terra (ero bambina quando Begin e Sadat conclusero il trattato di pace fra Egitto ed Israele ed ho vissuto nella mia giovinezza tutte le speranze di Oslo e l’atroce delusione della seconda intifada): dopo quanto è accaduto ci vorrà molto tempo e molto lavoro anche solo per riportare il livello di fiducia reciproca, ma soprattutto quella degli israeliani nei confronti dei loro vicini, al punto in cui era la sera del 6 ottobre.

Posso solo pregare e digiunare, implorando la misericordia del Signore, Cui nulla è impossibile, e l’intercessione della Sua Santissima Madre.

Annalisa Ferramosca, Bologna


La nostra cara madre Celeste a Medyugorie per 40 anni ci ha ripetuto che con la preghiera e il digiuno si possono fermare anche le guerre.Ora e' arrivato il momento di unirci e chiedere il dono della pace.

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Chiedere la pace, costruirla con mitezza, difenderla con zelo non è da ingenui.

Annalisa


La pace e un atteggiamento del cuore, è apertura e uguaglianza

È una scelta,

Uno stile di vita,

Un impegno quotidiano nella vita semplice di ognuno di noi.

È conversione del cuore verso l'amore incondizionato per il mondo e gli uomini tutti e verso Dio che di tutto è Signore e Creatore.

Sara


La pace non è soltanto una conquista che si ottiene sconfiggendo chi ha provocato la guerra, è soprattutto una condizione nella quale l'umanità conserva l’ordine naturale del creato nel rispetto di ogni persona. La pace, pertanto va costruita pazientemente giorno dopo giorno con il contributo di ognuno a partire dalle piccole comunità per irradiarsi a livello più esteso. In questo senso la preghiera trascende lo spazio intimo e costituisce una rete a supporto della buona causa.

Salvatore Pezzino


Perché tutti i mistici viventi in comunione con i Santi chiedano con forza allo Spirito Santo che agisca nelle menti e nei cuori di chi insegna la cattiveria, di chi progetta la distruzione e il terrore, affinché si realizzi, a prescindere della religione e della terra di appartenenza, la vera conversione del cuore, la misericordia, la crescita umana nella pace.

Siano loro a guidare le nostre preghiere

Via mail


Con questo digiuno e preghiera vorrei chiedere la saggezza per coloro che governano le nazioni: non possono essere solo le armi a risolvere i conflitti internazionali, strada delineata anche dalla nostra Costituzione, ma la capacità di affrontare i problemi complessi del nostro tempo attraverso la forza dell’analisi delle cause che provocano i conflitti e successivamente quella del dialogo, del confronto e di politiche economiche capaci di dare dignità a tutti i popoli. Anche dopo le orribili violenze perpetrate dai gruppi di Hamas, ingiustificabili e indegne, cariche di un odio esasperato, contro innocenti cittadini israeliani, donne, vecchi e bambini, ostaggi, per i quali invochiamo la liberazione insieme a Francesco, dovremmo, pur nella drammaticità degli eventi in corso, trarre però un esemplare insegnamento: questa degenerazione violenta e feroce è ancora una ulteriore prova che la sopraffazione, l’umiliazione, il rifiuto di guardare all’altro con dignità e rispetto, l’uso delle armi e della tecnologia per dominare e umiliare non porta a nulla, ma solo ad ulteriore morte, distruzione, odio e vendette. La saggezza, ancora, affinchè questa semplice verità non venga continuamente infangata e ridicolizzata dai potenti di turno che non trovano di meglio che schierarsi da una parte o dall'altra, venendo meno al proprio ruolo e offuscata anche da una informazione molto spesso protesa a salvaguardare il potere e incapace di attraversare la storia fornendo ai cittadini gli strumenti per la formazione di coscienze costruttive di fraternità, uguaglianza e libertà. Una preghiera a non rassegnarci alla guerra, a non assuefarsi a questa tragedia che porta morte, distruzione e odio tra popoli fratelli, che non risolve nessun problema, ma ne genera di nuovi, come gli esodi di interi popoli e danni ambientali e climatici enormi; a questa tragedia che è una sconfitta di tutti ed in particolare della politica, che di fatto sceglie di usare i propri cittadini come carne dal macello. Nel 2022 si sono spesi 2200 miliardi di dollari in armi: perchè chi governa abbia il coraggio di cambiare il paradigma armi = sicurezza dei potenti, in disarmo = sicurezza dei popoli, come richiama Isaia:” con le loro spade costruiranno vomeri di aratro e con le loro lance falci, una nazione non alzerà più la spada contro un’altra e non impareranno più la guerra” affinchè possa nascere qualcosa di nuovo sotto il sole, cammini di fraternità e di cooperazione, percorsi di unità tra i popoli e rispetto per le vite della povera gente e per l'unico pianeta che abitiamo.

Francesco Masut


È che alla fine finisco col domandarmelo

Cosa ci faccio qui

In questa stanza

Su questo tavolo

A studiare la democrazia antica

Mentre lì muoiono

Mentre lì la democrazia non esiste

Mentre il dominio li spezza

E se domani morirò

E non sotto una bomba

Investita per strada

O accoltellata ad Arco di Travertino

O presa da un tir all'uscita di un autogrill

O infestata da un tumore

Mentre studiavo la democrazia antica

Che scusa utilizzerò per non aver difeso quella contemporanea?

Susanna


“Nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case”... raccogliamo quel pallone, presto, vi prego

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Qui non s'odono più campane e suoni,

non si distingue tra

cattivi e buoni.

Qui è tutto un odio e sangue umano,

non s'ode neanche nessun lamento urlato piano.

Solo pianti infestanti e sanguinanti,

su tombe sacre o su quelle di uomini come tanti.

Vi prego, dimenticate tutto questo male,

anche se il dolore di una madre lo so che in cielo sale.

Dimenticate fucili e bombe

o visi piegati su marmoree tombe,

costruite un oasi di pace

e mettete fiori al posto del cannone, che così tace.

Usate il verbo creare...

che è più costruttivo del verbo odiare.

Voi create pace per i vostri figli,

al posto dei proiettili piantate gigli,

create sentimenti di uguaglianza,

e l'odio cadrà insieme all'arroganza.

Lo so che l'odio è più facile da seguire,

d'altronde il dolore di una madre non si può lenire!

Ma tu pianta il seme della libertà

e vedrai che anche l'ultimo cannone alla fine tacerà.

Tania Anastasi


Gesù,

oggi insieme a te vogliamo pregare:

"Venga il tuo Regno".

Non abbiamo altra richiesta Signore, se non quella che tu stesso hai posto sulle nostre labbra.

Ascolta o Padre il grido di dolore dei più piccoli nel mondo.

Umilmente ti chiediamo:

abbi misericordia di noi tutti e

venga il tuo Regno Padre,

venga il tuo Regno.

Stefania Alì


Voglio pensare che ci siano alternative alle guerre, all'odio, ai massacri, alla retorica della guerra giusta. Da non credente mi unisco al messaggio di pace della Chiesa. Sono con tutti quelli che il giorno 17 ottobre digiuneranno e eleveranno preghiere e pensieri di umanità e speranza.

Via mail


Ebrei, cristiani, musulmani e di ogni altro credo religioso o ideologia politica, sappiamo che, pur nelle diversità, tutti siamo figli di un unico Dio che è misericordia, giustizia, amore. Per santa Teresa di Lisieux, a cui Papa Francesco ha dedicato un'esortazione apostolica datata il 15 ottobre, in Dio anche la giustizia è amore. Il problema è che l'umanità ha dimenticato tutto questo e quasi mai si riconosce una sola famiglia. Il bene però non è scomparso e riaffiora in tutte le azioni di quegli uomini e donne che operano per un mondo più fraterno giorno dopo giorno. A queste persone anche noi dell'Associazione Donne in Vaticano ci uniamo impegnandoci nel nostro quotidiano a testimoniare che solo scegliendo i valori della concordia e della reciproca accoglienza è possibile pensare ad un futuro di pace. Ci uniamo alla preghiera di tanti per chiedere a Dio che tutti torniamo ad ascoltare la sua voce e in particolare chi ha il potere di decidere qui sulla terra il destino dei popoli, e aderiamo alla Giornata di preghiera e digiuno per il Medioriente di martedì 17.

Adriana Masotti, vicepresidente Associazione Donne in Vaticano (D.VA) a nome di tutte le socie


Che tutti noi con in cuore la Pace superiamo le nostre proprie convinzioni e distinzioni per unirci in una voce sola per la cessazione di ogni guerra e giustificazione di ricorso agli armamenti. Questa credo sia la preghiera che tutti ci possa e debba unire.

Patrizia Gallo, Torino


L'unica parola che qualche anno fa ho scritto su Un foglietto infilato tra le fessure del muro del pianto è pace. Che questa possa arrivare presto e porre fine allo spargimento Di sangue in terra Santa.

Ylenia Romanazzi


Chiedo solo che quei piccoli che sono in carrozzina o in braccio ai militari oltre alle altre persone tornino a casa.

Come madre mi metto nei panni delle mamme ma anche i piccoli soffrono perché non sentono più le carezze l'abbraccio i baci e anche l'odore delle loro mamme. È un dolore immenso che provo credetemi oltre a queste persone piccoli e adulti che si trovano in ostaggio.

La preghiera aiuta ma bisogna anche intervenire fare qualcosa non so anche i nostri governi unirsi e fare ragionare questi terroristi.

Loredana Sabbadin


La guerra non risolve i problemi, anzi ne produce di altri.

Abbiamo avuto due guerre mondiali con la perdita immotivata di milioni di persone, oltre ai danni materiali che sono stati immensi.

Pensavamo di aver capito la lezione, lasciando il male alle spalle, invece ci ritroviamo nel 2023 con due guerre assurde alle porte di casa nostra.

Vogliamo la pace e pensiamo di raggiungerla con la guerra.

Il Mondo fa la guerra e chiede pace,

Che strano modo questo di operare,

Vogliamo tutti la pace perché piace,

Ma non sappiamo ancora coabitare.

Franco Marzo


PAROLE DI PACE

P erdono,

A more,

C ostruzione,

E ternamente.

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Signore Gesù,

innalziamo a Te la nostra preghiera fiduciosa, affinché le armi in Tessa Santa tacciano e si creino le condizioni favorevoli alla ripresa del dialogo fra le parti.

Abbiamo negli occhi le bimbe e bimbi israeliani e palestinesi, paghiamo per il loro futuro, preghiamo per una pace possibile.

Il nostro cuore è triste nell’assistere a questa distruzione, proprio nei luoghi dove sei stato bambino anche Tu e Maria Santissima ti ha tenuto per mano.

Ti chiediamo con l’intercessione della Santissima Vergine Maria che le gli uomini di buona volontà di entrambe le parti abbiamo il coraggio di rischiare e aderiscano a colloqui di pace, mediati da parti equidistanti.

Il 17 ottobre ci uniremo in Preghiera, saremo un cuore solo per dimostrarti che anche quando tutto sembra perduto e non ci sia più’ speranza, guardando a Te ritroviamo il nostro volto umano.

Soraya Valzania


E ascolto,

in attesa di un'eco di pace.

Luciano Turco, Colleferro (Roma)


Signore donaci di nuovo quel sole del 17 Ottobre 1917 e lascia che al suo immenso calore si sciolgano tutte le armi del "nemico" di tutti i tempi!

Cesira (Bologna)


I molteplici strati del disarmo

L'attitudine alla pace

ad azioni di pace

a fatti di pace

ci chiama

ad una radicale

scelta di disarmo.

Disarmarci

di questa economia disumana

di tutte le stupide furbizie del politichese

di tutte le forme di suprematismo

di un dominio unipolare

di ogni delirante esibizione di potenza

di questo malato pervasivo liberismo

di tutte le bugie di parte

di quella grossa bugia

che armarsi fino ai denti

è per difesa

di questo spudorato sposalizio

tra armi potere soldi.

Disarmarci

di quelle subdole stratificazioni

di smemoratezza

di quanta bellezza

fosse posta in nuce

nel progetto di un'Europa unita

da quanta sete di giustizia

e fraterna condivisione

di lingue e culture

avesse preso le mosse

se pur nata da carbone e acciaio.

Disarmarci

delle solite scarpe ai nostri piedi

della presa su tutto delle nostre mani

dell'assuefazione miope

dei pori della nostra pelle

a un unico colore

a un genere ben definito

ad un solo tipo d' amore.

Disarmarci

degli appuntamenti con la convenienza

con tutte quelle noterelle stanche

de il già fatto il già visto il già capito

nella nostra agenda interiore.

E così sciogliere ogni parola dura

nel crogiuolo della complessità

arrendersi ad uno sguardo sulle cose

non proprietario

secernere atomi di speranza

nel brulichio di questo pesante

tempo del mondo

e lavorare di sottrazione

come certi artisti

là dove è il pieno

delle nostre ingordigie.

Con passi di grazia

genio sottile e coraggio

disarmarci

per reinventarci plurimi

e gentili nel cosmo

ché ogni filo d'erba o ape

è una delizia

e là dove le crepe dell'umano

stillano dolore e perdutezza

farvi colare l' oro caldo

d'una giustizia per amore.

Forse vedremo ancora arrivare

libellule blu cobalto

ad allietarci gli occhi

che ormai le armi

sono da rottamare

come ferro vecchio

il ferro vecchio dei nostri deliri

e noi intenti

presi tutti

in corale tessitura paziente

filo dopo filo

ché l' arazzo della convivenza

in pace

è lavoro immane.

Eva Maio, Vuneo


Preghiera per la Pace

Signore donaci la Tua pace,

come soffio che sana le inquietudini

come pioggia che disseta

una terra arida.

Donaci la Tua pace,

che scardina il cuore arrugginito

che imprime i gesti delle Tue mani

sulle nostre mani.

Donaci la Tua pace,

come bacio che rianima

e accompagna l’onda di bene

che eterna genera.

Donaci la Tua pace,

desta il fuoco assopito

sotto la cenere delle nostre paure

delle nostre contraddizioni

della nostra tremula fede.

Signore donaci la Tua pace,

perché l’odio si sciolga nel canto di un tramonto

nello sguardo innocente di un bimbo

e ritorni una nuova alba di luce.

Signore, insegnaci ad amare e a sperare.

Neris Casteller


La pace dobbiamo costruirla prima di tutto dentro di noi, nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei gruppi sportivi, in oratorio e nelle nostre comunità pastorali. Educhiamo e trasmettiamo ai nostri figli e nipoti il grande valore della pace che non è solo assenza di guerra e giustizia per tutti ma è condivisione, ascolto, disponibilità all'aiuto reciproco. Grazie Lia

Signore, Padre buono,ci è data questa opportunità di fare giungere una supplica fino al tuo cuore di padre e di madre affinché il mondo superi le divisioni, il rancore, il desiderio di vendetta. Ti offriamo la nostra preghiera, i nostri sacrifici e tutti i desideri di bene. Aiutaci Signore, non permettere che l'odio oscuri le nostre coscienze. Abbiamo bisogno di te, il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. Tu sei l'essenziale, Tu sei la Vita, tu sei la pace dacci la tua pace, consola ogni cuore ferito. Signore tu hai detto chiedete e vi sarà dato. Ascolta la nostra povera voce e il grido di tanti martiri. Siamo figli tuoi. Stringigi al tuo cuore e facci sentire fratelli tutti, figli di uno stesso padre. Ascoltaci papà e dacci la sospirata pace.

Caterina


Opponiamoci all'esodo della popolazione da Gaza, gridiamo in nostro "non ci sto" con un gesto visibile concreto. Magari appendendo sugli stipiti delle nostre porte di casa un paio di sandali macchiati con rosso color sangue.

Sto proponendo a partire dai gruppi social questa iniziativa, attraverso la quale possiamo gridare il nostro dissenso, il nostro non ci sto ai "potenti" perché possano a loro volta agire e si adoperino per fermare questa aberrante follia.

Marco Corona

Grazie Avvenire per darci l’opportunità di far ascoltare le tante #Vocidipace. Non esiste un’alternativa alla Pace, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite convochi al più presto una Conferenza di Pace per mettere fine al conflitto tra Israele e Palestina. A trent’anni dagli Accordi di Oslo la Comunità Internazionale ritrovi la strada del dialogo e del negoziato e faccia tacere le armi. A noi cittadini attivi il dovere di sostenere e accompagnare i Processi di Pace che si stanno faticosamente tentando in altri Paesi del Mondo testimoniando in ogni giorno della nostra vita, il valore della non violenza unica garanzia per ogni essere vivente che i propri diritti fondamentali siano riconosciuti e protetti.

Giovanna Martelli

«Papà, un'altra guerra?». Mio figlio, sette anni, esordisce così. Di punto in bianco. Mentre sto per alzare la forchetta nel bel mezzo della cena. Alla tv passa l'annuncio dei titoli dei telegiornali. E, quando ci sono di mezzo i bambini - forse è il caso di farci pure un po' di autocritica - i titoli si fanno duri. Forti. Forse troppo. Con tanto di immagini.

Suo fratello, tre anni in meno, lo guarda. Si aspetta vada avanti.

«Papà, ma cosa succede?». E io, tra un secondo e l'altro, mi chiedo (e supplico il Padreterno) di farmi uscire dalla bocca le parole giuste. Incrocio lo sguardo di mia moglie. Ci siamo già capiti. Come andare avanti? Come motivare - umanamente ed emotivamente - quelle immagini che continuano a fare letteralmente irruzione nelle nostre case. E che spesso ci lasciano impreparati. A dare spiegazioni. A fugare dubbi. A donare speranze. E a rassicurare.

Perché in più angoli del mondo è in corso una guerra?

Vallo a spiegare tu ai bambini. Loro, che dopo un litigio, tornano a giocare a palla come se nulla fosse. Le città bombardate, i palazzi crollati, le persone uccise e... i bambini. Loro. Perchè? E allora a domanda, spesso, si tenta una risposta... Tu sai cos'è una guerra. Un litigio continuo. Qualcosa più che una lotta.

Certo, mio figlio mi guarda. Attende. E torniamo alla domanda iniziale: come possiamo spiegarlo? Ad esempio, a scuola. Da educatori, come possiamo davvero prepararci - e preparare - i ragazzi alla giornata di preghiera di martedi? Affinchè non passi inosservata e non diventi un momento scontato.

Con i ragazzi adolescenti, forse, occorre puntare più sui concetti di ragionevolezza e di democrazia. Costantemente in pericolo. E ai bambini? Mi vien da dire: come accade tra due persone che hanno smesso di parlarsi. E che - però - vogliono farsi del male, anzichè trovare una soluzione. Per il bene.

Temi da affrontare con calma. Tra genitori. Con un obiettivo principale: far passare il concetto di sicurezza. Di protezione. Spiegando che a volte si sbaglia e si compiono azioni che, magari, in futuro potranno portare a ulteriori azioni meno negative.

Sicuramente può risultare difficile, ma rassicurare i bambini dicendogli che la guerra non è in Italia e che la storia dell’umanità ci ha insegnato che dopo ogni guerra verrà una tregua e la pace, può sicuramente tranquillizzarli.

Temo però che che a queste domande dovremo abituarci.

E al mondo della scuola e dell'educazione mi sento di lanciare un invito: un gesto da fare tutti insieme, per martedi. Perchè solo insieme si vince. Contro il male.

Paolo Usellini, preside e pedagogista


Gesù, Ti prego! Che finisca questo orrore!

Io partecipo così: non voglio scambiare notizie con parenti e amici, tutti tranquilli nel nostro benessere... mentre fratelli soffrono così tanto..

Mi informo, certo, ma ne parlo solo con Te Gesù caro, nel silenzio..

Via mail


L’Uomo vive per l’Uomo

O Uomo d’ogni tempo e per quel che ancora ti è concesso d’essere, dimmi, ti prego, qual è la tua conquista più grande. Tutti i secoli ti hanno visto celebrare ogni sorta di trionfi tra dolenti rovine di pietra e di carne, tu, assetato campione di tutte le battaglie della storia. Tu che muovi per terra, mare e cielo per giungere alle mistiche sorgenti dell’infinito. Dal tuo spirito zampillano impetuosi l’ingegno e la follia. Per quanto ancora feroce t'imporrai sulla vita, tu che vuoi comandare la sentinella notturna della morte? All’Uomo implacabile paladino di sé stesso: Non c'è gloria capace d'issarsi sopra quell’Uomo che vive per ogni altro Uomo. non c’è impresa più memorabile che uscire dal proprio cuore per sprofondare vinto dentro il cuore dell’altro. È il principio e il fine d'ogni sognante umana creazione

Giuseppe Paci


Una importante iniziativa questa della Chiesa, che mi ha ricordato le belle pagine bibliche in cui i profeti ottengono la conversione delle città che il Signore vuole punire.

Prego che anche questa volta il Signore ascolti e muova i cuori perché siano salvati gli ostaggi, i bambini, gli anziani, le persone malate.

Noi che viviamo lontani e in situazione assolutamente privilegiata, diamo per scontato che possiamo andare in farmacia oppure in ospedale.

Le immagini orribili che si sovrappongono a quelle dell’Ucraina, ci ricordano che non è così per tanti nostri fratelli, figli, nonni

Presto verrai, Signore,
e ci darai la pace;
festa sarà la vita,
una danza che unisce i fratelli.
Sei gioia vera: vieni, Signore,
tu sei shalom.

Presto verrai, Signore,
e insegnerai il perdono;
l'odio sarà passato
come un sogno che all'alba svenisce.
Sei vero amore: vieni, Signore,
tu sei shalom.

Michele Carretta, Andria (BT)


Pace nei cuori, Pace nel mondo!

Signore Gesù, nella tua immensa misericordia, perdonaci e salvaci tutti!

Noi crediamo e confidiamo in te!

Michela


Dal cuore del quartiere cristiano nella città vecchia di Gerusalemme ogni giorno attendiamo notizie, un segno di distensione. Tra la comunità cristiana ci sono tanti momenti di preghiera, rosari e cerchiamo di tenerci forti in questi tempi bui…. A casa anche con il nostro bimbo preghiamo tutte le sere per la pace, che raggiunga ogni posto nella Terra Santa.

Ogni giorno accendiamo una candela per tutti chiedendo un’intercessione alla Madonna.

Un messaggio di pace e tante preghiere da Gerusalemme

Lucia D’Anna, Gerusalemme


Perché l’uomo non vede nell’altro uomo l’immagine di Dio?

Perché l’uomo non ascolta?

Perché preferisce, nelle diversità, vivere nella divisione e non nella condivisione?

“Spezza il tuo pane con l’affamato e la tua fame finirà; illumina altri e ti illuminerai; guarisci la ferita d’altri e guarirà la tua ferita“ (Isaia 58)

Giulia Peressini


Che cos'è la pace? La pace è sapere convivere insieme nonostante le diversità, le ideologie o le religioni differenti

Da dove inizia la pace? La pace inizia dal cuore di ogni uomo, se ciascuno comincia a coltivare la pace dalla realtà in cui vive quotidianamente questa si estenderà anche ad altre persone

Cosa posso fare io per essere operatore di pace? Posso vivere in pace con le persone intorno a me, posso perdonare piuttosto che vendicarmi, posso promuovere la cultura della pace piuttosto che dell'odio, posso essere strumento di bene anziché di male

Maria Regina della pace prega per questa umanità malata, avida di potere, capace di distruggere la bellezza del creato e di sterminare interi popoli senza pietà

Il Tuo Cuore Immacolato trionfi, Cristo regni, lo Spirito Santo possa parlare al cuore dei governanti ispirando loro scelte di pace 🙏

Madre Santa, guida e sostieni sempre il Santo Padre e tutte le persone che a vario titolo stanno collaborando per promuovere la pace

Regina della pace prega per noi

Chiara Fracanzino, Acate (RG)


Da bambino, sentendo i racconti della mamma, mi chiedevo cosa avrei fatto se mi fossi trovato in una guerra mondiale. La risposta è agghiacciante: senza l'avvertimento di Papa Francesco non me ne sarei neppure accorto. Riguardo al digiuno: chiedere in ginocchio la pace a Dio non è una pratica da bigotti, ma, al punto in cui siamo, l'unica speranza veramente sensata.

Luca Fabri, Genzano di Roma


La Pace iniziamo a costruirla dalle relazioni interpersonali. Educando noi e i nostri figli a saper Perdonare e Amare chi ferisce profondamente. Rimaniamo tutti uniti per la Pace.

Doriana Lisco


"Giustizia e pace si baceranno" recita un antico salmo... e nel 1972 il tema della giornata per la pace era "SE VUOI LA PACE PRATICA LA GIUSTIZIA". Oggi però siamo tutti ad invocare la Pace, ma siamo altrettanto impegnati a praticare la Giustizia?

Per far scoppiare una lite , in famiglia, nel condominio, tra le nazioni il detonatore principale è creare INGIUSTIZIE !!

Sebastiano Mondino


Sono andata a cercarti nelle foto. Sapevo di trovarti. Riccioli neri legati con una coda alta, sorriso in un viso furbetto, guardi il fotografo col volto girato leggermente verso destra, pelle di pesca di color ambrato. Anno 2001, credo. Bella classe quella. Ma tu eri speciale. Si è visto dai primi giorni.
Ho fatto amicizia con la tua mamma, si può dire? Si, amicizia, abbiamo parlato molto. Ero curiosa e incantata, di fronte ai racconti. Un mondo che non conoscevo, il vostro.
E poi è arrivata lei, l'altra bambina. Ho avuto paura all'inizio. Invece è stato bellissimo. Le due famiglie si son conosciute, e grazie alle bambine che si son piaciute da subito, son passate dalla diffidenza al rispetto, e a qualcosa che assomigliava all'amicizia. Io guardavo, e pensavo che veramente solo i bambini possono fare miracoli.
Due popoli nemici, da sempre.
Ma la bimba israeliana e la bimba palestinese non se ne curavano proprio. Eppure la piccola A. tornava ogni anno in Israele. Conosceva i militari con i mitra, che proteggevano il kibbutz dove abitavano i nonni. La mamma T. mi diceva che era normale, da loro. Impensabile per me, anche solo l'idea.
Poi sei andata alla scuola primaria, e ti ho seguito da più lontano. Finché un giorno, eri in quarta mi pare, è stata male tua nonna, la tua famiglia è partita in Israele, e non ti ho vista più.
Credimi, ti ho pensata mille volte. Ho sognato di rivederti, ogni volta che ho sentito notizie del tuo paese.
Ora mi sento angosciata, perché non posso sapere come stai, come stanno i tuoi genitori e i tuoi fratelli. Hanno chiamato i riservisti. Tutti da voi fanno il servizio militare obbligatorio, arrestano chi non lo fa. Hai 26 anni, se non ho fatto male i calcoli.
E io non ci posso pensare. Non tu, la mia bimba. Non ti posso pensare mentre abbracci un mitra.

Maestra Stefania


Fermate le armi !!!

I BAMBINI, la loro innocenza, i loro passi... nuova SPERANZA, nuovi SOGNI per un mondo di PACE...

C'è bisogno di tanta LUCE, per loro, per noi, per TUTTI...

La vita è cercare L'AMORE, quello vero... L'AMORE gratuito che si dona nella PACE...

Fermate le armi !!!

Una mamma


Preghiamo per la Pace, crediamo nella Pace, offriamo noi stessi per la Pace , viviamo i valori della Pace . Siamo di parte ,dell’unica parte che conta : quella dei bambini , che debbono essere custoditi ,rispettati nella loro crescita educativa

Gabriella Maria


Mai taier col che’t po sligher. Traduzione: Mai tagliare quello che puoi slegare. Da questa teoria vecchia di centinaia di anni, proveniente dalla tradizione contadina Reggiana, fosse applicata ai rapporti fra le persone e poi fra le nazioni non ci sarebbero più persone che non si parlano, che non capiscono il diritto dell’altro, perché ne avrebbero parlato, e non scopinerebbero più guerre . Tutto questo se non ci fossero interessi economici , super potenze , produttori di armi .

Via mail


Sempre e solo Pace, non la guerra.

Rispondere alla violenza con la violenza genererà i bambini soldato di domani.

Chi regge le fila di una guerra sta sempre al sicuro, chi ne piange le conseguenze sono sempre i civili:

Medici volontari religiosi in prima linea per non abbandonare i disabili e persone malate che non hanno modo di uscire da Gaza.

Come non immedesimarsi con queste situazioni pensando di risolvere scaricando sulla popolazione inerme l'azione punitiva contro i terroristi ?

È proprio cadere nella trappola per generare altre reazioni, dare l'esca, accendere la miccia a un ampliamento del conflitto!

Preghiamo per la Pace e che l'azione degli uomini e delle donne di buona volontà preservi l'umanità da una "avventura senza ritorno", come ammoniva Papa Giovanni Paolo II

Marina Di Giorgi - Insegnante da Palermo


Quando in questi ultimi due anni si è ripresentata in Europa la guerra nella maniera che tutti i vari analisti del settore penso non avrebbero mai immaginato, così come ora si è presentata quest'altra orribile, mi sono venute in mente le parole che Giovanni Paolo II pronunciò all'inizio del nuovo millennio dicendo che l'umanità era ad un bivio: trasformare il mondo in un giardino o in un deserto.

All'origine di questo discorso era il riferimento alle radici cristiane dell'Europa che nessuno Stato in questo continente non vuole più riconoscere credendosi ormai capace di affrancarsi da dei e, con le sue norme, le sue tecnologie, di governarsi da soli senza un Padre.

Erano da poco crollate le torri gemelle in modo così inumano che anche lì nessuno lo aveva minimamente immaginato che potesse succedere. Cos'è rimasta di quell'ammonizione, di quel richiamo di Padre? Iraq, Afghanistan, Libia, nulla sembra che abbia suggerito che si andava costruendo un deserto di cuori e di umanità.

Ora fa stridore il nostro Occidente che difronte a questa barbarie che si sta diffondendo sempre più con fare narcisistico, effimero ed emozionale tecnologicamente controllato si indigna, inorridisce si scandalizza.

Eppure continuiamo a vivere di spettacoli che narcotizzano la nostra coscienza obliterata da miliardi di verità che non sono, di followers in cui i nostri giovani si creano un'immagine apparente, di uomini non più capaci di amare senza possedere, di comunità dove ciò che conta è fare più che essere, di valori effimeri che diventano esistenziali.

Ecco quando penso a chi sta in mezzo alle macerie, ai fucili puntati, al terrore della notte penso che i nostri cuori occidentali sono pronti alla solidarietà, alla condivisione, ma non riescono ad andare oltre alla propria realtà edonistica in cui sono immersi.

Abbiamo perso la capacità del raccoglimento, del fare silenzio e quindi dell'ascolto che trasforma i nostri cuori e li orienta, in un periodo così liquido, verso la vera roccia su cui costruire le nostre società.

L'ascolto della Parola.

La Parola che è e dà Pace, la Parola di Verità, la Parola che è l'unica, in tempi così bui, di discernere veramente tra il bene e il male, tra ciò che è vita e ciò che è morte, tra la luce nei nostri cuori e le tenebre che li avvolgono.

La Parola che dà Pace ai nostri cuori così agitati e affannati nonostante abbiamo materialmente tutto e questo tutto non ci soddisfa.

La Parola che apre i nostri cuori e fa conoscere noi stessi nella verità, che ci fa vedere nell'altro un fratello e non un nemico che ci fa chiedere scusa e ci fa sentire bisognosi di aiuto, di guarigione, ci fa comprendere che la Pace viene innanzitutto dai nostri cuori in Pace.

La Parola illumina tutte le nostre paure, tutti i nostri insuccessi donandoci la gioia di sentirci amati per quello che siamo e che l'Amore donato, se lo accogliamo, viene riversato nei nostri cuori per farci comprendere che tutti siamo stati creati e chiamati per la gioia.

E che io e tutti noi, in questa avventura fantastica che è la vita, non siamo soli. Così nell'ascolto e nel vivere la Parola poco per volta trasformiamo noi stessi e il mondo che ci circonda senza tanto chiasso o in maniera appariscente, ma sicuramente più concretamente di tanti slogan o emotions inefficaci.

Allora la Pace sarà il più bel frutto del giardino che realizzeremo tutti insieme.

Enrico Lupi


In questo momento abbiamo tanto bisogno di pace; di pace non come la da il mondo, che lascia solo in bocca il sapore di una tregua , visto la frequenza con cui scoppiano le guerre , le note come le dimenticate.

Signore intervieni tu! Ecco perché, tramite san Paolo, ci raccomandi di pregare sempre per i governanti,perché sono loro i più inclini a cedere alla vanità dell' esercizio violento del potere per dare sfogo al loro ego smisurato.

Priviamoci in piena libertà del cibo per un giorno per essere vicini a quelle sorelle ed a quei fratelli che hanno come prima necessità non di trovare un tozzo di pane e nemmeno la vitale acqua ma un posto sicuro dove ripararsi dalla violenta disumanità altrui.

Che Dio ci aiuti!

Gerarda Conte


Le situazioni di insicurezza e sofferenza che si diffondono nel mondo patrocinate dalla guerra ci confermano la fragilità dell'illusione umana di poter fare il meglio 2per conto nostro". Torna semppre attuale la domanda di Dio all'uomo nel giardino in Genesi3,9: "Dove sie?", dove vai da solo?

E anche i tentativi di rimediare, di aggiustare queste situazioni contorte ci fanno scontrare con la debolezza dei nostri mezzi. Non ci arrendiamo" Ma che fatica crederci davvero!

Abbiamo bisogno di pregare perché Dio ispiri nuovi profeti, nuove voci inattese che scuotano le coscienze come hanno sempre fatto i suoi portavoce e ci indirizzino tutti, a prescindere dalle fedi, in un cammino nuovo.

Signore, donaci nuovi profeti.

Via mail


La pace è la sola strada

O la vita non conta più nulla.

Come sarebbe il mondo

Se finissero tutte le guerre?

Disarmo totale perché no?

Così difficile da immaginare?

La fine di ogni odio

Non è la fine del mondo

Anzi semmai il suo contrario.

Basta solo fermarsi a pensare

E decidere di amare

Giusy Frisina


Anche la Fraternità Sorelle del Piccolo Testamento di san Francesco, presente a Gubbio, risponde all'appello di preghiera per la Pace.

Due sorelle animeranno la preghiera aperta a tutti alle ore 19 nella chiesa di san Marziale, e due sorelle, impegnate in una missione popolare con i frati Cappuccini, pregheranno insieme agli altri missionari a Curnasco (Bg) nella parrocchia dei santi Nazario e Celso.

Fraternità Sorelle del Piccolo testamento


Mai più la guerra!!!

Totus Tuus Maria 🙏

Cristina L.


Il dolore, che può essere intimo e nascosto, si associa allo strazio gridato della strage degli innocenti e diventa offerta e preghiera sotto la Croce per purificazione e pace.

Maria Rogora


Se si prende la parola “guerra” e si prova ad anagrammarla, esce una sola definizione di senso compiuto: “urgerà”. E quali sono i sinonimi di urgere? Aver bisogno, necessitare. Dunque la guerra è qualcosa di cui si ha bisogno e si necessita? Forse questo vale per i potenti, per coloro che la ordinano dall’alto. Se si prende invece la parola “contraria” a guerra ovvero "pace”, non si ha alcun anagramma di senso compiuto. Che forse la lingua ci vuole dire che “pace” è una parola non anagrammabile che può avere un solo ed unico significato? “Pace” dunque come parola inscalfibile, granitica ed in questo senso più forte di guerra. Se poi uniamo “guerrapace” otterremo due anagrammi: il primo, “urgerà pace”, questo sì necessario. Il secondo, unica alternativa di senso compiuto, sarà “pagare cure” che è poi l’esito, la conseguenza di ogni conflitto: curare chi si è salvato, ricostruire le città, far sorgere una nuova alba dopo il buio. Rimane il fatto che “pace”, al contrario di “guerra”, non si piega, non si modella, non accetta altri significati al di fuori di se. La pace evidentemente può essere solo una. Che lo sia per tutti.

Daniele Piccinini


Martedì 17 a Verona, per l'incontro di preghiera ecumenica promosso dal Consiglio delle chiese cristiane, abbiamo preparato questa preghiera, scritta "nello spirito di Tibhirine" (Algeria) da frère Dominique Motte, dopo gli attentati avvenuti in Francia anni fa. Abbiamo solo adattato la prima frase alla luce dell'oggi. Disarmali: sappiamo quanto questa violenza estrema sia l’amaro pane quotidiano in Ucraina, Israele e Palestina, Siria e Libia, Iraq e Iran, Armenia e Azerbaigian, nei paesi del Sahel, Centrafrica, Sudan, Eritrea, in Afghanistan, nei Balcani, in Myanmar, in India e Pakistan, nel Mediterraneo, in alcuni paesi del Sudamerica. Troppa violenza si è impossessata anche di noi.

Disarmali Signore: e fa' che sorgano in mezzo a loro profeti che gridano la loro indignazione e la loro vergogna nel vedere come hanno sfigurato l'immagine dell'Uomo, l'immagine di Dio.

Disarmali, Signore dandoci, se necessario, poiché è necessario, di adottare tutti i mezzi utili per proteggere gli innocenti con determinazione. Ma senza odio.

Disarma anche noi, Signore: in Francia, in Italia, in Europa, in Occidente, senza ovviamente giustificare il circolo vizioso della vendetta; la Storia ci ha insegnato alcune cose.

Dacci, Signore, la capacità di ascoltare profeti guidati dal tuo Spirito. Non farci cadere nella disperazione, anche se siamo confusi dall'ampiezza del male in questo mondo.

Disarmaci e fa' in modo che non ci irrigidiamo dietro porte chiuse, memorie sorde e cieche, dietro privilegi che non vogliamo condividere.

Disarmaci, a immagine del tuo Figlio adorato la cui sola logica è la sola veramente all'altezza degli avvenimenti che ci colpiscono: "Non prendono la mia vita. Sono io che la dono"

Sergio Paronetto


Chiunque abbia a cuore, il destino della nostra umanità, sofferente e ferita, ha cercato di immaginare, ha pregato di sognare, ha sperato di poter indicare, tra i pesanti fumi alzati dalle esplosioni e scoppi di bombe che hanno per eco grida di orfane madri, una via, per quanto consapevolmente irta e follemente minata d’ogni minaccia, per la Pace. Eppure, ogni sforzo d'uomo per imboccare questa impervia strada di salvezza, pare, paradossalmente, non solo rivelarsi privo di senso, ma ottenere un effetto contrario rispetto all’auspicato. Quasi ogni passo, in qualsiasi direzione mosso, avvicinasse sempre più a quel baratro tanto temuto dagli uomini di buona volontà e altrettanto agognato dai terroristi d'ogni sigla e bandiera. Come avvolti da impenetrabili nebbie belliche, che spargono gas tossici, di veleno e odio, capaci di inquinare generazioni per generazioni, in una condanna e pena che appare sempre più senza soluzione e fine, brancoliamo ormai in buchi neri, quelli dei crateri dei missili e in quelli dell’animo umano, sondandoli, alla ricerca di risposte che non “escono”, anch’esse intrappolate dalla “gravità” del male che ci circonda. Avvertiamo palpabile, lo stendersi del velo nero della morte che avvolge, impietoso, anche i corpi immondamente martoriati di bambini di tutte le nazionalità, angeli innocenti, prima che un velo bianco, vanamente, tenti di ridare pietà a corpicini barbaramente e colpevolmente deturpati e dilaniati, nell’irrito tentativo di celare l’indescrivibile agli occhi e l’indicibile all’anima. Ridotti così, senza ragione e speranza, da un terrore che pare non avere paure, terminate tutte le parole che abbiamo imparato, imploriamo istintivamente un intervento che ha il suono del “divino”, come soldati spogliati davanti al plotone d’esecuzione, invochiamo il nome che unisce tutte le donne, “Mamma!”. Sussurrando, ormai col capo rassegnatamente chino, qualche istante prima dell’ennesimo comando di “fuoco!”: “salvami”, “salvaci”. Riconosciamo nell’estremo istante, così all’inizio e così alla fine della nostra vita, di ogni vita, che le uniche braccia in grado di accoglierci e custodirci, dalla culla al sudario, sono proprio loro, quello delle donne. “Sante”, perché naturalmente e pienamente, tutte, nessuna esclusa, madri generatrici nel cuore prima ancora che nel corpo. Mentre, nel mezzo della nostra vita, noi miseri uomini, ci dimentichiamo di loro e della loro importanza fondamentale; quando ce ne ricordiamo, lo facciamo indegnamente, relegandole magari a “quote” che di roseo hanno solo il colore dell’imbarazzo che dovrebbe colpirci. Assurdamente, chi conosce il vero potere delle donne, uniche capaci non solo di salvare ma di far “rinascere” il mondo, cerca in tutti i modi di celarle, zittirle, reprimerle, svuotandole di ogni diritto, con l’indarno desiderio di ridurle a mere incubatrici di nuovi terrori o usarle come scudi umani. Ma non puoi celare il Sole, non puoi zittire la Terra, non puoi reprimere i Diamanti, non puoi svuotare gli Oceani, non puoi ridurre il grembo della Vita che si espande come l’Universo per accoglierla, loro, da sempre e per sempre, impenetrabili Scudi d’Umanità. Noi uomini non conosceremo la Pace, finché non la riconosceremo nel volto di ogni donna. Arrivi dunque questo giorno in cui gli uomini faranno tacere e cadere le armi, con le mani si copriranno il volto per la vergogna, e la Pace troverà casa in ogni “striscia” di terra. Sarà il giorno in cui le donne si riuniranno e all’unisono convertiranno “ogni Hamas” con il loro definitivo NO MAS.

Emanuele Pagani


Ecco le persone che hanno lasciato voci di pace sui nostri social

Doriana Goracci

Santina Sconza

Maddalena Negri

Samuele Levi Isaia

Stefano Trovò

Gianfranco Caputo

Michele Modica

Geo Linfinito

Marina Petteruti Romano

Italia Campitelli

Martha Arnes

Brunella Quartucci

Daniela Deho

Giorgia Molare

Maria Cinzia Corbelli

David Ottoni

Maurizio Sgarro

Francesca Mariella Mura

Giuseppina Borelli

Rosalba Sanneris

Tanturri Cesira

Giordano Pedroni

Livio Elvira Lucarini

Gabriella Frigerio

Longari Claudia

Grazia Carbone

Lucia Coco

Mario Piccioli

Felicetta Matera

Carla Chiudinelli

Cecilia Lo Monaco

Rita Nardelli

Angela Faedda

Renata Gattuccio

Luigia Bonasera

Silvana Jazzetti

Rosa Colangelo

Apicoltura Corona

Massimo Mazzi

Nerina Melita

Antonella Revelant

Alessandra De Luca Manuti

Michela Giambattista

Giovanna Bellini

Prospero Ciancio

Daniela Rossi

Travaglini Guido

Francesca Romana Di Bello

Patrizia Sichera

Alda Pino

Giuliana Tucci

Ombretta Bocchi

Amalia Trifi

Maria Lancini

Luigia Pasquin

Teresa Farci

Carla Bilotto

Claudia Jaja Pugliesi

Semplicia Curcio

Laura Zambonelli

Lucia Lina Locatelli

Antonella Lovecchio

Roberta Zanetti

Claudio Calvarese

Concetta Morra

Giovanni Micheletto

Renato Cadelano

Fabrizio Baldi

Antonella Lovecchio

Andrea Vacca

Giorgia Molare