Attualità

Quirinale. Vittime del terrorismo, il giorno della memoria condivisa

Angelo Picariello martedì 9 maggio 2023

Sergio Mattarella con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa al termine della cerimonia tenutasi al Quirinale in ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi

In Italia ci sono stati «troppi episodi di sangue che hanno ferito una giovane Repubblica, che si è trovata a fare i conti con il terrorismo politico; con le stragi, talvolta compiute con la complicità di uomini da cui lo Stato e i cittadini avrebbero dovuto ricevere difesa; con la violenza politica, tra giovani di opposte fazioni che respiravano l'aria avvelenata di scontro ideologico». Sergio Mattarella prende la parola a conclusione della cerimonia che si tiene al Quirinale in occasione del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi. Quest’anno ricorre il 45esimo anniversario della morte del presidente della Dc Aldo Moro, ucciso 45 anni fa dalle Brigate Rosse al termine di un sequestro durato 55 giorni in cui persero la vita anche gli uomini della sua scorta, Mattarella, che in precedenza si era recato nel luogo del ritrovamento del corpo, in una Renault rossa, in via Caetani, per deporre una corona davanti alla lapide che lo ricorda (con lui c’erano Ignazio La Russa, presidente del Senato, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, presenti poi anche al Quirinale, e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri) ha definito Moro «un uomo pervaso dall'amore e dal rispetto per la democrazia e per lo Stato, animato da spirito di libertà e di solidarietà».

Alla sfida del terrorismo, sottolinea il presidente della Repubblica, «lo Stato, le forze politiche e sociali, hanno saputo reagire - nonostante lo smarrimento iniziale - con coraggio e decisione. Una guerra che è stata vinta - è bene sottolinearlo, qui e ovunque - combattendo sempre sul terreno della legalità costituzionale, senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario. Affidandosi al diritto e all'amministrazione della giustizia per proteggere la nostra comunità. Rifiutando di porsi al di fuori della natura democratica della nostra Repubblica».

Mattarella parla di «gravi deviazioni compiute da elementi dello Stato, e per le quali avvertiamo ancora l'esigenza, pressante, di conoscere la piena verità». Ma sottolinea come si sia parlato poco «della reazione unanime del popolo italiano. Dei servitori dello Stato, che hanno posto a rischio la propria vita per combattere violenza ed eversione. Di chi, nelle fabbriche, nelle università, nei vari luoghi di lavoro, ha opposto un no, fermo e deciso, a chi voleva ribaltare le regole democratiche». Ma per il capo dello Stato «ancor meno si è parlato del dolore, indicibile e irrecuperabile, delle famiglie a cui la lotta armata o i vili attentati hanno strappato un coniuge, un figlio, un genitore, un fratello o una sorella. Eppure sono state queste persone, non i terroristi, a fare la storia italiana».

Il presidente della Repubblica ricorda le cifre impressionanti di quella lunga scia di sangue: «Quasi 400 vittime. Tra di loro appartenenti alle forze dell'ordine, magistrati, militari; uomini politici e attivisti; manager e sindacalisti; giornalisti; ignari passanti, tra cui donne e bambini. Tutti erano in pericolo, nessuno fu risparmiato. Ciascuno di loro fa parte, a pieno titolo, della storia repubblicana. Intorno alla loro memoria ci stringiamo oggi commossi per ribadire con determinazione: mai più violenza politica, mai più stragi».

In prima fila ad ascoltare, sottolineando a tratti con ampi cenni sintonia con le sue parole, c’è anche la premier Giorgia Meloni, che alla fine si intratterrà per circa un quarto d’ora in fitto colloquio con i parenti delle vittime presenti nelle prime file. Una cerimonia all’insegna di una memoria il più possibile condivisa. Fra le tante vittime “minori” che Mattarella ricorda anche quelle del cosiddetto “rogo di Primavalle”, i fratelli Stefano e Virgilio Mattei, di 22 e 8 anni, figli di un esponente del Movimento Sociale Italiano, alla cui casa fu appiccato il fuoco da esponenti di Potere Operaio. Come ricorda, Mattarella, anche l'attivista del Fronte della Gioventù, Paolo Di Nella, colpito alla testa da un gruppo di Autonomia mentre stava affiggendo manifesti per chiedere l'espropriazione di Villa Chigi.

Prima dell’intervento conclusivo del capo dello Stato erano intervenuti la giornalista Benedetta Tobagi, a nome delle famiglie delle vittime e lo storico Guido Formigoni. La conduttrice Valentina Cervi ha letto alcuni brani tratti da interventi e testimonianze di vittime del terrore come Walter Tobagi, (ricordando le sue prime inchieste, da giovane giornalista di Avvenire) Marisa Russo, Giampaolo Mattei, Eugenio Occorsio e Aldo Moro.

Su incarico del Presidente Mattarella, il Consigliere del Quirinale Francesco Saverio Garofani ha anche deposto una corona di fiori sulla tomba di Aldo Moro a Torrita Tiberina.