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Indagine. Le ragazze hanno più paura: sei su dieci temono di subire una violenza fisica

Costanza Oliva mercoledì 26 giugno 2024

La presentazione della ricerca di Eumetra realizzata per conto di Telefono donna Italia al centro congressi di Fondazione Cariplo a Milano

Sei ragazze su dieci hanno paura di subire una violenza fisica. Tra i maschi la percentuale scende al 18. Sempre le ragazze tendono ad adottare accorgimenti quando escono la sera: chiamano un’amica, preferiscono un abbigliamento discreto o non prendere i mezzi pubblici dopo una certa ora. Tra i ragazzi, questo avviene solo nel 22% dei casi. Il 40% delle ragazze è stata incolpata e ritenuta responsabile delle azioni sbagliate commesse nei propri confronti da altre persone. Tra i ragazzi invece la percentuale cala al 22. Si chiama victim blaming, l’assurda e subdola colpevolizzazione della vittima. La logica del “se l’è cercata” perdura nelle nuove generazioni.

Sono i risultati della ricerca di Eumetra realizzata per conto di Telefono donna Italia, e presentata oggi al centro congressi di Fondazione Cariplo a Milano, che l'ha sostenuta.

L’indagine, condotta su un campione di 800 giovani tra i 16 e i 25 anni, inquadra il fenomeno della violenza sulle donne, approfondendo gli atteggiamenti dei ragazzi verso le questioni legate ai rapporti di genere, l’esperienza diretta di forme di abusi e l’approccio verso il tema della denuncia. Un dato particolarmente preoccupante è il notevole divario nella percezione e nelle esperienze personali vissute da ragazze e ragazzi che genera narrazioni molto diverse.

Emergono grosse differenze tra i due sessi sul tema della responsabilità di comportamenti sbagliati: 3 ragazzi su 10 dichiarano che vestirsi in un certo modo attira comportamenti offensivi, mentre 6 ragazze su 10 affermano di aver ricevuto atteggiamenti sgraditi a prescindere dall’abbigliamento. Anche l’assunzione di alcol o droghe è, secondo i ragazzi, un fattore che aumenta il rischio di aggressioni.

È visto in modo molto diverso anche lo spazio che le istituzioni e i mezzi di informazione dedicano al tema della violenza sulle donne. «Mi ha molto colpito che, secondo le ragazze, il tema della violenza sulle donne è molto sottovalutato», ha commentato Renato Mannheimer, consulente di Eumetra. «Diversa l’opinione dei ragazzi, secondo i quali se ne parla in maniera adeguata e, anzi, ragazze e mezzi d’informazione talvolta ne amplificano il reale valore. Bisogna intervenire culturalmente».

Un altro tema importante è quello legato al mondo di internet. Secondo 4 ragazze su 10 e appena un ragazzo su 10 i social influenzano negativamente l’immagine della donna. Oltre la metà delle giovani ritiene invece che favoriscano comportamenti offensivi. Anche i testi delle canzoni trap, in molti casi violenti e misogini, secondo il 40% delle ragazze contribuiscono a veicolare un’immagine poco rispettosa delle donne, mentre sono solo 2 su 10 i ragazzi che la pensano così. «C’è una forte discrasia tra un mondo che da una parte spinge per i diritti, per la parità di genere, e poi apprezza questo tipo di musica, che è la più ascoltata tra i giovani», è la riflessione della presidente dell’ordine degli psicologi della Lombardia Laura Parolin. La musica, da sempre una guida per gli adolescenti, ha la capacità di intercettare le tendenze che caratterizzano la società contemporanea. Diventa allora problematico il fatto che testi così violenti possano essere lo specchio del presente. Nei quali emerge una polarizzazione tra il codice femminile e quello maschile. Il modello di uomo celebrato è quello maschilista, dominante e prevaricatore, mentre la donna è oggettificata. «Le conseguenze sono pesanti perché si fa passare come normali messaggi di violenza sulla donna», ha sottolineato Parolin. È necessario insegnare ai ragazzi il valore delle relazioni, come luogo di incontro e scambio con l’altro, non di sopruso.