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Puglia. Vieste, domato l'incendio. "Rogo doloso"

Redazione Interni mercoledì 24 luglio 2024

L'incendio di Vieste

Un incendio è divampato nel bosco sovrastante la baia San Felice a Vieste, nel Foggiano. I vigili del fuoco hanno disposto a scopo precauzionale l'evacuazione della vicina Baia dei campi, una struttura ricettiva che ospita circa 1200 persone e che dista circa 1 km dal punto dove è divampato il rogo. Sono 540 le persone finora sgomberate in via precauzionale. In azione ci sono tre canadair e un elicottero dei vigili del fuoco, oltre ai mezzi impegnati da terra. Le operazioni di spegnimento si svolgono però soprattutto dall'aria perché al suolo lo scenario si presenta molto rischioso. Il rogo è stato domato in serata: in fumo circa 50 ettari di bosco.

Le fiamme si sono sviluppate in una zona impervia e spinte dal forte vento avanzano verso il villaggio. I turisti che non hanno l'automobile vengono trasportati a bordo di barche via mare ed ospitati in una palestra messa a disposizione dal comune di Vieste. Chiuso un tratto della strada provinciale 53, la litoranea che collega Mattinata a Vieste. Il centro garganico può essere comunque raggiunto attraverso la strada interna, detta della Montagna

Il fuoco si è sviluppato in punti diversi, tanto da far pensare che si sia trattato di un rogo doloso. "E' assolutamente certo che sia così" afferma il sindaco Nobiletti. "Avevano già provato nei giorni precedenti. Una parte dei turisti evacuati - specifica Nobiletti - sono stati alloggiati in una palestra del comune, una seconda parte in un'altra struttura ricettiva, una terza parte è ripartita perché si trattava di camperisti". L'ipotesi di un atto criminale è confermata dal tenente colonnello Giuliano Palomba, comandante del reparto carabinieri parco nazionale del Gargano e dell'Alta Murgia, che sta coordinando l'indagine. "Abbiamo individuato già da questa mattina l'origine dell'incendio e provveduto a sequestrare degli oggetti che fanno supporre l'origine dolosa delle fiamme".
"Abbiamo comunicato tutto ciò che abbiamo rintracciato alla magistratura. Da giorni seguivamo delle tracce che ci hanno condotto a due filoni investigativi su cui ci stiamo concentrando".

A spingere verso l'ipotesi del gesto doloso è anche l'inquietante coincidenza temporale: l'incendio è infatti scoppiato nello stesso in giorno in cui, il 24 luglio del 2007, fu appiccato il rogo che distrusse migliaia di ettari di vegetazione tra Peschici e Vieste, alle pendici del Gargano. Secondo l'arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, padre Franco Moscone, le fiamme sono state appiccate "non a caso, proprio nel giorno dell'anniversario del tragico incendio che devastò Peschici il 24 luglio di 17 anni fa, e questo di oggi è il quinto tentativo occorso in questa settimana di appiccare il fuoco proprio nel bosco sovrastante la fascinosa baia viestana di San Felice".
"Ma ancor più va denunciato - spiega l'arcivescovo - che i roghi funesti sono chiaramente provocati da mani fomentatrici di odio verso il Creato e verso la popolazione del nostro Gargano, un territorio che dà futuro solo se tutti insieme siamo capaci di preservarne la sua identità e la sua bellezza: quanto accaduto quest'oggi è un autentico gesto criminale commesso contro l'umanità di oggi e di domani, messo in atto da piromani, inviati certamente da mandanti, motivati da pura logica criminale e fomentata da meri interessi personali".

"Ai numerosi turisti ospitati nelle strutture investite dall'incendio - aggiunge Moscone - porgo la mia solidarietà e vicinanza per i disagi subiti. Alle Forze dell'Ordine e ai volontari di Protezione Civile impegnati nel duro lavoro di fronteggiare e spegnere l'incendio va il mio ringraziamento. Ai cittadini di Vieste va il mio plauso fraterno e la mia sincera ammirazione per l'opera di accoglienza e solidarietà verso i turisti, nostri ospiti, che alimentano in modo bello la nostra proposta di un'economia accogliente. Al Sindaco di Vieste, in particolare, oltre che porgere solidarietà, sono personalmente vicino, appoggio pienamente l'opera fattiva svolta e condivido la sua denuncia del grave misfatto operato".

L'incendio di 17 anni fa provocò tre vittime e danni a migliaia di turisti, che furono messi in salvo anche via mare. Nel momento in cui si prigionarono le fiamme la costa di Peschici era affollata di turisti. E proprio in spiaggia ci furono scene di terrore, con migliaia di bagnanti in fuga dal fumo via mare, raccolti dalle navi delle capitanerie di porto e da soccorritori improvvisati: privati e pescatori che fecero la spola per portare la gente in salvo.

Non riuscirono a sfuggire alle fiamme gli anziani fratelli Carmela e Romano Fasanella, di 81 e 71 anni, che morirono carbonizzati, e Domenico De Nittis, di 60 anni, deceduto tre giorni dopo a causa delle gravi ustioni riportate sul 60% del corpo. De Nittis, sposato e padre di tre figli, tentò invano di difendere dalle fiamme il suo punto vendita di oggetti in ceramica, sulla provinciale Peschici-Vieste. Nella zona l'allarme scattò poco dopo le 10, quando le fiamme cominciarono a lambire le prime strutture turistiche (la zona è piena di camping). Pian piano il fuoco si estese, alimentato dal forte grecale, e si scatenò l'inferno. Campeggi distrutti, centinaia di auto in cenere, fumo asfissiante, gente in fuga in costume da bagno. Oltre 300 persone furono medicate, molte delle quali rimaste intossicate dal fumo o in preda a crisi di panico. Complessivamente furono circa 3.000 le persone evacuate.