C'è un bel po’ di surreale da queste parti. Come i verbali di notifica «per il rispetto delle misure fitosanitarie obbligatorie per il contenimento delle infezioni da Xylella» a firma «Corpo forestale dello Stato» che arrivano ai proprietari degli uliveti e le telefonate sempre degli agenti della forestale e sempre per convocare quegli agricoltori (finora circa settecento tra i primi e le seconde). Uno dei quali chiede esplicitamente «Lei vuole vedere se io ho buttato dei pesticidi nella mia campagna in sostanza?» e l’agente risponde «Sì». E a questo punto immaginare che la multa di mille euro tocchi a chi li ha buttati sarebbe sbagliato.
Niente pesticidi? Mille euro di multa. «Stiamo facendo dei controlli sui terreni – si era presentato l’agente della Forestale –, volevamo sapere se lei ha effettuato sui suoi terreni, dove ci sono gli ulivi naturalmente, dei trattamenti con prodotti fitosanitari». «A quale riguardo, mi scusi?», ribatte l’agricoltore. «Per la questione Xylella – risponde l’agente –, c’era un’ordinanza che diceva che entro il 30 maggio dovevano essere fatti questi trattamenti. Le è possibile raggiungerci qui con la relativa documentazione?». Di nuovo l’agricoltore: «Che genere di documentazione vuole?». L’agente: «Dell’acquisto dei prodotti fitosanitari, se c’è il registro dov’è stato scaricato il trattamento fatto». Cioè «lei vuole vedere se io ho buttato dei pesticidi nella mia campagna in sostanza?» e l’agente risponde «Sì». Poi, alla fine – conclude – «verrà fatto un verbalino della documentazione che lei ha...».
«Quel che volete, ma fermatelo». Surreale come una scena di lunedì mattina, quando il Commissario Ue per la Salute, Vytenis Andriukaitis, è stato portato a vedere la situazione in località "Li Sauli" e poi a Trepuzzi. Qui, nel terreno dove un anno mezzo fa furono tagliati centoquattro ulivi infetti (si presume) da Xylella, è stato chiesto a chi li tagliò se questo avesse frenato la diffusione del disseccamento: «No, anzi è aumentata», la loro risposta. Non soltanto. Il proprietario del terreno, che si chiama Tommaso, ha raccontato come dalle poche radici rimaste di quegli ulivi sradicati sono poi ricresciuti nuovi alberi che adesso «stanno benissimo». E Andriukaitis sembrava non credere alle sue orecchie: «Beh, allora mettetevi d’accordo – sbottava –, fate quel che volete, basta che si fermi questo disseccamento».