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Il caso Ilva Taranto. Via i 50 milioni per le cure. L'ira di Emiliano: una botta

Eugenio Fatigante sabato 26 novembre 2016

Le ciminiere dell'Ilva (Reuters)

È stata l’ultima sorpresa alla Camera per la legge di Bilancio. In extremis, l’altra notte, è saltato un emendamento, su cui inizialmente il governo (e anche il Pd, con il capogruppo Rosato) aveva dato parere favorevole, che avrebbe permesso di sbloccare risorse destinate alla sanità tarantina: 50 milioni per potenziare le strutture, il personale e l’attività diagnostica per fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dall’Ilva di Taranto. In particolare, sostengono i deputati pugliesi, «per curare i bambini». Lo stop è stato decretato dallo stesso governo e, naturalmente, ha mandato su tutte le furie i parlamentari pugliesi.

«Senza alcuna spiegazione, per quella spesa che avevamo concordato di mettere tra le priorità non c’era più il via libera di Palazzo Chigi. Ne chiederò conto è non farò sconti a nessuno», ha detto il presidente della Commissione Bilancio, il pugliese Francesco Boccia (Pd). Analoga la delusione del vicepresidente della commissione, pure lui pugliese, Rocco Palese di CoR. «Ci avevo creduto ad avere il supporto del governo, sia nel processo di decarbonizzazione della Regione sia nel rafforzamento del sistema sanitario tarantino – si è lamentato a sua volta il presidente della Regione, Michele Emiliano –. E credo che il governo ne avrebbe avuto solo vantaggi. E invece abbiamo preso una botta».

Di una «promessa non mantenuta» ha parlato il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gattada: «Il governo vuole condannare la provincia ionica a essere ancora pregna di veleni che uccidono ». Diversa è la lettura del governo. A parlare è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti: «È assolutamente squallido strumentalizzare la salute dei tarantini, in specie quella dei bambini, per coprire la più totale inadeguatezza del servizio sanitario pugliese. Su Taranto – ha proseguito – c’è un impegno fattivo del governo. A partire dagli 800 milioni messi in campo nel Contratto istituzionale di sviluppo per la città, 200 dei quali destinati all’ospedale San Cataldo, per passare agli altri 800 milioni stanziati per risanare l’Ilva e infine, con un altro emendamento alla legge di Bilancio, si prevede che i proventi derivanti da una eventuale confisca dei beni dei Riva saranno assegnati al risanamento di Taranto». De Vincenti quindi conclude: «Questi sono i fatti e le cifre, il resto è indecenza». Ironica la controreplica di Boccia: «Bastava un sì. Sono sempre più sorpreso per la mutazione del professor De Vincenti».