Via della seta. Di Maio e Salvini divisi sul memorandum d'intesa tra Italia Cina
Governo diviso sulla cosiddetta "Via della Seta". Di Maio parla di «pieno accordo nel governo». Ma Salvini chiarisce che «se si intravederà un pericolo per la sicurezza ci sarà un secco no» perché «non è un testo sacro, tutto è perfettibile». Sul memorandum di intesa con la Cina il segretario della Lega frena, chiedendo «estrema prudenza», mentre il capo politico pentastellato parla di «grande opportunità per le nostre imprese».
Salvini, che già nei giorni scorsi aveva espresso dubbi, conferma oggi la sua posizione prudente: «È mia competenza garantire la protezione della sicurezza degli italiani - dice il ministro dell'Interno - e se ci sarà il solo lontanissimo dubbio che certe acquisizioni possano mettere in difficoltà la sicurezza nazionale, da ministro dell'Interno, dirò un secco "no". Non si può permettere la penetrazione di economie straniere che possa condizionare quella italiana. Prima di permettere a qualcuno di investire sul porto di Trieste o di Genova ci penso non una ma 50 volte. Se fosse un americano nessun problema. Se invece venisse dalla Cina sarebbe diverso. Ogni investimento in settori strategici necessita la massima prudenza». Il memorandum d'intesa tra Italia e Cina, puntualizza il vicepremier leghista, «non è un testo sacro, per quello che mi riguarda, tutto è perfettibile e migliorabile. Ma il 5G non è nel memorandum, è un'altra cosa, sono questioni che viaggiano parallele, ma sono due cose diverse», assicura il ministro dell'Interno.
I NODI Il patto tra Italia e Cina ignora le insidie della Via della Seta di Pietro Saccò
Toni molto diversi dal ministro dello Sviluppo economico: sulla "Via della Seta", dice Luigi Di Maio, «sono contento che nel Governo ci sia totale accordo. Con questo memorandum si comincia a prendere i prodotti italiani e a portarli in Cina: per questo sono contento che da stamattina ci sia totale accordo nel Governo. E sono contento che anche il Quirinale abbia manifestato assenso". Di Maio aggiunge che «quando verrà qui il presidente cinese e firmerò la via della seta, in quegli stessi giorni firmiamo degli accordi importantissimi per le nostre piccole e medie imprese, ma anche per le nostre aziende di Stato: tante partnership e occasioni di lavoro in Cina per le nostre aziende che significa portare il 'Made in Italy' nel mondo. La via della Seta - aggiunge il vicepremier pentastellato - non deve essere vista assolutamente come una nuova alleanza geo-politica: è un memorandum che firmerò io come Ministro dello Sviluppo economico e che servirà anche ai porti del Sud ed è una grande opportunità per le nostre imprese di portare le eccellenze agroalimentari e artigianali in Cina».