Messaggio. Il Papa: «L'essenziale è non rassegnarsi a una pace impossibile»
L'ingresso Sud della Fiera di Rimini
«Di fronte alla tentazione dello scoraggiamento, alla complessità della crisi attuale e, in particolare, alla sfida di una pace che sembra impossibile», il Papa «esorta tutti a diventare protagonisti responsabili del cambiamento, collaborando attivamente alla missione della Chiesa, per dare vita insieme a luoghi in cui la presenza di Cristo si possa vedere e toccare». Lo scrive nel messaggio inviato, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, al vescovo di Rimini monsisgnor Nicolò Anselmi in occasione del 45/o Meeting per l'amicizia tra i popoli, in programma da domani al 25 agosto, che si aprirà proprio all'insegna del tema della pace con l'intervento, in programma alle ore 12, del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini.
"Se non siamo alla ricerca dell'essenziale, allora cosa cerchiamo?", il tema di quest'anno. Papa Francesco «apprezza e condivide la finalità del prossimo Meeting, perché puntare all'essenziale ci aiuta a prendere in mano la nostra vita e a farne uno strumento di amore, di misericordia e di compassione, diventando segno di benedizione per il prossimo». E «questo corale impegno può generare un mondo nuovo, dove finalmente a trionfare sia l'Amore che in Cristo si è manifestato a noi, e l'intero pianeta diventi tempio di fraternità. Proprio mentre attraversiamo tempi complessi, la ricerca di ciò che costituisce il centro del mistero della vita e della realtà è di cruciale importanza», prosegue il messaggio. La nostra epoca, infatti, «è segnata da problematiche varie e notevoli sfide, dinanzi alle quali riscontriamo talvolta un senso di impotenza, un atteggiamento rinunciatario e passivo che possono condurre a "trascinare la vita" e a lasciarsi travolgere dallo stordimento dell'effimero, fino a perdere il significato dell'esistenza». Perciò, «è quanto mai pertinente la scelta di mettersi sulle tracce di ciò che è essenziale».
Così, «mentre soffiano i gelidi venti della guerra, aggiungendosi a ricorrenti fenomeni di ingiustizia, violenza e disuguaglianza, nonché alla grave emergenza climatica e ad una mutazione antropologica senza precedenti, è imprescindibile fermarsi e chiedersi: c'è qualcosa per cui vale la pena vivere e sperare?». Il Papa esorta allora a «leggere anche le resistenze, le fatiche e le cadute degli uomini e delle donne di oggi come un appello a riflettere, perché il cuore si apra all'incontro con Dio e ciascuno prenda coscienza di sé stesso, del prossimo e della realtà». Il suo invito è a «farsi mendicanti dell'essenziale, di ciò che dà senso alla nostra vita, anzitutto spogliandoci di ciò che appesantisce il quotidiano». In tal modo, «scopriamo che il valore dell'esistenza umana non consiste nelle cose, nei successi ottenuti, nella corsa della competizione, ma anzitutto in quella relazione d'amore che ci sostiene, radicando il nostro cammino nella fiducia e nella speranza: è l'amicizia con Dio, che si riflette poi in tutte le altre relazioni umane, a fondare la gioia che non verrà mai meno». E quindi «ritornare all'essenziale che è Gesù non significa evadere dalla realtà», ma, al contrario, «è la condizione per immergersi davvero nella storia, per affrontarla senza fuggirne le sfide, per trovare il coraggio di rischiare e di amare anche quando sembra che non ne valga la pena, per vivere nel mondo senza timore alcuno».