Roma. Via libera a Quota 100 e Reddito di cittadinanza / LE SLIDE DEL GOVERNO
Il premier Conte durante la conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri
Via libera al "decretone" su quota 100 e reddito di cittadinanza. Il Consiglio dei ministri convocato a Palazzo Chigi per le 18 si è concluso senza problemi in poco più di una mezz'ora. I paletti finali erano già stati fissati nel vertice mattutino. Particolarmente soddisfatto il premier Giuseppe Conte: "Rappresenta una tappa fondamentale per questa esperienza di Governo".
Il premier ha sottolineato che il "progetto riguarda cinque milioni di persone che si trovano in povertà e un milione di persone che potranno andare nel triennio in anticipo in pensione".
Reddito di cittadinanza, inclusione e formazione
Il vicepremier Luigi Di Maio "In sette mesi abbiamo realizzato le misure centrali del contratto di governo: reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. Adesso abbiamo la dimostrazione con i fatti che tutti gli altri punti del contratto si possano realizzare. A chi diceva fosse fantascientifico dico che la migliore risposta è questa".
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"Le coperture - ha continuato Di Maio - c'erano e a tutti quelli che hanno detto che non si poteva fare dico che in 7 mesi lo abbiamo fatto segnando un giorno storico. In poco più di 20 minuti il Cdm ha deciso di fondare un nuovo welfare State in Italia che aiuta le persone in difficoltà e le mette al centro di una rivoluzione del mondo del lavoro". Il reddito di cittadinanza "è una misura di reinserimento al lavoro, non è assistenzialismo, abbiamo progettato il più grande investimento in capitale umano della storia d'Italia". E ha aggiunto: "Non converrà rifiutare la prima offerta di lavoro, perché dalla seconda e la terza si va sempre più lontano. Se ci sono minori o disabili nel nucleo famigliare però non si andrà oltre 250 km".
"Se sei adeguatamente formato devi assolutamente sottoscrivere il 'patto per il lavoro', ti prendi degli impegni con lo Stato, se non li rispetti decade il Reddito. Se non sei formato c'è il 'patto della formazione'.
Se non sei in condizione di lavorare sottoscrivi il patto per l'inclusione sociale. Verrà chiesto di partecipare a 8 ore di lavori o progetti di pubblica utilità".
Insomma il reddito di cittadinanza sarà erogato da aprile, con l'utilizzo delle carte Postepay
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Il ministro dello Sviluppo economico e lavoro ha sottolineato poi che oltre al patto per il lavoro e al patto per l'inclusione sociale ci sarà anche "un patto per la formazione", siglato con "enti di formazione bilaterale, enti interprofessionali o aziende", per chi non è "adeguatamente formato" per entrare subito nel mondo del lavoro.
Di Maio ha anche affermato che per febbraio saremo pronti a pubblicare il sito internet che dirà quali documenti sono da preparare e poi il sito da marzo sarà attivo per recepire la documentazione. Non c'è bisogno di andare a nessuno sportello se non si vuole. Possibile fare tutto con il portale" ma in alternativa si potrà usare "un normale sportello postale" o ancora i Caf. "Dopodiché l'Inps verifica e il reddito sarà erogato con una normalissima carta elettronica di Poste italiane. Dopo l'accesso al programma, entro 30 giorni, si sarà contattati dai soggetti attuatori".
In quanto ai disabili il ministro ha ricordato che ci sarà una "integrazione" per "255mila nuclei familiari" con persone con disabilità.
Quota 100 e pensioni di cittadinanza
Il vicepremier Matteo Salvini ha puntato su quota 100: "C'è un'autostrada aperta per tantissimi italiani". E ci sarà "subito la liquidazione per il settore pubblico, 30 mila euro cash" e con quota 100, ha ribadito, "non c'è nessuna penalizzazione e nessun taglio, sarà una libertà di scelta".
Reddito di cittadinanza e Quota 100, ha aggiunto "sono due iniziative che sono un patto generazionale tra i 20enni e i 60enni".
Chi matura i requisiti per 'quota 100' entro il 2021 potrà andare in pensione anche dopo il periodo di sperimentazione triennale. Lo prevede la bozza di decreto all'esame del Cdm. "Il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2021 può essere esercitato anche successivamente alla predetta data, ferme restando le disposizioni del presente articolo"
Di Maio ha poi ricordato che "ci sono anche le pensioni di cittadinanza e che le stanno aspettando tanti pensionati che vanno alla mensa dei poveri. Ci saranno 780 euro se il pensionato vive da solo e per un nucleo fino a 1032 euro di pensione di cittadinanza".
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Il vertice della mattina
Si è concluso dopo circa un'ora e 20 il vertice governativo convocato a Palazzo Chigi questa mattina per fare il punto sul "decretone" che accorperà le due misure bandiera: reddito di cittadinanza e "quota 100" sulle pensioni. Il vertice - cui hanno preso parte il premier Giuseppe Conte, i vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, e i sottosegretari Laura Castelli, Massimo Garavaglia e Claudio Durigon - precede il Consiglio dei ministri in programma per le 18.
«Il nodo del Tfr agli statali è stato risolto» e sono state trovate le coperture. Lo ha affermato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, lasciando Palazzo Chigi, al termine del vertice di maggioranza sul decretone. «Il testo è pronto, tutto bene, tutto in ordine, tutti risolto», ha aggiunto Durigon. Trovate risorse anche per il fondo volo Alitalia.
Intanto nel calendario di febbraio dell'aula della Camera, confermato dalla riunione dei capigruppo odierna,
ci sono, tra gli altri provvedimenti, il dl Semplificazioni, il dl Carige e il ddl costituzionale sul referendum se non approvato a gennaio, ma è altamente probabile che nel calendario, stando a quanto emerso, possa essere inserito il "decretone" su reddito di cittadinanza e su quota 100 che dovrebbe essere approvato dal Cdm di oggi pomeriggio. Il provvedimento, quindi, partirebbe dalla Camera.
I nodi del "decretone"
Risolta la querelle sulla finestra di prima uscita degli statali (all'inizio doveva essere a ottobre, poi, su insistenza dello stesso Salvini, è stata anticipata a luglio, nonostante le perplessità del ministro della Pa che la deve gestire, Giulia Bongiorno) è emerso il problema del trattamento di fine servizio, strettamente finanziario, ma anche di equità tra 'quotisti', che lo prenderebbero solo al raggiungimento dei 67 anni, e chi sta andando in pensione con le regole della Fornero, con dilazione fino a due anni per la buonuscita. Alla fine è passata l'idea di consentire a tutti i lavoratori pubblici di chiedere al momento della pensione un anticipo del Tfr (con interessi a carico dello Stato, ma probabilmente fino a 50mila euro). «Nessun problema sul fronte del trattamento di fine rapporto per gli statali, in relazione a quota 100 sulle pensioni», chiariscono fonti di governo. «Secondo il testo che è in via di perfezionamento in queste ore - spiegano - il Tfr sarà quasi interamente erogato immediatamente a chi va in pensione. Questo sarà possibile grazie a un accordo tra Stato e le banche senza alcun onere a carico del lavoratore. La parte residuale sarà erogata secondo le norme previste dalla legge». Tra le 'sfumature' delle norme per le pensioni, dovrebbe averla spuntata anche la proposta di innalzare agli under 45 lo sconto per riscattare la laurea. Ma fino alla fine non sono escluse sorprese, anche sul fronte dell'Inps dopo la scadenza di Tito Boeri, in attesa del ripristino del Cda. Anche in questo, prima era filtrata l'ipotesi di commissariamento per traghettare l'istituto alla nuova governance, poi in casa pentastellata era stato escluso.
I 5 Stelle comunque hanno lavorato soprattutto al reddito. Cercando di superare anche alcune obiezioni leghiste, a partire da quella sollevata un po' a sorpresa sui fondi per i disabili. La soluzione prospettata da Di Maio, di "coprire" con il nuovo sussidio circa 260mila famiglie con invalidi civili, almeno al 67%, non avrebbe accontentato del tutto l'alleato (anche perché si tratta di circa la metà della platea che attualmente prende la sola pensione di invalidità, legata al reddito). Un nodo che però potrebbe essere affrontato anche nel corso dell'iter parlamentare. Tra i due azionisti di maggioranza si sarebbe aperta poi anche una discussione sul ruolo dell'Anpal, che, nella lettura leghista, dovrebbe intervenire solo laddove le strutture già presenti sul territorio siano più in difficoltà, senza 'interferire' con l'attività di reinserimento al lavoro nelle Regioni in cui il sistema già si dimostra più efficiente. I 5 Stelle intanto hanno presentato emendamenti al decreto Semplificazioni con alcune proposte ad hoc per rafforzare i Caf, coinvolti direttamente nella distribuzione del reddito. L'esame va a rilento, nonostante la scadenza del 12 febbraio per la conversione.