IL VERTICE. Il Colle apre all'election day «Ma prima legge elettorale e di stabilità»
L'ipotesi election day per il 10 marzo sembra più concreta dopo il vertice al Quirinale, nel corso del quale si è ritenuta più appropriata la data del 10 marzo per le regionali. Ciò farebbe intendere che, dopo l'ok alla legge di stabilità e alla riforma elettorale, si potrebbe arrivare all'accorpamento con le politiche per il 10/3.LA NOTA DEL QUIRINALEIl Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell'incontro con i Presidenti del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Consiglio dei Ministri, ha richiamato l'auspicio da lui espresso in tempi recenti che si proceda verso "una costruttiva conclusione della legislatura ancora in corso, così da portare avanti la concreta attuazione degli indirizzi e dei provvedimenti definiti dal governo e approvati dal Parlamento". Adempimenti prioritari e ineludibili nel corso delle prossime settimane appaiono comunque l'approvazione finale in Parlamento della legge di stabilità e quindi quella della legge di bilancio per il 2013". È quanto si legge in una nota del Quirinale. "L'esigenza di regole più soddisfacenti per lo svolgimento della competizione politica e a garanzia della stabilità di governo, e le aspettative dei cittadini per un loro effettivo coinvolgimento nella scelta degli eletti in Parlamento, rendono altresì altamente auspicabile la conclusione - invano a più riprese sollecitata dal Presidente della Repubblica - del confronto in atto da molti mesi per una riforma della legge elettorale. Il Capo dello Stato - prosegue il comunicato - ha richiamato l'orientamento e l'impegno a concordare tale riforma che erano risultati già dagli incontri da lui tenuti alla fine dello scorso mese di gennaio con gli esponenti dei cinque partiti rappresentati in Parlamento. Una costruttiva conclusione della legislatura - dettata anche dalla serietà dei problemi che il paese ha di fronte e dall'acutezza di fenomeni di disagio sociale che si vanno manifestando - sconsigliano un affannoso succedersi di prove elettorali. La convocazione - che comunque non spetta al Presidente della Repubblica - di elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali scioltisi in Lazio e Lombardia per crisi politiche e in Molise per giudizio di illegittimità, è regolata da diverse normative regionali, pur dovendosi considerare i principi generali posti dalla sentenza n. 196/2003 della Corte Costituzionale e rispecchiatisi nella recente sentenza del Tar Lazio. È però indubbia, per valutazioni d'interesse generale, l'esigenza di un contestuale svolgimento delle elezioni nelle tre suddette Regioni. Si è a tale proposito ritenuta appropriata la data del 10 marzo 2013". "Distinta, e rimessa all'esercizio di una prerogativa propria ed esclusiva del Presidente della Repubblica, è la questione delle elezioni per il rinnovo delle Camere. In proposito si ricorda che il Capo dello Stato aveva rilevato, il 3 novembre scorso, la carenza, fino a quel momento, di condizioni oggettive e di "motivazioni plausibili" per un'anticipazione sia pur lieve della convocazione delle elezioni politiche. Si attende dunque il verificarsi delle condizioni opportune - conclude la nota - per la decisione che la Costituzione riserva al Capo dello Stato".