Non solo caos e tensioni. Sul travagliato “confine” di Ventimiglia ora si affaccia l’inquietante ipotesi di un interesse della ’ndrangheta. Che, attratta dal “business” dei migranti diretti in città per raggiungere la Francia, incaricherebbe i passeur di organizzare e controllare i flussi. L’allarme è stato lanciato dopo che nelle tasche di alcuni nordafricani – fuggiti da Lampedusa, dai centri di Manduria e di Santa Maria Capua Vetere nel tentativo di raggiungere l’estremo Ponente ligure – sarebbero stati trovati numeri di cellulari che ricondurrebbero ad esponenti della malavita organizzata. Notizia né confermata né smentita dalle forze dell’ordine, e che tuttavia potrebbe non allontanarsi troppo dalla realtà vista la forte presenza delle cosche nelle province liguri di Ponente. Com’è già stato appurato in passato, peraltro, l’organizzazione è già specializzata in espatri illegali attraverso il confine tra Liguria e Provenza. L’obiettivo delle ’ndrine, dunque, sarebbe in queste ore quello di entrare in pieno controllo dei movimenti sul confine, mettendo in mano ai passeur “di fiducia” la gestione dei migranti che arrivano in città. Quest ultimi, d’altronde, potrebbero aumentare ulteriormente in numero, come teme anche il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino, che ha parlato di 400 possibili nuovi arrivi tra stanotte e oggi: «La città è già al limite da giorni – dice il primo cittadino – e non potrebbe sopportare un numero maggiore di persone. Il centro per ora sta funzionando e ci consente di far fronte all’emergenza, ma non è in grado di accogliere un’ulteriore ondata di arrivi».Intanto proprio nell’ex caserma dei pompieri, adibita a centro di accoglienza e la cui gestione è passata totalmente in mano alla Croce Rossa, si è presentata a mezzanotte di sabato scorso, stremata da un viaggio lungo e faticoso, la prima intera famiglia tunisina: il padre Ahmed, la madre (prima donna ad aver raggiunto la città di confine in questa emergenza), tre figli, di 10, 14 e 15 anni. Sono stati alloggiati in un’ex infermeria, dal momento che nel centro non è prevista la presenza di bambini, dove hanno mangiato e dormito. Sabato scorso nella struttura c’erano solo venti persone, ma la sera si è affollato di nuovi arrivi come testimonia la distribuzione di 240 pasti; a dormire sono però rimasti solo in circa 150.La convivenza tra ventimigliesi e stranieri resta buona. E mentre Claudio Bosio, segretario generale della Cisl di Imperia, informa che il sindacato è pronto a creare per gli stranieri «uno sportello di orientamento al lavoro, ai servizi sociali, per l’inserimento nella società civile e ad organizzare corsi di lingue», nella tarda serata di ieri a far visita al centro sono arrivati l’assessore all’Immigrazione della Regione Liguria, Enrico Vesco e lo stesso presidente, Claudio Burlando.