Non smette di tremare la terra tra le province di Modena e Ferrara. Dalle 20 di ieri sera alle 7 di stamani, le scosse, di bassa e media intensità, sono state 58, la più forte delle quali è stata di magnitudo 2.7, con epicentro a Finale. A Finale Emilia circa 2000 persone dormono in tenda, in auto o in roulotte parcheggiate vicino alla propria abitazione. Una scossa di magnitudo 2.4 è stata avvertita dalla popolazione alle 23:46 di ieri sera nella provincia di Latina, tra il capoluogo e i comuni di Sermoneta e Norma. Un'altra scossa di magnitudo 2.0 si è registrata in provincia di Cosenza, tra i comuni di Castrovillari, Frascineto e San Basile.
SONO 7MILA GLI SFOLLATI E 20 INDAGATI Primi indagati per il crollo dei capannoni, causato dal terremoto, che domenica mattina ha ucciso quattro operai in Emilia. Una ventina di persone, tra legali rappresentanti delle aziende coinvolte, tecnici e progettisti, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Ferrara. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. Un atto dovuto, per consentire il proseguimento degli accertamenti, mentre la terra continua a tremare. Anche ieri le scosse, alcune di forte intensità, hanno seminato il panico nei centri già colpiti dal sisma, in provincia di Modena e Ferrara. La 'psicosi' da terremoto tiene i cittadini lontani dalle case, anche quelle già dichiarate agibili dai vigili del fuoco, e così il numero degli sfollati è salito ancora. A cinque giorni dal sisma sono infatti quasi settemila le persone sparse tra i 12 campi d'accoglienza allestiti o le 46 strutture al coperto - palestre o edifici comunali - e i 14 alberghi che danno ospitalità ai terremotati. Li assistono 1.200 volontari della Protezione Civile, che intanto sta definendo con le autorità locali e le forze dell'ordine un piano per i primi interventi, quelli cioé in grado di garantire la pubblica incolumità e il rapido svolgimento delle operazioni di soccorso. "L'obiettivo è quello di accelerare la ricostruzione. Dobbiamo dare la speranza ai cittadini, alle imprese e ai lavoratori che vogliamo anticipare la ripartenza", afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, che ieri pomeriggio ha riunito in Regione le forze sociali e imprenditoriali - 5 mila le persone rimaste senza lavoro - per fare il punto sui danni subiti. "Il continuare dello sciame sismico produce una situazione di tensione permanente", aggiunge Errani, ribadendo che questa deve essere considerata "un'emergenza nazionale" e che "occorre l'impegno solidale di tutto il Paese". Il governo ha stanziato, con il decreto che ha proclamato l'emergenza nazionale, i primi 50 milioni di euro e altre risorse arriveranno grazie al taglio dei rimborsi elettorali ai partiti, come prevede un emendamento approvato ieri dalla Camera. Le banche, invece, hanno messo a disposizione un plafond di 800 milioni di euro, tra finanziamenti a tassi agevolati e una moratoria sulle rate dei mutui. Ed è probabile che arriveranno altri aiuti per far fronte ai danni di un terremoto che - dicono gli esperti in base alle rilevazioni satellitari - ha sollevato di 15 centimetri quell'area della Pianura Padana. Una forza pari a quella del sisma che ha distrutto l'Aquila. Non a caso la scossa delle 4.04 di domenica mattina ha distrutto torri, castelli e chiese, cancellando in pochi secondi un patrimonio culturale che era stato conservato nei secoli. E da cui ancora emergono nuove ferite nascoste. Come le crepe che ieri hanno spinto il sindaco di Sant'Agostino, Fabrizio Toselli, a ordinare l'evacuazione di un centinaio di persone dalle loro abitazioni di San Carlo. Oppure quelle che tengono ancora chiusa la parte centrale degli uffici della Procura di Ferrara. Gli stessi che indagano sul cedimento dei capannoni alla Tecopress, alla Sant'Agostino Ceramiche e alla Ursa di Bondeno che hanno provocato in tutto quattro delle sette vittime del terremoto. Operai al lavoro, uccisi mentre stavano terminando il turno di notte. I primi funerali si svolgeranno oggi.