Al Pdl riesce il colpaccio. Insieme sfratta la sinistra dalla Provincia di Venezia: Francesca Zaccariotto succede a Davide Zoggia, lei leghista, lui del Pd. Non gli riesce vincere, però, dove avrebbe voluto con più forza: in Comune a Padova, ritenuta dallo stesso Pdl la capitale politica del Veneto. Qui il sindaco del Pd, Flavio Zanonato, succede a se stesso. Lega e Pdl avevano messo in conto di strappare alla sinistra anche le Province di Belluno e di Rovigo. Ci sono riusciti solo ai piedi delle Dolomiti. « Venezia? È ormai l’ex piazza rossa » ha commentato Umberto Bossi, che già in campagna elettorale per la Zaccariotto, attuale sindaco di San Donà di Piave, aveva anticipato questa espressione. Zaccariotto, sostenuta da Pdl, Lega è di poco sopra il 51% a scrutinio quasi ultimato. Zoggia, presidente uscente, sostenuto dal centrosinistra, si è fermato sotto il 49%, pur recuperando parecchi voti sul primo turno. La differenza, dicono in casa Udc, l’abbiamo fatta noi. La preferenza è andata all’esponente leghista, anche se Zaccariotto non aveva accettato l’apparentamento. Amara sorpresa, invece, il risultato elettorale di Padova per il Pdl. Si aspettava che Marco Marin, l’ex olimpionico, superasse abbondantemente il 50%, invece si è fermato di due punti sotto l’asticella. Zanonato l’ha superata di una misura quasi analoga. « I padovani vogliono dare continuità all’amministrazione, questo è il riconoscimento di un lavoro ben fatto » ha commentato Zanonato. « Ho sempre proposto un programma ben chiaro per la città – ha aggiunto – mentre Marin ha ripetuto sempre gli stessi slogan imparati a memoria. Voglio essere il sindaco di tutti i padovani, l’ho sempre detto, è una vittoria che abbiamo raggiunto insieme » . « Se si conferma il dato – ha concluso – prendo più voti di scarto del primo turno ( 45,7% contro 44,9%), ed è una soddisfazione » . Zanonato ha comunque confessato che già negli ultimi giorni di campagna elettorale aveva cominciato a realizzare che ce l’avrebbe fatta, nonostante – ha puntualizzato – il massiccio intervento di ministri. Sorpresa, invece, a Rovigo. Al ballottaggio per le provinciali di Rovigo il candidato presidente del centrosinistra, Ti- ziana Michela Virgili, ha vinto con una percentuale ( non definitiva) superiore al 51% e quello del centrodestra, Antonello Contiero, si è fermato di poco al di sopra del 48%. La sorpresa è dovuta al fatto che Lega e Pdl si erano convinti di sottrarre il Polesine alle sinistre. Ed erano riusciti, in parte, a convincere anche il Pd, che invece era sicuro di battere la Lega ed il Pdl sulle Dolomiti. Giampaolo Bottacin, capogruppo regionale del Carroccio, sospinto da Bossi a candidarsi, si è affermato con il 51%, mandando a casa Sergio Reolon del centrosinistra, presidente uscente. «Questo secondo turno, con l’eccezione di Padova capoluogo, prosegue con l’avanzata complessiva del centrodestra e, all’interno dell’alleanza, sottolinea il successo dei tanti candidati leghisti, segno di una regione sempre più verde » , sottolinea il ministro veneto Luca Zaia. Il Carroccio con Zaccariotto strappa la presidenza a Zoggia Rovigo al centrosinistra, Belluno al centrodestra.