Strasburgo. Von der Leyen vara la nuova Commissione Ue. Fitto vicepresidente esecutivo
Raffaele Fitto sarà uno dei sei vicepresidenti esecutivi della nuova Commissione Europea. Lo ha annunciato la presidente dell’esecutivo Ursula von der Leyen illustrando la struttura complessiva con tutti i nomi. Per avere i pieni dettagli delle sue funzioni occorrerà aspettare la lettera d’incarico, il titolo ufficiale è vice presidente esecutivo per coesione e riforme. "Sarà responsabile – ha dichiarato Von der Leyen – del portafoglio che si occupa della politica di coesione, dello sviluppo regionale e delle città. Ci gioveremo della sua ampia esperienza per aiutare a modernizzare e rafforzare la nostra coesione, i nostri investimenti e le politiche di crescita".
Fitto, come si evince dalla lettera d’incarica pubblicata poco dopo, sarà responsabile del Piano di rilancio da 800 miliardi di euro, come già si era appreso nei giorni scorsi in varie indiscrezioni. In effetti, sottolinea la presidente nella lettera d’incarico, "attuare le riforme e gli investimenti concordati indicati dai Pnrr dei nostri investimenti concordati entro la scadenza di spesa del 2026 sarà una sfida importante e richiederà sforzi notevoli da parte di tutti gli Stati membri e della Commissione. Io vorrei che Lei guidasse questo lavoro, insieme al commissario per l’Economia (che sarà Valdis Dombrovskis, il quale eredita le mansioni ora di Paolo Gentiloni, con cui comunque già cooperava nella Commissione uscente in quanto vicepresidente all’Euro), e si concentrasse sulla piena ed efficace attuazione di NextGeneration Ue". Rilevante, peraltro, è anche il bilancio della Coesione, di cui Fitto sarà responsabile, 392 miliardi di euro per il periodo 2021-27.
"L'Italia- ha tenuto a sottolineare Von der Leyen - è un Paese molto importante e ciò si deve riflettere anche nella scelta. Il Pe ha 14 vicepresidenti, due sono di Ecr (i Conservatori di cui fanno parte FdI a Strasburgo). Ne ho tratto le conseguenze per la composizione della Commissione". "Un riconoscimento importante – ha commentato la premier Giorgia Meloni su X, congratulandosi con Fitto per la nomina - che conferma il ritrovato ruolo centrale della nostra Nazione in ambito Ue>. La nomina, ha dichiarato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, <è un'ottima notizia che conferma la credibilità e il ruolo di peso che l'Italia svolge e continuerà a svolgere in Europa! Un successo del governo".
Guardando alla struttura complessiva della nuova Commissione, spicca anzitutto il fatto che di sei vicepresidenti quattro sono donne: oltre a Kaja Kallas, che sarà Alto rappresentante Ue, figurano la spagnola Teresa Ribera Rodriguez, responsabile per la transizione climatica, la finlandese Henna Virkkunnen (sovranità tecnologica, sicurezza e democrazia), la rumena Roxana Minzatu (educazione e formazione). Oltre a Fitto c’è poi il francese Stéphane Séjourné (prosperità e strategia industriale), nominato lunedì da Emmanuel Macron al posto di Thierry Breton. Tra gli altri portafogli, oltre a Dombrovskis all’Economia, spiccano l’ex ministro delle Finanze austriaco Magnus Brunner alla migrazione, il lussemburghese Christophe Hansen all’agricoltura, il polacco Piotr Serafin al Bilancio, la croata Dubravka Suica come commissaria al Mediterraneo, lo slovacco Maros Sefcovic al Commercio estero, il danese Dan Jørgensen all’Energia, la portoghese Maria Luis Albuquerque ai servizi finanziari e l’olandese Wopke Hoekstra al Clima. Von der Leyen ha sottolineato che le priorità chiave saranno costruite "intorno alla prosperità, la sicurezza, la democrazia>, con In totale sono 40% di donne (11 su 27). La lista iniziale dei nominati dai governi ne contava appena il 22%, "del tutto inaccettabile" ha detto Von der Leyen, confermando i suoi numerosi interventi sui governi per cambiare i nomi. Il caso più recente è quello della Slovenia, con l’arrivo di Marta Kos al posto di Tomaz Vezel, che ha creato uno scontro interno tra opposizione e governo a Lubiana che ha portato al rinvio della presentazione del collegio, previsto per la settimana scorsa e ora in fase di soluzione. Quanto ai colori politici, ci sono 14 commissari del Ppe, quattro Socialisti (cinque se si considera anche Sefcovic, il cui partito Smer è membro sospeso del gruppo), cinque Renew (Liberali e macroniani), due conservatori e un indipendente. Se davvero il nodo sloveno sarà chiuso prestissimo, le audizioni dei commissari di fronte alle rispettiva commissioni europarlamentari potrebbero cominciare già in ottobre, nel tentativo di arrivare al voto in aula sull’intero collegio lo stesso mese, in modo che la nuova Commissione Europea possa entrare in funzione il primo novembre. Altrimenti, scenario molto più probabile, si avrà uno slittamento di un mese.