Attualità

ITALIA ALLE URNE. Valanga 5 Stelle, a Parma trionfa Pizzarotti

Angelo Picariello martedì 22 maggio 2012
​Il grande trionfo della lista Cinque stelle ha il volto tranquillo e rassicurante di Federico Pizzarotti. Prendi la faccia di Beppe Grillo, il volume della voce, i suoi toni hard ed ecco apparire, col nuovo primo cittadino di Parma, l’identikit dell’esatto contrario. Project manager in un istituto bancario, per di più, uno che ti immagineresti, per professione, dall’altra parte della barricata. Una vittoria strepitosa, oltre il 60%, più che triplicato il dato del primo turno, con il competitore Vincenzo Bernazzoli, del centrosinistra, che invece non si schioda dal dato iniziale.  «La gente appena ha avuto la possibilità di votare una persona normale, l’ha fatto», spiega così la sua performance, Pizzarotti, alle 16, in sala stampa. Tanto disponibile, lui, con giornali e tv, per dirne un’altra, quanto l’ex comico genovese - che a Parma fa piangere tutti i partiti - li aborrisce e li aggira con i suoi tweet e le incusioni sul blog. Il neo-sindaco rincara la dose: «I cittadini hanno eletto me e non sicuramente Grillo». Lui, il comico-fondatore del movimento, gli replica dando vita a una quasi lite a distanza: in un video messo su Youtube la mette così: «A Parma non ha vinto Pizzarotti, ma i cittadini». Ed eccolo ancora, Grillo, farsi vivo baldanzoso su Twitter: «Dopo Stalingrado ora ci aspetta Berlino!», dice, confermando il suo interesse per le elezioni politiche, fra un anno. Parla già da leader: «E adesso riprendiamoci questo disgraziato Paese», scrive in Rete a sera. Rivendica l’età media dei quattro primi cittadini "grillini": 31 anni e 6 mesi. Pizzarotti, praticamente, è il veterano, con i suoi 39 anni. Solo 6mila euro è costata la sua campagna elettorale, rivendica ancora Grillo portando alla ribalta un leit motiv di questa memorabile contesa, con il rivale Bernazzoli, che a inizio campagna aveva dichiarato un investimento di 300mila euro, salvo poi correggere il tiro e parlare prima di 200mila, poi di 120mila.Quando, alle 16 e 30, il dato si consolida per Pizzarotti è già il momento di concedersi a tutte le reti tv, piazzate in quei portici del grano, davanti al Comune, balzati agli onori della cronaca per la manifestazione degli indignados «ducali» che qui si erano fatti sentire con pentole e coperchi, sin dai primi arresti di imprenditori e dirigenti nel giugno scorso. Ne scaturì la caduta della giunta in settembre, e l’arrivo del commissario straordinario inviato dal Viminale (Annamaria Cancellieri, per la cronaca).Sotto i portici del Comune, ora, risuonano invece grida di vittoria, «Fe-de-Fe-de», invocano per nome il sindaco, facendo da sfondo ai collegamenti in diretta. Affermazioni impegnative: «Oggi ha vinto la democrazia», grida un giovane. «Ha vinto l’Italia», gli fa eco un altro. «I-ta-lia - I-ta-lia». Spunta qualche bandiera con le Cinque stelle, e uno striscione: «No all’inceneritore». Perché uno dei cavalli di battaglia del vincitore è stato il no all’impianto di Ugozzolo, già in avanzata fase di realizzazione, che Benazzoli invece difendeva, classificandolo come «termovalorizzatore». Un fattore - ne sono convinti tutti, qui - che ha avuto il suo peso. Il tema è attentamente monitorato dal leader: «Nella <+corsivo>Food Valley<+tondo>, nel regno del cibo, in una città meravigliosa come Parma, non si farà l’inceneritore», assicura Grillo. Sarà questa la sfida delle sfide del suo sindaco: rinunciare all’impianto significherà andare all’opzione «rifiuti zero», sul modello Vedelago, in Veneto, come ha promesso. L’altra sfida sarà la montagna del debito, ma qui Pizzarotti chiede tempo per accertarne l’entità. Si parla di 600 milioni, inclusi i bilanci delle partecipate, in un vortice di bilanci in rosso e investimenti tutto da decifrare.Nel Pd, intanto, è resa dei conti e il segretario provinciale, Roberto Garbi, paga con le dimissioni. Bernazzoli è riuscito a prendere addirittura qualche centinaio di voti in meno del primo turno, nonostante i competitors si fossero ridotti da 10 a 2. Per Pizzarotti, invece, primo banco di prova sarà la composizione della giunta. Promette trasparenza. E indica un nuovo metodo: «Stiamo già valutando tutti i curriculum arrivati on line». Si parla già dell’economista Loretta Napoleoni, mentre Fabio Salviato, fra i fondatori di Banca etica, viene dato al Bilancio.