Vaccini. Il ministro: saranno obbligatori a scuola. Ma il governo frena
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin
"Ho pronto un testo di legge che prevede l'obbligatorietà delle vaccinazioni per l'accesso alla scuola dell'obbligo, con un ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie indicate dal nostro ministero. L'ho mandato oggi al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e lo porterò domani in Consiglio dei ministri. Ovviamente non potrà essere approvato domani, perché necessiterà di approfondimenti e di una discussione anche da parte del ministero dell'Istruzione, per valutare se i tempi sono veramente maturi per fare una legge che ci riporti in sicurezza". L'annuncio del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è dirompente.
E diventa un caso politico, visto che appena mezz'ora dopo che è stato diffuso dalle agenzie di stampa Palazzo Chigi si affretta a smentirlo: «Domani all'esame del Consiglio dei ministri non è previsto alcun testo relativo ai vaccini».
L'intervista rilasciata dalla Lorenzin
In un'intervista rilasciata alla trasmissione tv "Night Tabloid", che andrà in onda questa sera su Raidue, il ministro ha detto di aver "immaginato questo decreto che pone l'obbligatorietà per l'accesso alla scuola dell'obbligo con il ministero della Salute che ogni anno dà la lista di quelle che sono le vaccinazioni obbligatorie, superando anche la dicotomia tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate. Tutte le vaccinazioni che sono nel piano vaccinale approvato nei Livelli essenziali di assistenza sono necessarie per la salute delle persone, poi ce ne saranno un gruppo che saranno obbligatorie per l'accesso alla scuola dell'obbligo".
La norma, ha proseguito Lorenzin, «può avere degli aspetti di complessità, per questo l'ho mandata alla presidenza del Consiglio. Spero che ci sia un approfondimento con il ministero dell'Istruzione, che ha il timore che venga leso il diritto all'accesso alla scuola. Ci saranno aspetti che andranno verificati, ma credo che i tempi siano maturi per un dibattito su un livello più alto rispetto a quello che abbiamo avuto fino a oggi". Ha aggiunto ancora il ministro Lorenzin: "Finalmente si è compresa nella popolazione l'importanza della vaccinazione e che stare sotto la soglia vaccinale è un vero e proprio pericolo. L'epidemia in atto di morbillo, che oggi ci porta più di 2.220 casi, la dice lunga sulle complicanze che ci possono essere, ma pensiamo alle varie malattie che possono arrivare, anche più gravi. Molte Regioni si sono dotate di strumenti normativi che hanno intrapreso questa strada, dalla scuola dell'infanzia, come l'Emilia Romagna, il Lazio e la Lombardia o fino alla materna come ha fatto la Toscana. Siamo pronti per un dibattito più ampio per riportare un'obbligatorietà".
A chi le ha chiesto se le vaccinazioni saranno obbligatorie già da settembre, Lorenzin ha risposto: "È una valutazione che dobbiamo fare con il Miur. Io so che questa mia proposta non sarà semplice, perché purtroppo c'e ancora una larga parte del popolazione - ha risposto e concluso il ministro- che ritiene di non voler vaccinare i propri figli".
L'obbligo già legge in Toscana, Emilia e Friuli. Pronte anche Lombardia, Piemonte, Lazio e Puglia
L'obbligo delle vaccinazioni per i bambini che si iscrivono al nido o alla scuola materna, previsto nel decreto annunciato oggi dal ministro Beatrice Lorenzin, è già legge in Toscana e in Emilia Romagna. Un provvedimento analogo è stato approvato anche dal comune di Trieste e, in generale, dal Friuli Venezia Giulia e proprio oggi dal comune di Olbia. Presto si unirà anche la Lombardia: entro giugno saranno approvate le nuove regole per gli asili nido, che prevederanno anche l'obbligo per le strutture di richiedere i certificati vaccinali dei bimbi. In Piemonte si inizia proprio oggi la discussione della legge per l'obbligo vaccinale all'asilo, con i consiglieri regionali che vengono sommersi da mail di genitori "no-vax" che chiedono di bloccare la norma. E poi ci sono Lazio (l'iter della legge è partito già a gennaio) e Puglia che stanno pensando di seguire l'esempio.
Un ritorno al passato
L'obbligo di vaccinazione per l'iscrizione a scuola non è del tutto una novità per il nostro paese. Era stato già stabilito nel lontano 1967, per essere in vigore oltre 30 anni e infine decadere nel 1999. E così oggi, nella maggior parte delle regioni italiane, si può frequentare la scuola anche senza le vaccinazioni obbligatorie, cioè quelle antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B.
Il crollo delle vaccinazioni
Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute la copertura media per le vaccinazioni contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse ed Haemophilus influenzae è stata del 93,4 per cento, in calo rispetto agli anni precedenti (94,7 per cento nel 2014, 95,7 per cento nel 2013 e 96,1 per cento nel 2012). Solo 6 Regioni hanno superato la soglia del 95 per cento per la vaccinazione anti-polio, mentre 11 sono addirittura sotto il 94 per cento. I dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia sono passati dal 90,4 per cento nel 2013 all'85,3 per cento nel 2015.
Un trend confermato anche dalle coperture vaccinali nazionali a 36 mesi (relative ai bambini nati nell'anno 2012), che permettono di monitorare la quota di quei bambini, inadempienti alla rilevazione vaccinale dell'anno precedente, che sono stati recuperati. Le coperture a 36 mesi mostrano infatti valori più alti rispetto a quelle rilevate per la medesima coorte di nascita a 24 mesi l'anno precedente e le vaccinazioni obbligatorie a 36 mesi raggiungono il 95 per cento.
Nel periodo 2014-15, le coperture vaccinali contro meningococco C e pneumococco registrano lievi incrementi, rispettivamente del 3,6 per cento e del 1,5 per cento, con un'ampia variabilità territoriale. Per malattie non presenti in Italia ma potenzialmente introducibili, come la polio e la difterite, i dati del 2015 mostrano un calo che, seppure più contenuto rispetto agli anni precedenti, non si arresta. Questo dato è particolarmente importante perché l'accumulo di suscettibili (persone non vaccinate) aumenta il rischio di casi sporadici sul nostro territorio, in presenza di malati o portatori provenienti da altri luoghi.