Coronavirus. Vaccini, ora tocca ai cinquantenni. Torna il pressing sul coprifuoco
Somministrazione dei vaccini nell’hub della Fiera di Brescia
La campagna vaccinale stenta a mantenere l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno, mentre sul fronte del contagio ieri si sono registrati 11.807 nuovi casi e 258 morti. Oggi si attende l’esito del monitoraggio settimanale (e la Sardegna preme per tornare in giallo), mentre il commissario all’emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo, annuncia che saranno aperte le prenotazioni agli over 50. Il commissario all’emergenza promette anche che a maggio arriveranno «circa 17 milioni di dosi di vaccini» e a giugno ancora di più «per vaccinare anche nelle aziende».
Fa discutere intanto l’indicazione del Cts di prolungare a 42 giorni il richiamo per i vaccini Pfizer e Moderna. Ieri alle 17 le vaccinazioni hanno raggiunto la quota totale di 22.300.567, con quasi 7 milioni di persone che hanno completato il ciclo vaccinale. «Oggi un italiano su quattro ha ricevuto almeno una dose di vaccino – ha detto il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini – e sappiamo che già con la prima dose si assicura un discreto livello di protezione». Ma secondo le elaborazioni dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) la méta delle 500mila dosi è ancora lontana, ha twittato il ricercatore Matteo Villa: «Ieri 463mila dosi somministrate».
Il commissario Figliuolo, ieri in visita a Campobasso, invita ad accelerare: «Bisogna vaccinarsi per mettere in sicurezza gli over 65 e poi aprire a tutte le classi e a chi rappresenta l’apparato produttivo del settore turistico e alberghiero, perché l’Italia deve ripartire e intercettare la ripresa economica». Procedono le prenotazioni per fasce di età più basse: la Lombardia apre da lunedì alla fascia 50-59 anni, e anche la Puglia a breve aprirà agli under 60. La logica viene illustrata ancora da Figliuolo: «L’apertura agli over 50 è legata al discorso delle prenotazioni: il piano è fatto in modo tale che quando si arriva a un certo livello di percentuale di over 80, over 70, over 65, si passa alle altre prenotazioni». «Sono confidente – ha aggiunto – che da qui a 4-5 giorni sugli over 80 tutte le regioni avranno raggiunto il target, sugli over 70 stiamo camminando molto bene».
Due milioni e 100mila dosi di vaccino Pfizer e 360mila di Moderna sono state consegnate mercoledì alle Regioni. La decisione però di rinviare il richiamo da 21 a 42 giorni suscita dibattito: a favore si sono pronunciati Silvio Garattini (Istituto Mario Negri), Matteo Bassetti (ospedale San Martino di Genova) e Fabrizio Pregliasco (Istituto Galeazzi di Milano); più cauti Mauro Minelli (Fondazione italiana medicina personalizzata), critica Maria Rita Gismondo (ospedale Sacco di Milano). Mentre la Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi (Foce) chiede che ai pazienti più fragili non venga rimandata la seconda dose. Tra le Regioni, il Lazio manterrà la seconda dose a 21 giorni, mentre la Lombardia passerà a 42 a partire dalle prenotazioni di oggi.
Secondo l’assessore alla Sanità della Puglia, Pierluigi Lopalco, si tratta di una «decisione vantaggiosa, ma il suo impatto sulla campagna vaccinale è relativo». Oggi è atteso il monitoraggio settimanale della cabina di regia per la classificazione delle Regioni. Anche se l’ordinanza del ministro della Salute prevede un’altra settimana in arancione, dall’assessorato alla Sanità della Sardegna è stata inviata una relazione che fotografa la situazione epidemiologica regionale, con un indice di contagio Rt di 0,74, e chiede il ritorno in fascia gialla. Chi invece rischia il ritorno in arancione è il Veneto, dove l’indice Rt è risalito a 0,95. Mentre in Basilicata 8 Comuni sono entrati in zona rossa fino al 16 maggio, ma la Regione spera nel giallo.
A far discutere è ancora il coprifuoco. Ieri il leader della Lega, Matteo Salvini, ha ribadito che i ministri leghisti la settimana prossima ne chiederanno la cancellazione «fidandoci del buon senso degli italiani». Più cauto il commissario Figliuolo che sottolinea come «saranno le evidenze scientifiche a decidere. Più ci vacciniamo e più possiamo aiutare la scienza a decidere ». Mentre le categorie produttive, in particolare palestre e ristoranti, chiedono di abolirlo o rivederlo da lunedì 17 maggio.