La legge. Utero in affitto reato universale. Verso il voto definitivo al Senato
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Già approvato alla Camera nel luglio 2023, il disegno di legge Varchi (dalla proponente deputata di FdI) per rendere l’utero in affitto reato universale dovrebbe essere votato mercoledì anche in Senato. Un passaggio senza intoppi pare scontato, ma la discussione pubblica sembra invece destinata ad andare avanti a lungo e con toni piuttosto accesi. Ieri alcuni esponenti delle opposizioni hanno raggiunto piazza Vidoni per dare il proprio sostegno alle “famiglie arcobaleno”, riunite assieme a diverse associazioni per un sit-in di protesta contro il provvedimento. Mentre oggi, a dimostrazione della forte polarizzazione attorno al tema, sarà il turno dell’associazione Pro Vita & Famiglia che invece ha sempre appoggiato il disegno di legge.
Il ddl prevede che il ricorso alla gestazione per altri diventi un reato punibile anche se commesso da cittadini italiani in un Paese in cui è legale. La pena, in caso di condanna, prevede da sei mesi a due anni di carcere (anche se la Lega ha presentato un emendamento a Palazzo Madama per arrivare a dieci) e una multa da 600mila euro a 1 milione di euro. La commissione Bilancio del Senato ha già dato parere favorevole lunedì con il voto della maggioranza.
Da sinistra le critiche ricalcano in buona parte quelle delle diverse associazioni attive per contrastare il testo della maggioranza. Per Nicola Fratoianni di Avs si tratta di una legge «sbagliata, violenta e anche demenziale», sintomo di una scarsa sintonia «con ciò che accade nella società», e voluta da «sepolcri imbiancati» per imporre «il panpenalismo, la punizione e la vendetta contro tutto ciò che è dissonante rispetto alla loro ortodossia retrograda». Alessandro Zan del Pd, a sua volta firmatario di una legge molto controversa, vede nel testo Varchi il tentativo del governo di «coprire col fumo i suoi fallimenti». In piazza c’era anche Nicola Vendola (padre di un bimbo avuto con la maternità surrogata e convinto sostenitore della pratica) assieme ai rappresentanti di molte realtà Lgbtq. Più Europa ha invece presentato una proposta di legge formulata dall’associazione Luca Coscioni per rendere legale l’utero in affitto e Riccardo Magi ha invitato le opposizioni ad appoggiarla e a sostenere «i ricorsi non appena ci saranno le prime incriminazioni, perché sicuramente verrà sancita l'incostituzionalità di questa norma».
Diametralmente opposte le argomentazioni di Pro Vita & Famiglia, espresse in una nota dal portavoce nazionale dell’associazione, Jacopo Coghe: «Oggi potrebbe essere una giornata storica per l’Italia e il nostro Paese potrebbe essere il primo al mondo a rendere reato universale una pratica che, come ha ribadito anche la nostra Corte costituzionale, “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”. Per Pro Vita & Famiglia sarebbe il coronamento di anni di battaglie culturali e politiche, fatte di affissioni per le strade, una petizione popolare firmata da oltre 61.000 firme, manifestazioni, flash mob». Coghe ha chiesto di dare «un segnale completamente opposto» a quello dei sostenitori della gestazione per altri, contraddistinto da elementi di «civiltà, buon senso e umanità nei confronti delle donne, che non possono essere trattate come “fabbriche” e dei bambini che non sono un oggetto da vendere e comprare come in un supermercato per soddisfare i capricci ideologici di chi vuole figli letteralmente ad ogni costo».
Per il senatore di FI Maurizio Gasparri è necessario «dare un segnale morale contro la pratica turpe dell'utero in affitto, che porta allo sfruttamento del corpo delle donne e alla compravendita di bambini».