Rai. Urso: famiglia e natalità al centro della proposta culturale
Il ministro Adolfo Urso
Adolfo Urso racconta un'Italia dove non nascono più bambini. 392 mila nel 2022. Un ennesimo record negativo. Un'Italia sempre più vecchia. Un'Italia dove l'inverno demografico sembra un male inguaribile. Il ministro delle Imprese parla davanti alla Commissione di Vigilanza Rai e lancia la sfida: la «promozione della natalità e della genitorialità nel nuovo contratto di servizio Rai risponde a un'esigenza del Paese alle prese con una situazione allarmante». Non è la svolta di un ministro, è il progetto dell'intero governo e di Giorgia Meloni: servono scelte per invertire un trend, ma soprattutto serve un gioco di squadra, serve mettere da parte logiche di schieramento. Ma cosa c'entra la Rai? Che ruolo può avere la tv pubblica? «Oggi - insiste Urso - la tendenza è sottolineare gli aspetti negativi di natalità e genitorialità. Mentre la sfida è rappresentarne i valori positivi e le emozioni che portano i bambini nelle famiglie. Anche perché da qui nasce predisposizione a prendersi cura degli altri, dei figli e degli anziani. Anche la principale industria culturale del Paese si impegni in questa proposta culturale». Il ministro poi risponde e chiarisce. «La Rai nei nuovi palinsesti ha incrementato i programmi di inchiesta per numero e quantità di ore, a partire da Report che, spostandosi alla domenica, avrà una durata maggiore e una serialità più lunga». Parole nette che vengono apprezzate dalla presidente della Commissione Barbara Floridia: «Bene Urso sull'importanza delle inchieste giornalistiche e sulla loro presenza nei palinsesti Rai». Parlare di nuova Rai non è possibile senza parlare di come sta cambiando il mondo dell'informazione. Urso lo dice con nettezza. «È evidente come il contratto di servizio Rai non possa rimanere impermeabile alle trasformazioni tecnologiche... Serve una strategia per la digitalizzazione per valorizzare personalità e modelli produttivi. E serve un impegno strutturato a 360 gradi per rispondere alle esigenze del mercato e alle nuove tecnologie». Poi due parole sul canone: «Nel governo c'è una riflessione in corso».