Attualità

Il dibattito. Unioni gay, prove di dialogo e voto segreto

Angelo Picariello martedì 20 ottobre 2015
Unioni civili? La famiglia viene prima. Dopo l’invito del segretario generale della Cei Nunzio Galantino a evitare «strabismi» sulla famiglia, ieri è arrivato l’intervento sulla stessa falsariga del cardinale vicario di Roma Agostino Vallini. Cresce la consapevolezza che questi mesi che intercorrono prima dell’inizio della discussione in aula al Senato sul ddl Cirinnà vadano utilizzati per rivedere in profondità il testo. Evitando di mettere «all’angolo» la famiglia, come richiamato da Galantino. Ed ecco Matteo Renzi. Il premier non se ne dà per inteso, ribadendo che il tema delle unioni civili è una priorità. «Faremo di tutto perché finalmente si arrivi ad approvare la legge», insiste. Ma si mostra anche consapevole del clima divisivo creatosi. «Servono buonsenso e dialogo su un terreno ricco di divisioni. Oggi anziché alzare muri ideologici, serve fare uno sforzo per capire l’uno le ragioni dell’altro. È una priorità - ribadisce il premier - utilizziamo il tempo che ci rimane prima del voto finale per dialogare e ascoltare: non muri, ma ascolto».  Cresce la consapevolezza che i mesi che intercorrono prima dell’inizio della discussione in aula vadano utilizzati per rivedere in profondità il testo. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, dopo aver minacciato sabato maggioranze alternative, domenica aveva attenuato i toni auspicando il voto segreto, per favorire la libertà di coscienza che il Pd intende accordare anche ai suoi sul tema più controverso: la possibilità di adozione con la formula della stepchild adoption, l’adozione del partner. Che però aprirebbe la strada all’adozione tout court anche formalmente il testo la vieta. Un «passo avanti», per il segretario del Ncd Angelino Alfano, le parole di Boschi.  Ed ecco Vallini: «Lo Stato laico può disciplinare dei rapporti fra le persone - dice il vicario per la diocesi di Roma - lo fa già con il Codice civile. Ma, non parliamo di famiglia ». Più di tutto preoccupa l’accesso all’adozione: «Il tema dei figli è molto delicato e come tale sono contrario a ogni forma di adozione o pseudo-adozione». «Il Governo non dimentichi che la famiglia tradizionale è l’asse portante della nostra società», dice Angelo D’Agostino, deputato e vicepresidente di Scelta Civica. E sulle unioni civili, intanto, il nodo più delicato resta quello delle adozioni. Alfano dopo l’apertura del ministro Boschi sul voto segreto annuncia che sarà, questa, una richiesta del suo partito nella convinzione che «se c’è libertà di coscienza siamo certi che in Parlamento possa venire fuori una maggioranza che dice 'no' all’adozione dei bambini per le coppie omosessuali ». Anche se appare surreale, a onor del vero, che per praticare la libertà di coscienza concessa ci sia bisogno dello schermo del voto segreto per parlamentari eletti senza vincolo di mandato.  Punta sulla libertà di coscienza anche Giorgio Tonini del Pd. Quanto all’adozione «se non ci sarà accordo non si potrà far altro che rimettersi all’Aula», avverte. Ma l’ipotesi alternativa dell’affido rinforzato portata avanti da ampi settori del Pd non fa breccia nel Ncd. Risponde con un «secco »no e poi no» Maurizio Sacconi del Ncd. «È anticamera dell’adozione», taglia corto Raffaele Calabrò.