Il ddl Cirinnà. Unioni civili, 40 senatori ricorrono alla Consulta
Nel pomeriggio di oggi il Senato ha sospeso la discussione generale del ddl Cirinnà sulle unioni civili, che riprenderà martedì prossimo, 9 febbraio. La Commissione Bilancio del Senato ha dato il parere "non ostativo" al ddl, bocciando 528 emendamenti relativi ai soli primi due articoli per mancanza di coperture. La prossima settimana la Commissione esaminerà gli emendamenti relativi agli altri articoli.Per quanto riguarda gli emendamenti, il lavoro di scrematura è intenso: la Lega Nord ha annunciato di avere ritirato il 90% dei 5.228 proposti. Il pacchetto dei 67 firmati dai cosiddetti "dem" (i cattolici del Pd) si sarebbe dimezzato a una trentina. Quello di Forza Italia da 263 è arrivato a poco meno di 200. Anche Ap è al lavoro e dai 261 emendamenti depositati già il 50% sarebbe sulla via del cestino, con l'obiettivo di arrivare a un centinaio.Solo lunedì o martedì prossimi, esaminati gli emendamenti restanti, si capirà anche quali sono quelli sui quali potranno essere chiesti i voti segreti. Stasera si riuniscono i 35 senatori M5s per discutere la linea da tenere: in 5 sono i dubbiosi sul provvedimento, in particolare per quel che riguarda la stepchild adoprion, l'adozione del figlio del partner all'interno di una coppia omosessuale. Anche il gruppo del Pd è ancora in attività. In casa dem sono 24-28 i voti contrari all'art. 5 del ddl Cirinnà sulla stepchild adoption. E ancora oggi in aula si è registrato un intervento critico da parte dellasenatrice Di Giorgi (attorniata da altri senatori dem non allineati, come lei, sulle adozioni), contro il ddl Cirinnà ("Questo era veramente il meglio che potessimo elaborare? Io non ne sono certa. Il nostro lavoro potrà ancora condurre a un risultato soddisfacente e di equilibrio, che dia merito anche al grande lavoro che è stato fatto da tanti qui dentro").>> LA PROPOSTA DI TONINI SU AVVENIRE Oggi il senatore dem Giorgio Tonini in un'intervista ad Avvenire ha proposto lo stralcio della stepchild adoption, accompagnata da una delega al governo sulle adozioni, in linea per altro con quanto chiesto dal leader di Ncd Angelino Alfano. L'ala "laica" del Pd non ha gradito, tanto che è dovuta intervenire la vicesegretaria del partito, Debora Serracchiani, con una precisazione: "Non è opportuno lavorare con le forbici su un testo di legge che nel suo complesso ha una intrinseca coerenza". Si sa però che il gruppo di lavoro del Pd che si occupa delle unioni civili ha individuato gli emendamenti, già presentati dal senatore Lumia, che riscrivono i controversi articoli 2 e 3, in modo da diversificare maggiormente le unioni dal matrimonio.
Intanto anche l'area di centro ha messo le sue pedine: stamattina 40 senatori hanno annunciato di voler presentare un ricorso per conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale, perché sarebbero stati violati i loro diritti di parlamentari a causa del mancato rispetto delle normali procedure nell'esame del ddl. Tra i firmatari del ricorso, Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha però replicato ribadendo la correttezza dell'iter. Quel che è certo è che i tempi si allungano: la votazione finale non arriverà prima del 18 febbraio.