Attualità

Roma. Unioni civili, oggi il voto in Campidoglio

Luca Liverani mercoledì 28 gennaio 2015
Seduta al calor bianco in Campidoglio sulla delibera che vuole istituire il registro per le unioni civili etero ed omosessuali. Toni tesi, urla, cartelli branditi da alcuni consiglieri dell’opposizione, spintoni nel pubblico. Poi, al momento del voto, le assenze nei banchi del centrosinistra fanno mancare il numero legale: votazione rinviata a oggi.  «L’ennesima delibera inutile del sindaco Ignazio Marino – commenta Gianluigi De Palo di Cittadini X Roma – che non migliorerà la vita di nessuno. Paradossalmente, nemmeno delle coppie di fatto che vorranno iscriversi al registro: una madre non sposata infatti ha la precedenza negli asili nido. Ma soprattutto non è materia di pertinenza dell’amministrazione comunale che continua a scimmiottare Parlamento e Governo: come se noi consiglieri comunali votassimo sull’invio di truppe in Iraq». I romani, sottolinea l’ex assessore ai Servizi sociali, vogliono altro: «Che il Campidoglio si occupi di pulizia urbana, trasporti, servizi alle famiglie. Marino – afferma De Palo– pensa che la città sia fatta dalle persone che incontra nei salotti: ha perso i contatti con la città reale e mette i cosiddetti diritti civili prima dei diritti sociali. Per esempio quelli delle 21mila famiglie cui ha tolto l’esenzione della retta per il terzo figlio per l’asilo nido. Maggioranza e opposizione dovrebbero lavorare assieme sui problemi che assillano la città, non varare delibere che dividono».  Nell’Aula Giulio Cesare ad assistere alle votazioni si presentano sia i rappresentanti delle associazioni Lgbt che alcuni giovani sostenitori del centrodestra. Il clima è teso, ma degenera quando tre o quattro militanti di Fratelli d’Italia entrano nell’emiciclo riservato ai consiglieri e cercano di srotolare uno striscione «Difendi la famiglia», bloccati subito dai Vigili urbani. Contemporaneamente, i consiglieri Lavinia Mennuni e Roberto Cantiani del Ncd, Fabrizio Ghera di Fdi e Dario Rossin di Fi si piazzano davanti allo scranno del sindaco con un cartello: «Maschio e femmina li creò». Nei banchi del pubblico favorevoli e contrari cominciano a insultarsi: «Fascisti»; «Vergogna ». Qualcuno mostra il dito medio a Rossin, che replica con lo stesso fair play. I militanti di Fdi intonano l’Inno di Mameli. Al momento del voto, comunque, nelle file del Pd ci sono parecchi vuoti. E i presenti si danno da fare per votare al loro posto. L’opposizione denuncia i 'pianisti', viene dichiarata la mancanza del numero legale. Tutto è rimandato a questa mattina alle 10. Ma la delibera può contare su un ampia maggioranza: col centrosinistra ci sono anche il M5S e qualche altro consigliere dell’opposizione. De Palo è critico con la protesta inscenata dai consiglieri del centrodestra: «Un brutto episodio. Mi dissocio da queste azioni, è sbagliato strumentalizzare la Genesi ed è controproducente. Su questo tema si può e si deve fare una battaglia con argomenti concreti. Prima delle piazzate viene la politica. Anche se la democrazia è faticosa». «Il sindaco perde tempo su una delibera inutile che non ha alcuna valenza giuridica», commenta la presidente del Forum delle associazioni familiari del Lazio, Emma Ciccarelli. «Non serve a nulla, se non a spendere soldi per aprire un ufficio con un funzionario. E a distogliere l’attenzione dai problemi reali. Perché la città ha ben altre emergenze da affrontare».