«Renzi in direzione Pd ha colto il nocciolo della questione: i voti moderati valgono doppio. Per vincere serve una coalizione con un partito a sinistra e uno a destra del suo». Bruno Tabacci, leader del Centro democratico, formazione alleata al Pd, sposa le parole pronunciate ieri dal segretario democratico.
Casini che torna alleato con Berlusconi rende più difficile la strada per il terzo polo di centro? Mi pare che la strada del terzo polo sia preclusa non da ora. Non è un caso che noi, alle ultime elezioni, abbiamo scelto di allearci con il Pd. L’Italicum ha accelerato i processi, determinando un fuggi-fuggi e un’ansia di collocazione. La scelta di Casini mi pare sia esclusivamente tattica, per garantirsi la sopravvivenza. Nell’alleanza che Berlusconi sta mettendo in piedi vedo molto estremismo anti-Europa e pochi riferimenti alla tradizione democristiana. Quella dell’Udc mi sembra una resa al populismo.
Il Centro democratico continua a guardare a sinistra. Ma da Renzi, almeno fino a ieri, sono arrivate solo bastonate per le formazioni minori... Mi pare di capire che la sua critica fosse rivolta all’eccessiva frammentazione e su questo è difficile dargli torto. Non sarei d’accordo invece se la scelta fosse quella di lavorare per il bipartitismo. Ma le parole pronunciate da Renzi ieri in direzione m’inducono a pensare che non sottovaluta il fatto che la legge elettorale piaccia così tanto a Verdini. Berlusconi non è da prendere sottogamba. E la legge elettorale lo rimette davvero in gioco...
In che senso? Intanto c’è la norma a favore della Lega. Poi Berlusconi ha sempre dimostrato di avere una capacità di aggregazione enorme: prende tutto, senza andare troppo per il sottile. Infine non va sottovalutata la capacità mediatica del Cavaliere, visto che non siamo riusciti a varare una legge sul conflitto d’interessi degna di questo nome.
E sulla legge elettorale che correttivi farebbe? Alzerei la soglia per il premio al 40 e ritoccherei, anche se di poco, verso il basso quella per le forze minori. Le liste bloccate, poi, non tengono conto della sentenza della Corte Costituzionale. Ma è fondamentale anche la riforma del Senato, altrimenti c’è il rischio della doppia maggioranza.
E i movimenti al centro? Mi auguro che l’apertura del segretario Pd convinca gli amici di Scelta Civica, i Popolari di Dellai e Mauro e, se vorranno, Passera e Follini, a superare insieme a Centro democratico i rispettivi steccati e a formare un nuovo soggetto che raccolga la tradizione liberal-democratica e cattolica popolare.