Edilizia. Una vertenza nazionale: a rischio 100mila posti di lavoro
Milano Un’emergenza che rischia di mandare in fumo oltre 100mila posti di lavoro. Il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura per le ristrutturazioni edilizie, deciso dal governo Meloni con un decreto “lampo”, sta per tradursi in un terremoto sociale. E se le associazioni di costruttori parlano di 25mila imprese a rischio chiusura, 90 mila cantieri fermi e 15 miliardi di crediti (sui 110 totali) imbrigliati nei cassetti fiscali, dai sindacati edili arriva un grido d’allarme sulle ricadute occupazionali. Senza liquidità le aziende stanno già iniziando a ritardare il pagamento di fornitori e stipendi. Il settore, che ha fatto da traino all’economia dopo la pandemia e che oggi conta 794mila lavoratori, è vicino al collasso. Senza considerare gli effetti per le famiglie che si ritroveranno con i lavori bloccati a metà.
Il segretario generale della Filca-Cisl Enzo Pelle è convinto che si debba trovare una via d’uscita ad una situazione paradossale generata proprio dall’impianto dei bonus. Ideato senza i necessari paletti, ad esempio un tetto all’ammontare dei lavori, e senza considerare le questioni sociali ed energetiche che sono di fatto rimaste ai margini. «La domanda è stata superiore alle previsioni con ben 110 miliardi di crediti rispetto ai 72 stimati - spiega Pelle -. Lo strumento della cessione del credito, rispetto agli sgravi fiscali spalmati su cinque o dieci anni per le ristrutturazioni canoniche rappresenta un grosso vantaggio per i proprietari». Vantaggio che ha però innescato un processo inflattivo con i costi che sono lievitati insieme alla domanda, imprese nate dall’oggi al domani per “intercettare” le nuove norme e la corsa a ristrutturare immobili che non ne avevano bisogno. È mancata una programmazione strategica, insomma. «Bisognava tutelare i redditi più bassi dando la precedenza agli immobili popo-lari, i più energivori, che invece sono rimasti esclusi. Adesso si rischia che imprese sane, con una grande esperienza alle spalle e che si sono mosse con cautela rispettando le regole, vengano penalizzate» spiega Pelle. Il problema è trovare una soluzione per dare liquidità alle aziende. «Lunedì il governo incontrerà i costruttori per capire in quale modo procedere, noi chiediamo di essere coinvolti e siamo pronti a dare il nostro contributo» sottolinea Pelle.
La riqualificazione energetica degli immobili non si esaurisce con i bonus, ma è anzi una delle grandi sfide del Pnrr, insieme alle realizzazione di infrastrutture. «Non possiamo permetterci in questo momento di perdere maestranze con professionalità difficili da trovare sul mercato - conclude il segretario Filca- Cisl - ma il rischio di una fuga verso altri settori è elevata, considerando il contesto economico. L’aumento dei tassi di interesse impatterà negativamente su acquisti e ristrutturazioni».