Caserta. Un piano per la Terra dei fuochi
I grossi sacchi pieni di scorie di amianto che sono ancora sistemati in un terreno di fronte al Real sito di Carditello (Caserta), dove sono in corso bonifiche
Pattuglie miste esercito e forze di polizia per individuare chi scarica e brucia rifiuti; ruolo di intelligence per la Guardia di finanza per intervenire sull’illecito che c’è a monte degli sversamenti; impegno dell’Aeronautica che grazie ai suoi voli sta mappando i luoghi di sversamento e roghi; coinvolgimento dei comitati dei cittadini in questa mappatura; invito ai Comuni a impegnarsi nella raccolta dei rifiuti abbandonati il collaborazione coi consorzi di filiera col recupero di quelli che possono avere un valore economico come già avviene con gli pneumatici (in cambio gli stessi Comuni saranno pagati dai consorzi, e copriranno le spese di raccolta).
E ancora: 500 telecamere già acquistate dal ministero dell’Ambiente e destinate gratuitamente ai Comuni che si impegnano; un piano di informazione e formazione da realizzare con la Regione Campania, le Province, i Comuni e i comitati; verifica con Anas, Regione e Province di chi deve tenere puliti gli assi viari, le piazzole e le fasce di rispetto; fondi europei Fsc per le bonifiche. Sono gli elementi della piattaforma per la 'terra dei fuochi', presentati ieri dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa a più di cento rappresentanti dei comitati cittadini che aderiscono al coordinamento 'Stop biocidio'.
Una risposte alle quaranta questioni e proposte che i comitati avevano inviato al ministro dopo un primo incontro, molto meno affollato, il 22 novembre a Roma. Luogo dell’incontro di ieri il Real sito di Carditello, luogo simbolo, splendida e spettacolare residenza di campagna dei Borbone, abbandonata per decenni per colpevole incuria, diventata una discarica, a rischio di svendita ma poi salvata grazie all’impegno del volontariato e delle istituzioni. Oggi sta rinascendo e vuole essere un punto di riferimento soprattutto per scuole e famiglie. Ma l’eredità del passato è ancora presente.
Proprio davanti all’ingresso è in corso la bonifica di un terreno. Ci sono decine di grossi sacchi pieni, i “big bag”, che portano stampata la scritta 'Attenzione contiene amianto'. «So bene che questa piattaforma non è la soluzione, ma questo è il percorso», avverte il ministro che più volte richiama «Comuni, Province e Regione alle proprie responsabilità. Io non li posso obbligare, ma convincere, aiutare, sostenere concretamente. Non posso imporre, sarà loro responsabilità politica dire sì o no». Poi parla ai comitati: «Dai cittadini l’invito è chiaro: bisogna correre, e hanno usato la metafora di accelerare di fronte a un semaforo giallo lampeggiante. Concordo. Il nostro territorio è devastato dopo decenni di abbandono ma io credo che questo percorso, concreto, fattivo, che stiamo costruendo con i cittadini sia la chiave di volta ».
Appuntamento tra due mesi sempre a Carditello coi risultati dei tavoli tecnici. Assicurando la collaborazione dei ministri Lamorgese, Speranza, De Micheli, Bellanova e Boccia. «Da qui parte il riscatto ambientale che per la prima volta in assoluto vede insieme, a lavorare, anche in maniera sperimentale, se vogliamo, ma con grande concretezza, cittadini e istituzioni, seppur ognuno con la propria identità e specificità. Lo Stato vuole esserci». Gli risponde Enzo Tosti, portavoce del coordinamento: «Non possiamo ritenerci pienamente soddisfatti perché c’è ancora tanta, troppa strada da fare: individuare le giuste procedure e riconoscere le chiare responsabilità sono solo una parte di quello che c’è da fare. Il ministro Costa ha enunciato le procedure e i percorsi che intende seguire ma noi abbiamo bisogno del raggiungimento dei risultati».
Ma il dialogo è partito e non si fermerà. «Siamo e sempre saremo disposti a percorrere ogni strada utile a salvare la nostra terra – assicura Tosti –: il confronto serrato con le istituzioni in ascolto, l’elaborazione costante di proposte politiche, la costruzione di un orizzonte di senso in cui collocare ogni rivendicazione si affiancano con naturalezza alla stagione sempre viva della giusta protesta. Non vogliamo essere riconosciuti solo come vittime, ma come soggetti di diritti e protagonisti di una stagione nuova in cui l’unità e la democrazia partecipativa tracceranno il percorso ».