L'inchiesta . Un fiume di dollari per i sovranisti
Rubli o dollari, che differenza fa? L’importante è che arrivino a destinazione: le tasche dei sovranisti del Vecchio Continente. Se la trama del Russiagate alla brianzola si snoda tra spystory e cinepanettone, anche l’altra rotta promette sorprese. Verdoni dagli Usa scuciti a condizione di allargare il fronte e attaccare il peggior nemico: papa Francesco.
La destra cristiana americana ha speso almeno 50 milioni di dollari per finanziare campagne e azioni in Europa negli ultimi dieci anni. «Queste cifre sono probabilmente la punta dell’iceberg: abbiamo potuto esaminare – spiegano da Open Democracy – solo dodici gruppi della destra cristiana negli Stati Uniti, e abbiamo incontrato molti ostacoli e limitazioni riguardo le informazioni che potevamo estrarre dai bilanci». I nomi che ricorrono hanno a che fare con alcuni dei protagonisti di Moscopoli. Della venerazione di Gianluca Savoini per Steve Bannon e la sua matrice religiosa, importata in Italia e diffusa negli ambienti leghisti proprio attraverso le interviste del leghista innamorato di zar Putin, abbiamo scritto già il 12 luglio. Ma le notizie che arrivano dagli Stati Uniti consentono di allargare il perimetro.
La piattaforma giornalistica Open Democracy ha pubblicato una inchiesta che, in un modo o nell’altro, va a sbattere sull’uscio dei teocon in contatto con gli ambienti identitari europei. Il fiume di dollari rappresenta in realtà solo una parte del sostegno politico-finanziario. Anche perché il blocco ultraconservatore che ha sostenuto l’ascesa di Trump sotto la regia di Steve Bannon può contare sulle protezioni fornite dal sistema normativo.
Negli Usa le istituzioni registrate come chiese, ad esempio, non sono obbligate a pubblicare donazioni, finanziamenti e investimenti verso l’estero. Il più grande 'investitore' è l’Associazione Evangelica Billy Graham, che ha speso più di 20 milioni in Europa dal 2008 al 2014, «ma i documenti – si legge nell’inchiesta – non sono disponibili per i periodi successivi, quindi la cifra reale potrebbe essere molto più alta». Cinquanta milioni possono apparire nulla in confronto alle colossali spese delle campagne elettorali americane, «ma per gli standard europei è fuori dal comune: in Irlanda la spesa totale di tutti i partiti politici per le elezioni europee del 2014 è stata di soli 3 milioni di dollari».
L’attivismo di questi gruppi, che un dizionario come la Treccani definisce di «orientamenti cristiani integralisti, abbraccia posizioni radicalmente conservatrici», ha prodotto una singolare forma di fraternizzazione. «Facendo leva sui valori del fondamentalismo, si sta sviluppando una strana forma di sorprendente ecumenismo tra fondamentalisti evangelicali e cattolici integralisti, accomunati dalla medesima volontà di un’influenza religiosa diretta sulla dimensione politica», scrivevano in un saggio a doppia firma per la Civiltà Cattolica, il direttore padre Antonio Spadaro, e il protestante Marcelo Figueroa, direttore dell’edizione argentina de L’Osservatore Romano nel numero pubblicato il 15 luglio di due anni fa. Quello che sappiamo adesso è che mittenti e destinatari non vogliono far trapelare da dove arrivano e dove finiscono i rublodollari, la nuova moneta ibrida dell’ «ecumenismo dell’odio».