Amministrative. Un "bollino" per candidati pro-famiglia
Un «Patto per la famiglia naturale»: lo lancia in vista del voto amministrativo del 5-19 giugno l’associazione Provita, impegnata in difesa del diritto alla vita e della famiglia, editrice dell’omonimo magazine informativo. L’associazione propone ai candidati sindaci e consiglieri comunali, di sottoscriverlo pubblicamente, garantendo in cambio una sorta di "bollino di qualità" che qualifichi i "candidati per la famiglia" e li renda così riconoscibili, consentendo agli elettori – anche in seguito, in caso di successo elettorale – di verificare il mantenimento degli impegni presi. L’iniziativa è stata presentata al Senato. Il Patto contiene precisi impegni politici da assumere a livello locale per difendere e promuovere la vita e la famiglia in base al diritto naturale, nei limiti, naturalmente, dei poteri e delle facoltà assegnati alle diverse funzioni. Si va dall’assistenza sociale e previdenza alle misure fiscali e tariffarie, dalla tutela della vita nascente (mettendo in campo, o sostenendo, iniziative concrete di prevenzione dell’aborto) al diritto di educazione dei propri figli. Un ambito, quest’ultimo, che vede entrare in gioco pericolosamente le ideologie gender nelle scuole, altro campo per fronteggiare il quale i candidati "bollinati" dovranno fare preventivamente una precisa scelta di campo. Un ulteriore impegno viene chiesto affinché non venga favorita l’affermazione dell’idea di "famiglia omogenitoriale". Su questo, naturalmente, il quadro in corso d’opera potrebbe essere modificato dall’entrata in vigore della legge sulle unioni civili. Ma un impegno in questa direzione potrà comportare ad esempio il sostegno a iniziative referendarie volte all’abrogazione del testo già approvato dal Senato e ora in discussione alla Camera. «Le cose stanno cambiando, altro che battaglia di retroguardia – ha chiarito il presidente di Provita, Toni Brandi –: basti vedere la presa di posizione del Parlamento europeo contro l’utero in affitto». Alla conferenza stampa ha preso parte anche il senatore Lucio Malan, di Forza Italia, che ha chiarito come l’invito sia trasversale, «rivolto a tutti, nella convinzione che, come dimostrano tutti i rilevamenti sulle adozioni gay, esiste una sensibilità diffusa molto diversa da quella che sembra prevalere nel ceto politico».