Decreto sicurezza. Famiglie di migranti senza più accoglienza: ecco come aiutare
Dare un rifugio alle vittime del decreto Salvini. In particolare le famiglie con bambini. Per non farle finire per strada e non interrompere preziosi e efficaci percorsi di integrazione in atto da mesi. È il progetto UMANItalia, promosso dalla cooperativa In Migrazione, che si pone l’obiettivo di aiutare concretamente queste famiglie abbandonate. "Un progetto - spiegano i promotori, da anni impegnati sul fronte della buona accoglienza - che nasce dalla nostra umanità, dalla nostra civiltà e dal nostro senso delle Istituzioni. Un modo per essere anche al fianco di tutti quei Comini che si trovano a dover gestire senza strumenti idonei questa massa di persone abbandonate e di tutti quei Prefetti costretti a fare i conti con le conseguenze reali del Decreto Sicurezza, lasciati ancora una volta con “il cerino in mano”".
Con UMANItalia si vuole "adottare" queste famiglie, garantendo loro quell’accoglienza che lo Stato con il Decreto ha negato. Tutte le donazioni ricevute saranno devolute a quelle associazioni e cooperative che gestiscono Centri di accoglienza virtuosi e di qualità in tutta Italia, che ospitano nuclei familiari con protezione umanitaria, quella che il Decreto ha cancellato. Saranno garantiti non solo il vitto e l’alloggio, ma anche i servizi fondamentali per conquistare una concreta autonomia lavorativa ed abitativa: scuola di italiano, sostegno psicologico e sociale, corsi di formazione professionale e tirocini formativi per i genitori; inserimento e supporto alla scolarizzazione dei minori, assistenza sanitaria e pediatrica, attività ludiche e sportive per l’integrazione dei bambini e delle bambini.
Servizi che ora il decreto ha drasticamente tagliato o eliminato e che ora il progetto chiede ai gestori dei Centri virtuosi in cambio del finanziamento erogato. Per farlo sono necessari 35 euro al giorno per persona. Ma si può offrire e garantire molto di più. Con 50 euro si garantisce la fornitura di beni di prima necessità per un bambino, per un mese; con 100 si garantisce la partecipazione per i genitori alla scuola di italiano; con 250 ad un bambino la partecipazione ad attività sportive e ricreative; con 450 si può attivare un mese di tirocinio formativo in azienda per un adulto; con 1.000 si garantisci l'accoglienza ad un bambino per un mese.
Dunque, concludono i promotori, "UMANItalia è la comunità positiva che vuole passare dalle parole ai fatti, praticando una pacifica disobbedienza civile, aiutando subito concretamente quelle famiglie che fino a ieri avevano diritto all’accoglienza e da oggi si trovano a vivere per strada". E si parte subito con due storie esemplari. Un po'africane e un po' italiane. "Come loro - denunciano i promotori - ce ne sono centinaia in tutta Italia. Forse non riusciremo ad aiutarle tutte, ma di certo ci proveremo".
ABDEGAL E SALOMON, I GEMELLINI DI RIETI
Abdegal e Solomon, lui ghanese e lei nigeriana, sono arrivai in Italia nel 2017, mettendo alla luce due bellissimi gemelli. Ottenuta la protezione umanitaria sono stati segnalati per l’inserimento nel circuito SPRAR. Nel Cas di Rieti, gestito in accoglienza diffusa dalla Cooperativa sociale Il Volo hanno partecipato a tutte le attività proposte, e Abdegal è stato perfino inserito nella squadra Rieti rugby. Mentre i due gemelli hanno iniziato a frequentare l’asilo nido.
Pochi giorni fa la doccia fredda, effetto del Decreto e delle circolari applicative dei prefetti: nessun diritto di accesso allo SPRAR e la comunicazione che dovranno prestissimo lasciare l’appartamento del Centro di Accoglienza, pur non avendo un altro posto per dormire. Il progetto UMANItalia vuole aiutarli a restare nel Centro, garantendo altri 4 mesi di accoglienza per portare a termine il loro percorso di integrazione, colmando il vuoto che il Decreto a creato.
STEVE E VICTORIA, A UN PASSO DAL TRAGUARDO
Steve e Victoria sono scappati dalla Nigeria, arrivando dopo un viaggio drammatico in Italia, dove è ricominciata la loro vita, che l’anno scorso si è arricchita dalla nascita a Roma di Christian. Ottengono la protezione umanitaria e vengono ospitati in un progetto di prima accoglienza diffusa, gestito dal consorzio Meeting Point nel comune di Rignano Flaminio, in attesa di entrare in uno SPRAR.
Victoria frequenta la scuola di italiano per stranieri, le lezioni del CPIA per il conseguimento della licenza media, il corso professionale di “Economia Domestica” tenuto dalla Comunità di Sant'Egidio di Roma. Inoltre si iscrive a Garanzia Giovani e partecipa al bando di Servizio Civile. Steve trova un primo impiego in una azienda agricola come fattore.
Ma siamo appena all'inizio del percorso verso l'autonomia. Ora per effetto del Decreto devono uscire dal Centro, azzerando sforzi e risultati raggiunti. Il progetto li vuole aiutare a restare e a portare a termine il percorso per l’integrazione, salvando questa famiglia dalla vita in strada, a pochi passi dal traguardo di una piena autonomia.
COME AIUTARE QUESTE FAMIGLIE
Si può donare con bonifico bancario a favore di In Migrazione SCS, codice IBAN IT59Q0335901600100000133340 con causale: “Famiglie Umanitalia" o tramite la pagina del CrowdfundingTutti gli aggiornamenti e le rendicontazioni di ogni euro che sarà raccolto e speso per aiutare queste e altre famiglie, saranno sul sito www.inmigrazione.it
Per qualunque informazione si può scrivere a umanitalia@inmigrazione.it