Il tempo stringe, e in Europa
cresce la preoccupazione per il batterio killer che ha attaccato
gli ulivi pugliesi. Perché anche se da lunedì dovranno partire
gli abbattimenti previsti dal Piano Silletti, dal Tar di Lecce è
già arrivato il primo stop agli eradicamenti in un terreno.
I paesi Ue, in particolare i produttori di olio Spagna,
Francia e Grecia, vorrebbero vedere attuate rapidamente misure
più radicali, dato che quelle adottate finora dall'Italia - e
questo lo sottolinea anche la Commissione Ue - non sono state in
grado di fermare il contagio della Xylella, che anzi si è esteso
sino ad Oria nel brindisino. E il rischio, spiegano fonti
comunitarie, è che con i 28 divisi la decisione a livello Ue -
per quanto non blocchi le misure prese dalle autorità italiane -
slitti ancora, e non arrivi "neanche a fine aprile".
Dalla riunione degli esperti del Comitato permanente per la
salute delle piante è infatti emerso, secondo le fonti
comunitarie, che "al momento non c'è la necessaria maggioranza
qualificata dei 28" per l'ok alle misure. E che saranno
necessari ancora "molti negoziati" per arrivare a una posizione
comune, tra i paesi che premono, l'Italia che sta assicurando di
fare tutto il necessario, e chi vuole aspettare i risultati
delle analisi scientifiche oltre alla nuova opinione dell'Efsa.
Ma a Bruxelles non tutti gli addetti ai lavori condividono
questa lettura della situazione, preferendo parlare di "normale
dialettica tra i 28", con un "interesse condiviso di tutti, a
partire dall'Italia, a trovare una soluzione" per fermare la
Xylella. Per la prossima settimana gli stati membri dovranno
presentare le loro osservazioni alle proposte di misure della
Commissione, e c'è ottimismo sul fatto che a fine aprile le
misure saranno adottate e che "arriverà la solidarietà europea"
anche da un punto di vista finanziario. Finora l'Ue ha dato
circa 1 mln di euro all'Italia, di cui 750mila per i controlli e
300 per il monitoraggio. Per i produttori colpiti dagli
eradicamenti, invece, con la nuova Pac non sono previste -
almeno per ora - compensazioni Ue.
La Commissione, in ogni caso, preme per "strette misure
precauzionali". Primo, l'eradicazione delle piante infette e
sintomatiche, con una differenziazione degli interventi tra le
zone a Nord di Lecce, più radicali, e a Sud, più leggeri e
selettivi. Poi, la creazione di una zona cuscinetto di
contenimento, la cui estensione è oggetto di discussione. A
questo si aggiunge l'ampliamento della lista delle specie
ospiti, altro punto controverso, che potrebbe passare dalle
attuali 9 a un centinaio. E nelle zone oggetto di eradicazioni
non potranno essere immediatamente ripiantate le specie
sensibili alla Xylella. C'è poi, altro nodo, il divieto di
movimento di piante vive e un giro di vite anche nei confronti
di quelle provenienti dai paesi terzi. Proprio nei giorni scorsi è
arrivato l'allarme della Coldiretti per alcune piante
ornamentali potenzialmente infette arrivate in Lombardia dal
Costa Rica. "Si sa poco sulla Xylella - riconoscono le fonti
comunitarie - siamo aperti a qualsiasi contributo per trovare
soluzioni", ma "dobbiamo basare le nostre decisioni su fatti,
cifre e scienza".