Deficit. Conti pubblici, l'Italia rischia la procedura d'infrazione
La Commissione Ue potrebbe inviare già oggi una lettera all'Italia in cui chiede al Governo di assumere impegni precisi sulla correzione dei conti entro il primo febbraio, data della pubblicazione delle nuove previsioni economiche. Secondo quanto si apprende il "gap" da colmare per rispettare gli accordi sulla riduzione del deficit strutturale è pari allo 0,2% del Pil, quindi già uno sconto rispetto alla differenza di 0,3% evidenziata a novembre nell'opinione sulla legge di stabilità.
La lettera di Bruxelles "non è ancora pervenuta" ma "sono in corso in questi giorni contatti con la Commissione per valutare i passi opportuni per evitare l'apertura di una procedura di infrazione e al tempo stesso scongiurare il rischio che interventi restrittivi sul bilancio compromettano la crescita riavviata nell'economia nazionale a partire dal 2014 ma ancora debole": è quanto fanno sapere fonti del Ministero dell'Economia. Le fonti del Mef ricordano che l'Eurogruppo del 5 dicembre scorso ha invitato l'Italia "a fare passi utili ad assicurare che il bilancio 2017 risulti conforme alle regole del Patto di stabilità e crescita". Passi "cruciali per evitare l'apertura di una procedura di infrazione a causa dell'elevato livello di debito pubblico".
Il Governo italiano, proseguono le fonti, ha già ricordato che il percorso di riduzione del rapporto debito/pil, stabilizzatosi rispetto alla tendenza degli ultimi 8 anni, non registra ancora "un'adeguata propensione alla contrazione" a causa di due fattori "fuori dal controllo del Governo". Uno è l'andamento dei prezzi negativo "che incide sull'andamento nominale del prodotto interno lordo", e proprio oggi l'Istat ha confermato che in media nell'anno 2016 i prezzi al consumo hanno registrato una variazione negativa (-0,1%) come non accadeva dal 1959. L'altro fattore è rappresentato dalle "condizioni avverse dei mercati finanziari che non hanno reso possibile la cessione di beni del patrimonio dello Stato a condizioni adeguate", visto che "è intenzione del Governo evitare di svendere asset nazionali".
Intanto l'Italia ci lavora su: "Vedremo se sarà il caso di prendere misure ulteriori, non è detto", commenta il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ribadendo che "la via maestra" per ridurre il debito resta la crescita, ed è a quella che continua a puntare il Governo.