Governo. Ue avvisa l'Italia: migrazioni e patto di stabilità, si rispettino gli accordi
Il Parlamento europeo (Ansa)
Barra dritta sui conti pubblici, nessuna "eccezione" sul rispetto del Patto di stabilità e l'auspicio che l'Italia mantenga la sua politica sul fronte migrazione. Dopo giorni di silenzio ufficiale, di preoccupazioni celate e di modalità wait and see, come è stata definita non più tardi di ieri dal portavoce della Commissione europea, Bruxelles entra prepotentemente nel dibattito italiano, scatenando le ire di Matteo Salvini mentre a Roma Lega e Movimento 5 stelle cercano a fatica un accordo per la formazione del nuovo governo.
A suonare il primo campanello d'allarme è in mattinata il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, che a una settimana dalla presentazione delle Raccomandazioni dell'esecutivo Ue ai Paesi membri, chiede esplicitamente all'Italia di "mantenere la rotta" degli ultimi anni "riducendo gradualmente il deficit e il debito". La Commissione non entra nella discussione sulla formazione del governo, premette Dombrovskis, ma è "pronta a lavorare con le autorità democraticamente elette degli Stati membri". L'approccio dell'esecutivo comunitario non cambierà, aggiunge, "indipendentemente da quale governo ci sarà".
Il commissario Ue non anticipa il giudizio sull'Italia atteso per la prossima settimana, ma avverte che le raccomandazioni della Commissione all'Italia si concentreranno sulle "questioni di bilancio". L'Italia "ha il secondo debito pubblico" della zona euro: "è molto chiaro che in questa fase di crescita economica deve metterlo in discesa".
Si tratta dello "stesso approccio adottato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, sottolinea Dombrovskis, "ha enfatizzato durante il processo di formazione del governo la necessità di mantenere gli impegni europei".
Nelle raccomandazioni all'Italia, che "con l'attuale governo è stata molto attiva e sostenitrice dell'agenda" per riformare l'Unione economica e monetaria, la Commissione chiederà anche di affrontare i "colli di bottiglia" dovuti alla bassa produttività e di continuare a lavorare sui crediti deteriorati delle banche "anche se negli ultimi due anni ci sono stati progressi abbastanza sostanziali nella riduzione".
Un riconoscimento arrivato oggi anche dal Fondo monetario internazionale che ha definito "incoraggiante" il cammino dell'Italia nella cessione degli Npl.
A stretto giro e in maniera molto più netta, interviene anche il vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen, che rispondendo a una domanda sui negoziati per la formazione del governo tra Movimento 5 Stelle e Lega e sul rischio di un aumento del deficit in Italia a causa delle misure contenute nella bozza di programma, aggiunge che "non ci sono segnali che gli Stati membri vogliano
cambiare le regole o concedere eccezioni" sul Patto di stabilità e crescita. La Commissione, ricorda Kaitanen, è "guardiano dei trattati" e "tutte le regole del Patto di Stabilità e Crescita si applicano" a tutti gli Stati membri, Italia compresa. Anche Katainen insiste sul fatto che la Commissione "non vuole interferire nella discussione che è in corso sul nuovo governo", e ribadisce: "Ci prepariamo a cooperare strettamente con un governo italiano stabile qualunque esso sia".
Comunque, "tutte le regole del Patto di stabilità e crescita si applicano a tutti" gli Stati membri e "non ho segnali che la Commissione voglia fare eccezioni", ripete. "Abbiamo tutte le ragioni per credere che l'Italia continuerà a rispettare i propri impegni. Ma non siamo solo noi. Alla fine le decisioni sul Patto sono prese dal Consiglio e non vedo segnali che Stati membri vogliamo cambiare le regole o concedere eccezioni".
Alle raccomandazioni sulla tenuta dei conti si aggiungono le parole del commissario all'Immigrazione Dimitris Avramopoulus, da sempre sostenitore delle politiche in tema di migranti del ministro dell'Interno, Marco Minniti. Il commissario greco ha ribadito il suo sostegno al nostro Paese per quanto fatto in materia di gestione dei flussi, auspicando che con il nuovo governo ""non ci siano cambiamenti sulla linea della politica migratoria".
Immediata la replica di Salvini: "Ennesima inaccettabile interferenza dei non eletti. Abbiamo accolto anche troppo, ora è tempo della legalità e dei respingimenti".
C'è da registrare, comunque, che Salvini, pur rispedendo al mittente le critiche dell'Ue, non nasconde le difficoltà, e mette ben in chiaro: "Ci sono alcuni temi su cui le posizioni ancora sono lontane e non possiamo andare a Bruxelles con un governo che rappresenti due idee lontane".
E poi su Facebook: "Siamo al tratto finale: se riusciremo a trovare un punto di equilibrio tra Lega e centrodestra e M5s si parte. Lavoro per vedere fino all'ultimo se ci sarà possibilità di trasformare in fatti i nostri programmi".
L'editoriale del Financial Times: i barbari a Roma
A innervosire i leader è anche un editoriale del Financial Times, che paragona il possibile ingresso del Movimento guidato da Luigi Di Maio e del partito di Matteo Salvini all'entrata dei "barbari" a Roma. "L'Italia è sul punto di insediare il governo meno convenzionale e più inesperto alla guida di una democrazia occidentale dai tempi del Trattato di Roma del 1957, che fondò la Ue", scrive Ft che poi ammette: "I due partiti godono di un'indiscussa legittimità democratica, avendo vinto le elezioni", ma "le politiche contenute nel cosiddetto 'contratto per il governo del cambiamento' danno molti motivi di preoccupazione".
Critiche che Di Maio non accetta, e in un video su Facebook replica: "Ma come si permettono?", sbotta. "il contratto è una cosa seria. Come si fa a ironizzare su tutto questo?", aggiunge prendendosela anche con i media italiani ("in questi giorni non c'è un solo giornale che non tifi per il fallimento di questo tavolo, abbiamo attacchi continui"). Ma poi ritrova il sorriso e garantisce: "Più ci attaccano e più sono motivato". Ma che i problemi ci siano e siano di sostanza Salvini non lo nega, tanto da tornare a ipotizzare il ritorno alle elezioni: "A Bruxelles qualcuno minaccia, qualcuno ricatta, qualcuno manda messaggi indegni di un momento democratico e quindi o nasce un governo forte, il che vuol dire con la stessa serietà di questi giorni con i 5 stelle si raggiunge un'intesa su tutto o quasi, o se - come è possibile visto che siamo due forze diverse - rimangono delle distanze su diversi temi, responsabilmente l'unica soluzione è restituire la parola agli italiani. Stiamo ragionando da movimenti diversi ma seri e democratici", scandisce il leader leghista, "la scelta sarà presa da entrambi".