Dopo lo stop. Tutti i numeri del “superbonus 110”, un maxi-sconto ma soltanto per il 3%
Milano, cantieri edili
L’affare superbonus vale da solo 71,7 miliardi di sconti fiscali, per un importo medio delle detrazioni alla fine dei lavori che si attesta a 192.756 euro per ogni intervento “asseverato” dai tecnici. Ma il costo, alto per lo Stato (e che sale poi, tenendo conto degli altri bonus, a 105 miliardi a fine 2022, destinati a salire fino a 120 miliardi), diventa un beneficio per pochi. Gli immobili interessati al Superbonus sono finora 372mila e rappresentano solo il 3,1 per cento degli edifici residenziali italiani, che nel complesso sono 12,1 milioni.
Uno spaccato degli effetti del superbonus sul territorio italiano è contenuto nei numeri elaborati dalla Cgia di Mestre. Raccontano le contraddizioni della misura con un costo elevato impegnato per migliorare l’efficienza energetica di una quota ridottissima di edifici. Ma i dati svelano anche altro. Percentualmente a ricorrere maggiormente a questo beneficio sono gli abitanti del Veneto (il 4,4% delle abitazioni sono interessate) ma se si guarda al valore monetario medio delle detrazioni a guidare la classifica sono Valle d’Aosta, Basilicata e Campania, con una spesa media tra i 247mila e i 267 mila euro.
Le medie, ovviamente, risentono sempre dell’effetto “Trilussa’” Il valore di 192mila euro di detrazione media nazionale riguarda tutti gli immobili: per i condomini l’importo è più elevato e si attesta a 654mila euro per richiesta, per gli edifici unifamiliari vale 125mila euro e per le unità immobiliari indipendenti (quelle per intendersi in una villa bifamiliare) raggiungono i 107mila euro.
A scorrere i dati elaborati dalla Cgia ci si accorge che dalla corsa al Superbonus sono rimasti esclusi in molti. La media italiana è di 3,1% di edifici residenziali che hanno depositato l’asseverazione per ottenere lo sconto del 110%. Come dire il 97% degli immobili rimane escluso. Ma le differenze regionali sono davvero minime: nel Nord-Est ha fatto ricorso al Superbonus il 4% degli immobili, al Centro il 3,7%, nel Nord Ovest il 3,3% e nel Mezzogiorno solo il 2,2%. Fanalino di coda è la Sicilia nella quale solo l’1,7% delle unità immobiliari ha presentato l’asseverazione.
La classifica cambia di molto, però, se si guarda ai valori medi dello sconto. Dopo la Valle d’Aosta (268mila euro), il Sud conquista la vetta con Basilicata (254mila euro) e Campania (247mila euro). Seguono l’Abruzzo (235mila) e il Trentino Alto Adige (231mila). Vengono poi le grandi regioni che da sole valgono complessivamente quasi 20 miliardi di euro di richieste sui 71,7 totali: la Lombardia, con una media di 215mila euro ad asseverazione, e il Lazio con 210mila euro. All’ultimo posto, in questo caso, è il Veneto: la detrazione media vale 151mila euro, ma poiché sono molti gli immobili che hanno avanzato la richiesta la spesa complessivamente prevista per lo Stato si attesta a 7 miliardi, al secondo posto dopo i 12,5 miliardi complessivi della Lombardia e poco prima del 6,5 miliardi totali del Lazio.