Quirinale. Tutte le tappe dell'insediamento / Foto
lunedì 2 febbraio 2015
Campane a festa, salve di cannone,
onori militari: il giuramento del presidente della Repubblica, che si è svolto oggi a partire dalle 10 nell'Aula di Montecitorio, è
una vera e propria liturgia della Repubblica. Ecco come si
è svolto, passo passo, questo rituale che è andato in scena per la
tredicesima volta nella storia della Repubblica.
La partenza da casa. Il presidente della Repubblica è stato prelevato dalla sua abitazione (in questo caso la foresteria
della Corte costituzionale) in forma privata dal segretario generale della Camera, Lucia Pagano, e accompagnato a Montecitorio a bordo di un'auto della presidenza della
Repubblica scortata dai Carabinieri motociclisti.
Suona la campagna di Montecitorio. La partenza del presidente
dalla sua residenza è stata segnalata dalla campana maggiore di
Montecitorio, che ha suonato ininterrottamente fino al
suo arrivo alla Camera. L'arrivo alla Camera. Il capo dello Stato è stato accolto
dai presidenti di Camera e Senato e ha ricevuto nell'atrio gli onori
militari da un reparto di Carabinieri in alta uniforme. Da lì,
dopo un breve passaggio nella sala dei ministri lungo un
percorso "punteggiato" da assistenti parlamentari in uniforme di
gala, si è diretto in Aula, ornata con 21 bandiere e drappi rossi.
In Aula erano presenti deputati e senatori, nelle tribune i delegati
delle Regioni, i rappresentanti del corpo diplomatico e gli
ospiti d'onore.
Si sparano 21 salve di cannone. Aperta la seduta, il Capo
dello Stato si è alzato in piedi e ha pronunciato la formula del
giuramento: "Giuro di essere fedele alla Repubblica e
di osservarne lealmente la Costituzione". In quel momento
sono state sparate 21 salve di cannone e la campana di Montecitorio
è tornata a suonare.
Il messaggio alla Nazione. Il presidente della Camera Boldrini gli
ha ceduto il posto al centro del banco e ha invitato i grandi elettori a
sedersi; dopodichè il capo dello Stato ha pronunciato il suo messaggio
alla Nazione. Una curiosità: dal giuramento in poi Mattarella,
come Capo dello Stato, non tornerà più a sedersi in un'Aula del
Parlamento italiano. Se vorrà assistere ai lavori delle Camere,
potrà farlo dalle tribune a lui riservate.
Si lascia l'aula. Al termine del messaggio, la seduta del
Parlamento in seduta comune è stata chiusa ed il capo dello Stato,
accompagnato dai presidenti di Camera e Senato e dai rispettivi
segretari generali, ha lasciato l'Emiciclo raggiungendo l'atrio di
Montecitorio. Dove è stato accolto dal presidente del Consiglio e
ha ricevuto il saluto del segretario generale del Quirinale, mentre
un reparto di corazzieri in alta uniforme gli ha reso gli onori.
Nella piazza Montecitorio ha ascoltato l'Inno nazionale e
passato in rassegna il reparto di onore schierato con bandiera e
banda.
L'omaggio al Vittoriano. Subito dopo è stato accompagnato dal
presidente del Consiglio e dal segretario generale del Quirinale
all'Altare della Patria dove ha reso omaggio al Milite ignoto.
Verso il Quirinale. Quindi, scortato dai Corazzieri a cavallo
e dai motociclisti, Mattarella è arrivato al Quirinale lasciando
Piazza Venezia e attraversando Via Cesare Battisti e via IV
Novembre a bordo della Lancia Flaminia 335, l'auto
decappottabile a sette posti, che per tradizione viene usata
solo in due occasioni: per l'elezione e per la parata del 2
giugno. Giunto al Quirinale ha ricevuto di nuovo gli onori militari; al
termine, nel Salone dei Corazzieri il discorso di saluto del presidente del Senato Pietro Grasso e quello del neo-presidente. Ha scelto di non intervenire invece il presidente uscente Giorgio Napolitano. Quindi, il rinfresco nel Salone
delle feste.