Il caso. Turisti ad alta quota: «Cervino a rischio ingorgo»
Una foto scattata nei pressi del rifugio Capanna Carrel (3.830 metri), sul Cervino, dal Soccorso alpino valdostano durante le operazioni di tentativo di recupero di due alpinisti inglesi bloccati a causa del maltempo nell'agosto del 2016
Dopo i sette morti, in una sola estate, del 2018, arriva la stretta sul Cervino. Da ieri, chi vuole arrampicarsi fino ai 4.478 metri della cima della Gran Becca, lungo la via che sale dal versante italiano, dovrà prenotare il pernottamento alla Capanna Carrel, posta a 3.830 metri di quota, contattando direttamente la Società delle Guide del Cervino, proprietaria della struttura, scrivendo a info@guidedelcervino.com, oppure telefonando allo 0166-948169. La decisione di introdurre queste condizioni, si è resa necessaria a fronte del grande affollamento che, in certe giornate, si registra sulla montagna. Complici anche i cambiamenti climatici, i giorni favorevoli per la salita del Cervino, che solitamente si compie in due giornate, si sono sempre più ridotti nel corso dell’intera estate. Così, non è infrequente che numerose cordate si ritrovino contemporaneamente sulla cresta della montagna, provocando code e rallentamenti che mettono a rischio la sicurezza degli alpinisti. Proprio l’incolumità degli appassionati è la prima ragione che ha spinto le guide alpine a regolamentare l’accesso alla Capanna Carrel, punto di arrivo della prima giornata e di ripartenza per l’attacco finale alla cima.
«Il nostro intento non è quello di limitare la possibilità di salire», spiega il presidente della Società delle guide del Cervino, Flavio Bich. Sotto questo aspetto, non essendo stata emessa alcuna ordinanza di divieto da parte delle autorità, l’accesso alla montagna resta libero e non sono previste sanzioni per chi non si prenoterà. «Voglio però ricordare – prosegue Bich – che la via italiana al Cervino è lunga e impegnativa e richiede una buona esperienza alpinistica. Non vogliamo imporre un numero chiuso – precisa il presidente delle guide alpine – ma evitare l’affollamento che si verifica parecchi giorni in estate, con le code lungo la parete che provocano ritardi a tutti, con conseguente aumento dei rischi oggettivi».
Ci sono poi, anche considerazioni di ordine pratico e logistico, alla base della decisione. Su tutte, il fatto che la Capanna Carrel può contenere, al massimo, quaranta persone e, se ne arrivano cento, come spesso succede in estate, lo spazio non è sufficiente per tutti. Inoltre, la struttura non è dotata di acqua corrente e servizi igienici. Due altre buone ragioni per scongiurare l’afflusso concomitante di un numero eccessivo di alpinisti sulla montagna. «Negli ultimi anni – prosegue Flavio Bich – è diventata difficile anche la gestione dei rifiuti, che vengono abbandonati all’interno della Capanna Carrel. Limitare il numero di alpinisti, consentirebbe di contenere anche la quantità di rifiuti. D’altro canto – aggiunge – sarebbe auspicabile che tutti si portassero a valle i propri, come segno di civiltà e di buona educazione».
Una situazione che rischia addirittura di peggiorare, con lo spostamento di tanti alpinisti dal versante svizzero a quello italiano, dopo l’aumento dei prezzi per il pernottamento al rifugio dell’Hornli, dove vige anche il divieto di bivacco all’esterno. «Con un buon allenamento – ricorda Bich – e, meglio ancora, con una guida alpina che ha la necessaria esperienza e conoscenza della via, l’ascensione si può completare anche in giornata. Il Cervino dovrebbe essere un obiettivo, quando si ha già un buon curriculum alpinistico. Le insidie naturali sono tante e, se si aggiunge il sovraffollamento, certe situazioni diventano difficili da gestire soprattutto se non si ha esperienza. La sicurezza – conclude il presidente delle guide alpine – impone un solo cliente per guida e comunque le cordate devono essere al massimo di due alpinisti».
Gli altri casi
Quello del Cervino non è il primo caso di stretta ad alta quota. Ad aprile il prefetto dell’Alta Savoia ha deciso che l’accesso al versante francese del Monte Bianco dovrà essere regolamentato e a numero chiuso. Gli scalatori devono prenotare in anticipo il pernottamento nei tre rifugi lungo l'ascesa. Limitazioni al traffico veicolare sono state invece stabilite già l'anno scorso, dopo una sperimentazione, sul Passo Sella nelle Dolomiti. Per i mesi estivi è stato istituito un pass: per salire, con auto e moto, bisogna prenotarsi. Obiettivo: ridurre i mezzi del 20%.