Attualità

Roma. Truffe online mascherate da scommesse

Luca Mazza venerdì 24 aprile 2015
«I siti di gioco d’azzardo sono diventati ormai lo strumento principale di riciclaggio di denaro proveniente dalle frodi informatiche». Per sostenere questa tesi, Eugenio Albamonte, sostituto procuratore della Repubblica di Roma ed esperto di criminalità in Rete, offre un classico esempio di operazione illecita che si verifica con sempre maggiore frequenza. Si tratta di un meccanismo lungo e complesso, ma basta seguire attentamente ogni passaggio per comprendere come, per organizzazioni criminali pratiche della galassia del Web, sia diventato quasi un "gioco da ragazzi" trasformare i soldi rubati a un cittadino qualunque in una vincita da gioco.Tutto inizia con il phishing, cioè con la diffusa truffa effettuata via Internet. Funziona più o meno così: la banda criminale invia a migliaia di indirizzi e-mail una comunicazione (spam, ovviamente) in cui si spaccia per la banca dell’utente e lo invita a collegarsi al più presto al portale dell’istituto di credito (tramite il link sottostante) per ricevere un’informazione urgente. La maggioranza delle persone sente puzza di bruciato e cestina l’e-mail. Più di qualcuno, tuttavia, cade nella trappola e clicca per entrare direttamente sul conto. A quel punto, si apre una pagina apparentemente identica a quella della banca, peccato però che si tratti in realtà del dominio creato ad hoc dagli hacker. Appena l’utente inserisce i numeri della carta di credito (o del conto bancario) quei codici vengono immediatamente acquisiti dai criminali. E una volta entrato in possesso dei dati finanziari che cosa fa il truffatore? Semplice, si iscrive a un sito per giocare online. Del resto, in quasi tutte le piattaforme del settore (anche quelle "legali") i livelli di verifica della reale identità dei soggetti sono inadeguati. «Io stesso posso registrarmi come Paolino Paperino, inserire informazioni personali false e giocare immediatamente – spiega il pm Albamonte –. Inoltre, le fotocopie del documento (comunque anch’esse facilmente falsificabili), che dovrebbero certificare l’identità del giocatore, possono essere spedite al portale pure a distanza di 15 o 30 giorni dalla data d’iscrizione». L’operazione illecita si conclude con una serie di giocate a poker da 500 euro a partita. Tutto avviene nel cuore della notte. A un orario, cioè, in cui l’utente truffato presumibilmente sta dormendo il sonno dei giusti e magari ha il cellulare spento mentre gli arrivano gli sms di addebito sulla sua carta di credito. Intanto, chi utilizza il denaro della frode gioca a perdere, perché dall’altra parte del tavolo verde virtuale è "seduto" un suo complice che intasca così le sue vincite sicure e (da quel momento in poi) formalmente "pulite".Ma il riciclaggio del denaro derivato da frodi informatiche su queste piattaforme online è solo uno degli elementi che crea lo spaventoso triangolo: azzardo-Web-criminalità. Al seminario organizzato nei giorni scorsi alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma, dal titolo "Ludopatie e Gap (Gioco d’azzardo patologico) nell’era di Internet", in aggiunta ad Albamonte, sono intervenuti altri esperti del settore che hanno confermato come le irregolarità siano all’ordine del giorno anche sui siti Internet autorizzati dallo Stato. Alessandra Belardini, vice questore aggiunto del servizio centrale della Polizia postale e delle comunicazioni, rende noti alcuni dati a dir poco allarmanti. «Nel 2014, su 55.544 spazi di gioco d’azzardo online controllati, sono state effettuate 49.899 segnalazioni ai Monopoli. Nei primi tre mesi di quest’anno, su 2.227 ne sono stati segnalati ben 2.210». In pratica, nel 99,9 per cento dei casi, si riscontrano irregolarità di vario tipo. Le più diffuse? «Limiti massimi di giocata non rispettati, registrazione dell’utente incompleta e giocatori che effettuano puntate pur essendo ancora minorenni».La proliferazione di siti d’azzardo, oltre ad aver ingrossato il business della criminalità organizzata (visto che il comparto frutta 23 miliardi di euro alle mafie a fronte di 8 miliardi di introiti per lo Stato), negli ultimi anni ha contribuito ad allargare la platea di giocatori patologici. Le cifre ufficiali parlano di oltre 900mila persone malate. Ma potrebbero essere molte di più. «Con l’avvento delle scommesse online la situazione è peggiorata – commenta la psicologa Paola Vinciguerra –. Anche perché su Internet ci sono molti meno deterrenti: non si deve necessariamente uscire di casa per giocare né si ha la percezione del denaro che si gioca». Daniele Poto, autore di vari libri sull’argomento e referente di Libera per il gioco d’azzardo, evidenzia come il sistema si sia «imbastardito» nel giro di pochi anni. «Con 416mila apparecchi, ovvero 1 ogni 150 abitanti, l’Italia è il primo Paese al mondo per numero di macchinette mangiasoldi – conclude Poto –. E, sempre in Italia, viene acquistato il 20 per cento dei "gratta e vinci" prodotti in tutto il Pianeta».