Emergenza alimentare, il governo c’è. Non sono passate nemmeno 24 ore dall’allarme lanciato dagli enti caritativi sulle pagine di
Avvenire che il ministero delle Politiche agricole interviene per chiarire i fatti e rassicurare tutti i soggetti coinvolti. A cominciare dai sei milioni di poveri che ogni giorno si mettono in fila alle mense di carità in attesa di un pasto. Per loro, oltre ai fondi europei (400 milioni fino al 2020), arriveranno i 70 milioni di euro con cui l’esecutivo nazionale deve contribuire allo stanziamento di Bruxelles e altri 5 milioni di euro per il 2015 erogati direttamente dalle casse dell’Agricoltura, senza cioè passare attraverso la “tagliola” delle coperture in Legge di Stabilità. «Sono fondi che abbiamo ottenuto attraverso una riallocazione delle risorse interne – spiega il ministro Maurizio Martina, ieri tra i partecipanti della Conferenza internazionale sulla nutrizione promossa dalla Fao –. Se poi a livello parlamentare si deciderà di aumentarli, ben venga, questo spetta allo sforzo delle diverse forze politiche. Tengo però a sottolineare che i poveri sono la nostra priorità, questa attenzione non è mai venuta meno». Cinque milioni dunque, che significano un segnale di continuità rispetto all’impegno del Fondo nazionale per gli indigenti. E poi un’altra buona notizia: la convocazione di un tavolo con gli enti caritativi già per lunedì, con l’obiettivo di fare il punto della situazione sugli sforzi fatti e sulle strategie per il futuro. «Il ministero è al lavoro. Abbiamo chiara l’emergenza – continua Martina – e proprio per questo con il ministro Poletti ci siamo impegnati sul fronte del Piano di aiuti alimentari. Poter contare sui fondi europei e sul 15% di partecipazione nazionale che Bruxelles ci chiede non è stato un lavoro scontato. E andare avanti col programma del ministero delle Politiche agricole significa anche puntare su un modello di cooperazione con gli enti caritativi ormai ben consolidato e con risultati importanti». Questa collaborazione, peraltro, proprio negli ultimi mesi aveva risolto l’impasse delle scorte (cui si era arrivati per la concomitanza del ritardo nello stanziamento effettivo sia dei fondi europei che di quelli nazionali): il ministero si era attivato già durante l’estate e se a ottobre si era arrivati all’aggiudicazione di forniture per 3.608 tonnellate di farina e 13.700 tonnellate di pasta, proprio in queste settimane nei magazzini degli enti caritativi si stanno accumulando 45mila tonnellate di latte, formaggi
dop, polpa di pomodoro e olio di semi acquistati grazie ai 40 milioni di euro che il governo ha stanziato subito come anticipo dei fondi Ue. Molto più che una boccata di ossigeno per rispondere alla domanda sempre crescente di aiuto che si registra da Nord a Sud, specie da parte delle famiglie con figli a carico: i dati Istat – lo ricordiamo – parlano chiaro, oltre 3 milioni di nuclei vivono l’emergenza alimentare, con un milione e mezzo di minori. «Nelle prossime ore procederemo con la gara per 8,5 milioni di euro per carne e minestrone in scatola e succhi di frutta – assicura ancora il ministro Martina –. E lunedì, durante il tavolo con il Terzo settore, faremo un punto sulle consegne e sui nuovi bandi». Una notizia accolta con sollievo dalla Fondazione Banco Alimentare e da Caritas. C’è tanto da fare, sul fronte della povertà. Ora ci sono le premesse per andare avanti condividendo appieno sforzi e obiettivi.