Attualità

La Giornata internazionale. Troppo pochi infermieri, serve un cambio di rotta

Enrico Negrotti venerdì 12 maggio 2023

Infermiera che vaccina

​​Gli infermieri sono indispensabili, eppure attualmente del tutto insufficienti alle necessità dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese. La Giornata internazionale dell’infermiere – che ricorre il 12 maggio in ricordo della nascita (nel 1820) di Florence Nightingale, considerata la fondatrice della moderna assistenza infermieristica – è l’occasione per riaccendere un faro sulla carenza di questa «figura essenziale, con elevate competenze scientifiche acquisite attraverso un qualificato percorso universitario», come ha ripetuto il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

A fare il punto sulla difficile situazione è la presidente della Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli: «Mancano 65mila infermieri in Italia e di questi almeno 20mila sono gli infermieri di famiglia e di comunità, secondo standard previsti dal Pnrr per il riordino dell'assistenza sanitaria territoriale. Ma ne mancano anche negli ospedali, nei triage, nelle Rsa e negli hospice».

Se gli infermieri iscritti agli Ordini professionali sono circa 456mila e, di questi, oltre 280mila assunti a tempo indeterminato, quelli impegnati nel Servizio sanitario nazionale sono circa 260mila. Ma non va dimenticato che nei prossimi 8-10 anni ne andranno in pensione circa 100mila. «Abbiamo bisogno che si metta mano in maniera importante – sottolinea Mangiacavalli – dal punto di vista normativo, innovativo, strutturale e organizzativo a questa nostra professione, perché altrimenti l'Italia rischia di essere un Paese senza infermieri. E un Paese senza infermieri è un Paese che non garantisce l'articolo 32 della Costituzione».

E poiché non sono stati coperti tutti i posti nei corsi di laurea in Infermieristica, che pure sono stati aumentati, significa che il problema non è il numero chiuso, ma la scarsa richiesta di una laurea che apre a «una professione poco remunerata e molto faticosa, con poche possibilità di carriera», lamenta ancora Mangiacavalli. Pertanto «bisogna lavorare sulle ragioni profonde che stanno minando l'attrattività di questa professione» puntualizza la presidente Fnopi. Le ragioni sono «di tipo organizzativo, di tipo contrattuale ed economico» e «legate alla mancata valorizzazione delle competenze dell'infermiere in un Sistema sanitario complesso, dove la risposta ai bisogni di salute del cittadino può solo essere una risposta complessa, articolata e specialistica, una risposta che affonda le radici nella disciplina infermieristica, nel nostro essere professionisti e nella nostra relazione di cura e assistenza con la persona assistita». E conclude: «Serve un percorso formativo clinico-specialistico che apra alla crescita professionale e renda più attrattiva la professione».

Da oggi e fino a domenica 14 si svolge a Bergamo e a Brescia – Capitali italiane della cultura 2023 – una tre giorni di eventi organizzati da Fnopi sotto lo slogan “Il talento degli infermieri. Arte e scienza in evoluzione”. La scelta «ha un significato particolare» ha spiegato Mangiacavalli: sia «per il valore umano e professionale che queste realtà hanno dimostrato nelle fasi di primo impatto della pandemia sul Paese», sia nell’ottica di promuovere «gli aspetti meno noti e più particolari legati al sapere scientifico, dalle sue origini alle sue prospettive future» della professione infermieristica.

All’evento inaugurale della tre giorni a Brescia, “Esserci, per Dna”, il ministro Schillaci con un videomessaggio ha ricordato «lo straordinario impegno degli infermieri nel corso della recente pandemia. Donne e uomini in prima linea nella lotta al virus giorno e notte al fianco dei pazienti, lavorando senza sosta. Ancora oggi vi dobbiamo dire grazie per la vostra abnegazione e per il vostro importantissimo impegno». E ha sottolineato che il Governo, anche per arginare la fuga all’estero degli infermieri, ha «adottato le prime misure di una riforma complessiva e tra queste voglio ricordare l'abolizione del vincolo di esclusività per gli infermieri dipendenti e gli incentivi per quanti lavorano nei servizi di emergenza, per i quali abbiamo anticipato al primo giugno l'indennità di Pronto soccorso e aumentato la retribuzione per lo straordinario».

A chiedere concretezza per gli infermieri è anche il sindacato Nursing Up perché, puntualizza il presidente Antonio De Palma, «la loro retribuzione è tra le più basse d'Europa, la loro professionalità perde ogni giorno di appeal agli occhi della collettività, sono stanchi, avviliti e depressi, avvinghiati alla gola dalla morsa della sindrome di burn out che li consuma dentro».