L'inchiesta. Troppe sale slot sono aperte ai minori «Così i divieti vengono aggirati»
Una sala slot
L'ultimo minore lo hanno scoperto i carabinieri lo scorso 19 ottobre in un bar di Sorisole, in provincia di Bergamo, mentre stava “giocando” con le slot. Per il titolare del bar è scattata una sanzione di 6.700 euro. Perché, lo ripetiamo ancora, qualunque tipo di azzardo, fisico e online, è vietato ai minori di 18 anni. Il titolare dell'esercizio che consente la loro partecipazione è punito con la sanzione da 5mila a 20mila euro e con la chiusura da 10 a 30 giorni. In caso di tre violazioni in un triennio è disposta la revoca di qualunque autorizzazione o concessione.
Il titolare dell'esercizio commerciale è tenuto ad identificare i minori attraverso l'esibizione di un documento di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età sia manifesta. Sanzioni inasprite nel 2011, ma evidentemente con poca deterrenza. Infatti non sono pochi i casi scoperti come a Sorisole. Al Nord, al Centro e al Sud. Non c'è alcuna distinzione.
Quest'anno, fino ad ora, sono state 46 le sale slot, Vlt, scommesse, o bar, ad essere sanzionate. In gran parte perché è stato trovato un minore, ma ci sono casi anche di presenze più numerose. Due minori in una sala Vlt a Casalpusterlengo (Lodi) e altrettanti in due sale scommesse a Ercolano (Napoli). Tre minori in una sala “giochi” a Copparo (Ferrara). Addirittura 10 trovati dalla Guardia di finanza in una sala scommesse a Napoli. Ci sono i recidivi, come in una sala di Terni dove quattro minori sono stati trovati ad agosto 2022, due il 28 aprile di quest'anno e uno dopo appena una settimana.
Troppo facile entrare in queste sale anche perché molte, come accertato dalle forze dell'ordine, non effettuavano i controlli né esponevano i cartelli coi divieti e le avvertenze per i minori. Lo confermano i dati degli ultimi anni, come emerge dal Libro blu dell'Agenzia del demanio e dei monopoli. Nel 2016 gli esercizi sanzionati sono stati 57, 46 nel 2017, risaliti a 54 nel 2018, poi 48 nel 2019. Con la pandemia le sale sono state chiuse a lungo e, infatti, quelle sanzionate sono scese a 26 nel 2020 e 23 nel 2021. Per poi risalire quest'anno. Si tratta di luoghi dove l'azzardo è legale ma dove vengono violate le norme sui minori e spesso anche altre.
Quali “trucchi” usano i minori per superare i divieti? Per quanto riguarda l'azzardo fisico è di entrare in gruppo, minorenni e amici maggiorenni. Per mimetizzarsi ma anche perché ormai «le scommesse sono parte delle attività legate al calcio, al tifo per le proprie squadre. Un tempo lo si faceva davanti alla schedina del Totocalcio, oggi nella sala scommesse. Così il gruppo entra in sala, il gestore non controlla, non chiede a tutti i documenti. Poi a scommettere va il maggiorenne che lo fa anche per i minorenni», spiega Daniela Capitanucci, presidente di And-Azzardo e Nuove Dipendenze Aps.
C'è però anche un mercato delle tessere sanitarie, necessarie per giocare con le Vlt, le “macchinette” molto più pericolose delle slot, perché si possono spendere più soldi, e più rapidamente. Vietatissime ai minori. Eppure alcuni sono stati trovati intenti a buttare via così i propri soldi. Usando una tessera sanitaria fornita dalla stessa sala “giochi”. In un caso, a Ischia, i funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, hanno trovato in un cassetto varie tessere sanitarie a disposizione dei clienti.
La conferma che i minori hanno comunque sempre bisogno della complicità degli adulti per “giocare”. Padri compresi. Così il gestore si sente deresponsabilizzato. «Ma se entra col padre è lui il responsabile», ha detto una volta il gestore di una sala slot per giustificare la presenza di un minore. E questo accade anche per l'apparentemente innocuo “Gratta e Vinci”. Può essere un genitore che lo regala al figlio. Oppure anche qui compare il gruppo misto. Gli amici raccolgono i soldi, quello maggiorenne va a comprare i biglietti, e poi li distribuisce in base a quanto ciascuno ha versato. Quindi tutti insieme si “gratta”, quasi un rito collettivo.
Non lo è, invece, l'azzardo online che, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, è il preferito dai minori. Anche per questo sarebbe necessario dimostrare la maggiore età, ma non è difficile falsificarla, sempre grazie agli adulti, con casi clamorosi. Tra i conti gioco, necessari per scommettere, ne sono stati trovati almeno cinque di persone con più di 100 anni, evidentemente coinvolti da qualche nipote “giocatore”, che poi usava l'identità del nonnino.
«I minori in cura sono ancora pochi ma in crescita. Cerchiamo però di non dare numeri - avverte Maurizio Avanzi, responsabile della cura del disturbo da gioco d’azzardo per l'Ausl di Piacenza -. Ci sono genitori che cominciano a portarci i figli. Ma dire che il numero dei minori che “giocano” è grande, normalizza la cosa e peggiora la possibilità di prevenire. C'è il rischio che si dica “quando tanti minorenni giocano allora lo faccio anche io”. Invece di dire che è frequente che i minori giochino, dobbiamo dire che è frequente ammalarsi».