Il report. Le violenze di genere coinvolgono 3 adolescenti su 10
Una maggiore attenzione ai minori e ai pericoli che li coinvolgono nella loro vita di relazione, online ma non solo, è l’esito maturato dopo il report “I giovani e la violenza di genere”, realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale e presentato oggi a Roma. Il cui direttore, il prefetto Raffaele Grassi, ha annunciato la costituzione di un tavolo permanente di confronto tra la Consulta delle ragazze e dei ragazzi e le forze di polizia. La novità è stata salutata con favore dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti.
Il report sui giovani e la violenza di genere ha cercato di far emergere il punto di vista dei ragazzi stessi, aggiungendo i numeri della Banca dati delle forze di polizia. Dal report è emerso che più di tre giovani su dieci hanno subito molestie tramite social, messaggi o telefonate. E il 33% ha raccontato di atteggiamenti possessivi da parte del proprio partner. Lo studio è stato realizzato attraverso un questionario, in forma anonima, predisposto con il supporto dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, che ha visto la partecipazione di 320 studenti delle quinte classi di alcuni Istituti superiori e, online, di oltre 30mila ragazzi di età compresa tra i 14 ai 18 anni che hanno risposto tramite la piattaforma #iopartecipo.
Il timore di essere vittima di violenza di genere risulta più elevato tra le studentesse (57%) che tra gli studenti (10%) e anche nei risultati restituiti dalla consultazione online si evidenzia una percentuale più elevata tra le ragazze (35%) che tra ragazzi (11%). Il più delle volte chi ha subito qualche forma di violenza si è confidata con amici o parenti. Oltre tre giovani su 10 (il 33%) affermano di subire atteggiamenti possessivi dal partner. Tra questi, il 66% delle ragazze sostiene di avere pressioni affinché non indossi determinati capi di abbigliamento mentre il 21% dei ragazzi sostiene che la propria partner non gli consente di frequentare altre persone. Un giovane su 5 si è trovato a confrontarsi in una “relazione tossica” e dice di aver subito il controllo del proprio smartphone. Circa la metà degli intervistati ha dichiarato di disapprovare l’eventuale controllo del proprio telefono da parte del partner, mentre il 34% si è detto indifferente. Il 2%, invece, si dice lusingato di ciò e se ne vanterebbe con gli amici.
Guardando ai dati delle forze di polizia relativi al 2023 emerge che nel 76% dei casi le vittime di violenze sessuali sono donne under34. La fascia d’età 14-17 anni passa dal 24% del 2020 al 27% mentre quella tra i 25 e i 34 anni scende dal 29% del 2020 al 26%. Gli autori delle violenze hanno tra i 25 e i 34 anni in oltre la metà dei casi. Negli stupri di gruppo le più giovani costituiscono il 73% del totale e il 38% delle vittime di “revenge porn”.
Raddoppiate le chiamate al numero di emergenza 1522 (+ 116%) nell’ultimo trimestre dell’anno. «Ciò è probabilmente riconducibile – riferisce il report – al particolare risalto che i mass-media hanno rivolto al tema della violenza di genere, anche per il clamore suscitato da alcuni episodi gravissimi, tra i quali l’omicidio di Giulia Cecchettin». Dal lavoro svolto è emersa l’opportunità di rendere stabile la collaborazione. Il prefetto Raffaele Grassi, «considerata la portata innovativa della ricerca», ha annunciato che «il tavolo di confronto con i membri della Consulta delle ragazze e dei ragazzi, che ha costituito la base dello studio presentato, proseguirà in maniera permanente per gli appuntamenti sui temi sociali che gli stessi ragazzi indicheranno. A esso potranno aderire anche altre istituzioni che prevedono la partecipazione dei minorenni nelle scelte che li riguardano». «È importante che la Direzione centrale della Polizia criminale – ha commentato Carla Garlatti – abbia deciso di istituire un tavolo di confronto permanente con i minorenni su una serie di temi che li riguardano direttamente. Questo è il frutto di un lavoro condiviso che ha visto i ragazzi della Consulta dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, protagonisti in prima persona e capaci di dare un contributo significativo sia in termini di preparazione del questionario che della sua lettura: a dimostrazione che l’ascolto dei ragazzi paga».