Casal Palocco. Interrogato lo youtuber Di Pietro. Gli amici: chiedevamo di rallentare
Le due auto coinvolte nell'incidente
È durato un'ora e mezza l'interrogatorio di garanzia di Matteo Di Pietro, il 20enne accusato di omicidio stradale per lo schianto in cui è morto Manuel, il bimbo di cinque anni, a Casal Palocco (Roma). Il ragazzo ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari. «È distrutto, come la famiglia del bambino. Questa è una tragedia per tutti. Il mio assistito è distrutto così come la famiglia di Manuel: sono due famiglie distrutte. In questa questa attendiamo l'esito delle consulenze tecniche disposte dalla Procura sui dispositivi sequestrati e sulla velocità del Suv».
È quanto ha affermato l'avvocata Antonella Benveduti. Uno degli youtuber che erano a bordo del Suv, ha detto al magistrato che lui e un altro amico avevano chiesto a Di Pietro «di andare più piano» già il giorno precedente e poco prima dell'incidente. È quanto emerge da una testimonianza contenuta nell'ordinanza con cui il gip di Roma Angela Gerardi nei giorni scorsi ha disposto gli arresti domiciliari per il giovane indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni che era alla guida del suv Lamborghini coinvolto nell'incidente in cui ha perso la vita il piccolo Manuel.
«Ero seduto sul sedile centrale posteriore, non guardavo la strada perché aveva in mano la telecamera e mi stavo riprendendo, mentre rivolgevo domande a chi era con me del tipo: "A chi piace questa macchina? Ci sei mai salita?". E una volta finita di registrare la scena, rivolto a Matteo gli ho chiesto di andare piano», ha raccontato agli inquirenti uno dei ragazzi che viaggiava a bordo del Suv.
«Ho avuto la percezione che stesse andando veloce; ne avevo avuto la certezza una volta vista la Smart. Anche un altro di noi si era raccomandato con Matteo di andare piano sia pochi minuti prima dell'incidente, sia nei giorni precedenti. Al momento dell'incidente - ha sostanzialmente riferito - stavo registrando con la telecamera piccola, mentre un altro amico stava utilizzando quella più grande. Matteo sapeva di essere ripreso all'interno dell'auto, ma non interagiva con la telecamera».