Attualità

Tornano gli incentivi per l’auto. Ora riforma Pa

Nicola Pini martedì 29 aprile 2014
«Sulle riforme ci siamo, gli 80 euro ok, l’Irap va giù, pron­ti i soldi sulle scuole. Mer­coledì la P.A. con un pensiero affet­tuoso agli amici gufi». Alle sette della sera Matteo Renzi dispensa ottimismo via Twitter e annuncia l’arrivo della riforma della pubblica amministra­zione. Pochi minuti dopo però lo stes­so premier precisa che nel Consiglio dei ministri di domani (ufficialmente non ancora convocato) «si ragiona sul­la riforma». Non si tratterebbe anco­ra, quindi, del varo definito del pac­chetto di interventi che lo stesso Ren­zi nei mesi scorsi aveva promesso per aprile e che dovrebbe contenere tra l’altro una sforbiciata sulla parte va­riabile della retribuzione dei dirigenti e l’avvio della «staffetta generaziona­le », con il prepensionamento dei la­voratori anziani. Per l’ok alle misure (forse un decreto e un ddl) serve an­cora tempo, tanto più che il ministro Padoan è all’estero e i sindacati, tenu­ti quasi all’oscuro della riforma, alza­no la voce e chiedono un confronto vero prima del varo. «L’idea che ab­biamo è quella di rovesciare l’approc­cio  con il quale finora si è affrontato il nodo della P.A.», ragiona il premier con i suoi. Ma sul merito dei provvedi­menti le bocche sono cucite.  Intanto il governo rimette in moto la macchina degli incentivi alle auto e­cologiche, con sgravi fino a 5.000 eu­ro. In attuazione del decreto sviluppo del 2012, il ministero dello Sviluppo E­conomico ha stanziato nei giorni scor­si 31 milioni di euro, ai quali si ag­giunge una somma analoga non uti­lizzata nel 2013, per incentivare l’ac­quisto di veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 120 g/km e che utiliz­zano «in modalità esclusiva o doppia, combustibili alternativi: idrogeno, me­tano, Gpl, energia elettrica». Nel 2014 il contributo è pari al 20% del costo complessivo del veicolo, con un tetto tra i 2.000 e i 5.000 euro: meno il vei­colo inquina, maggiore è lo sconto. In­centivi dei quali potrebbe beneficiare anche l’azienda di famiglia del mini­stro Federica Guidi: la Ducati Energia produce infatti, tra l’altro, anche vei­coli elettrici. Alla riforma del pubblico impiego sta lavorando invece il ministro Marian­na Madia. L’obiettivo è premiare il me­rito, superare gli automatismi e dare più efficienza agli uffici, attraverso un massiccio ricorso alla mobilità tra en­ti e territori. Nel mirino soprattutto i di­rigenti che, dopo l’introduzione del tetto massimo a 240mila euro lordi an­nui, dovrebbero avere solo incarichi a termine e ricevere parte dello stipen­dio in base ai risultati. Quanto agli e­suberi ci saranno (il commissario Cot­tarelli ne ha stimato 85mila in tre an­ni) ma senza lasciare nessuno per stra­da. L’idea sarebbe quella di accelera­re i pensionamenti sostituendo (in parte) le uscite con l’ingresso di giovani e precari.  Altro fronte decisivo per la politica e­conomica è quello europeo. Ieri il mi­nistro Pier Carlo Padona era a Parigi dove ha incontrato i colleghi di Fran­cia, Germania, Spagna e Gb antici­pando, in vista del semestre italiano di presidenza Ue, che Roma punta a rafforzare la lotta all’evasione fiscale anche a livello Ue. Italia e Francia spin­gono poi su una tassazione a livello co­munitario delle transazioni finanziarie. Il ministro, che oggi sarà a Londra, ha replicato indirettamente alle voci su u­na manovra aggiuntiva: «È prematuro parlare di problemi – ha detto – posso dire che se ci saranno problemi ci sa­ranno anche le soluzioni».