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TORINO. Torna a casa Idil, la bimba nata da madre in coma

mercoledì 16 marzo 2011
Sta bene e resterà in Italia almeno fino all'età di sei-sette anni la piccola Idil, la bambina somala nata lo scorso 28 settembre all'ospedale Sant'Anna di Torino da una donna in coma irreversibile a causa di un tumore.  Issa, il padre, tornerà invece in Somalia dove gestisce un negozio e verrà a trovarla periodicamente. La bambina, infatti, sarà data in adozione agli zii che lavorano a Torino: oltre ai cinque fratelli naturali ne avrà altri tre acquisiti, i cugini.Idil è stata dimessa oggi dall'ospedale Sant'Anna dove è rimasta in tutti questi mesi per essere assistita e curata. La mamma, che aveva lo stesso suo nome, è morta poche ore dopo averla data alla luce. Era giunta a Torino a luglio 2010, proveniente dalla Somalia. Era stata operata al Cto per un tumore maligno al cervello, era stata trasferita a inizio settembre nella rianimazione del Sant'Anna in coma irreversibile e tre settimane più, senza mai uscire dal coma, aveva dato alla luce la sua bambina. «Provo una grandissima felicità», ha detto il papà di Idil, all'uscita dal reparto di terapia intensiva neonatale della clinica universitaria dell'ospedale, con in braccio la sua piccola prima di portarla per la prima volta fuori dall'ospedale. «Oggi - ha aggiunto - per me è un giorno diverso. Ringrazio il Signore: non me l'aspettavo che Idil potesse farcela, era quasi un sogno. Ora in lei vivrà, e non solo con il nome, anche la mamma».Issa ha spiegato che Idil non può tornare in Somalia perchè «ha bisogno di assistenza sanitaria che non potrebbe avere là. Quindi per ora resterà in Italia. Quando sarà autonoma e potrà andare avanti come tutti gli altri bambini - ha aggiunto - allora potrà tornare in Somalia. Mio fratello ha una bella famiglia e fino a oggi è stato anche l'unico ad aiutarmi economicamente per lei. So che i medici continueranno a starle accanto: oggi viene dimessa, ma non verrà abbandonata».Idil ora pesa tre chili e 200 grammi. «È solo un poco più piccola di una bambina della sua età - spiega Enrico Bertino, primario del reparto di neonatologia universitaria dell'ospedale - ma recupererà col passare del tempo. L'abbiamo alimentata principalmente con latte di donne che lo hanno donato, dopo averlo pastorizzato. Possiamo confidare che in futuro sarà una bambina, una giovane e un'adulta normale».Ad accompagnarla nel suo percorso sarà l'associazione "Piccoli passi", presieduta da Claudio Fabris, che quando la piccola nacque era primario del reparto: «Ora - spiega Fabris - Idil entrerà in una fase molto delicata, con percorsi prefissati almeno fino ai due anni e poi più diradati fino a 6-7 anni. Un caso come questo - conclude - è comunque unico nel suo genere ed è stato possibile grazie al grande lavoro fatto dall'equipe del nostro ospedale».