Torino. «Non siamo di serie B»: i bimbi delle paritarie protestano contro i tagli
“Non siamo di serie B. Siamo tutti uguali”. I bambini delle scuole paritarie Fism (Federazione italiana scuola materna) di Torino lo hanno detto in ogni modo, con i disegni, con le canzoni e persino con dei girotondi all'interno degli asili. Eppure, la Giunta Appendino va avanti, dritta per la sua strada. I tagli decisi nel bilancio Comunale nella scorsa primavera restano del tutto confermati e neppure le circa duemila firme raccolte dai genitori in questi mesi per una petizione hanno convinto l'Amministrazione.
Oggi centinaia di bambini hanno partecipato al contemporaneo “flash mob” all'interno delle scuole paritarie della città. Indossavano maschere colorate e, facendo il girotondo e usando i fischietti, hanno voluto dire al Comune di non essere meno importanti dei loro coetanei. I video e le foto si sono diffusi immediatamente sui social network. Intanto, nel palazzo comunale, una delegazione di genitori ha presentato la petizione davanti alle Commissioni consiliari Bilancio e Educazione. All'incontro ha partecipato l'assessore al Bilancio Sergio Rolando, mentre l'assessora all'Istruzione Federica Patti era impegnata a Roma per un
incontro istituzionale dell'Osservatorio permanente per l'inclusione scolastica.
I genitori hanno richiesto di ripristinare integralmente i fondi comunali di tre milioni di euro (ridotti a due milioni e mezzo dopo la sforbiciata del Bilancio) e le agevolazioni per la Tari, con assegnazione a parte dei fondi per handicap pari a 14mila euro a bambino, nonché il rispetto del pagamento della rateizzazione concordata con il Comune per i contributi relativi all'anno 2016". I genitori tornano a parlare di taglio ideologico: “Il sistema scolastico - spiega uno dei genitori, Paolo Audisio - ha tre gambe: le scuole statali, quelle paritarie comunali e quelle paritarie convenzionate. In questo modo, si azzoppa ulteriormente la gamba che era già più corta, colpendo oltre cinquemila bambini. Non dovrebbero esserci bambini di serie a o di serie b, eppure di fatto stiamo subendo una vera e propria discriminazione. Sono bambini, ma sono innanzitutto cittadini di Torino e hanno gli stessi diritti degli altri." In questi pochi mesi, dopo i tagli già due scuole sono diventate paritarie private, rinunciando alla convenzione con il Comune.
E 550 posti di lavoro sono a rischio. "Questo significa - continua Audisio - che a Torino avviene e ci viene imposta una sostanziale negazione della libertà di scelta educativa. Una qualunque famiglia non riesce ovviamente a permettersi rette molto alte. La convenzione consente di avere costi calmierati e accessibili e non tutte le nostre famiglie sono ricche".
Quello dei tagli, non è poi l'unico problema. Per quel che riguarda i contributi già stabiliti per il 2016, sono state erogate sette rate su dieci, mentre i fondi del 2017 sono fermi. L'assessore Rolando nell'incontro di ieri ha comunque confermato di mantenere i tagli alle convenzioni, al fine di far quadrare il bilancio ed evitare il pre-dissesto della città. Si è soltanto impegnato ad erogare le rate mancanti del 2016 entro la fine dell'anno, con i nuovi afflussi di cassa del Comune. "Non hanno intenzione di aiutarci - commenta con amarezza una mamma, Francesca Giordano - e le decisioni sono state ormai prese. Come genitore mi sento presa in giro per l'assenza rumorosa dell'assessora all'Istruzione: l'incontro era previsto da tempo. Ci siamo sentiti dire che era necessaria la sua presenza per approfondire la questione. E allora, perché non anticipare o posticipare l'incontro? Noi abbiamo bisogno di risposte concrete da parte di chi può decidere. Sono rimasta molto delusa".