Attualità

Intervista a Carlotta Sama, Unhcr. «I ragazzi di Tor Sapienza capro espiatorio»

Pino Ciociola martedì 18 novembre 2014
Sta andando da sola e già da qualche giorno a Tor Sapienza. Incontra le persone, le associazioni, cerca di capire questo quartiere definito “pattumiera” dai suoi stessi residenti. Carlotta Sama, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è preoccupata: “E’ stato chiaro che i ragazzi del centro di accoglienza sono diventati il capro espiatorio di un disagio che va incontrato, interpretato e al quale bisogna dare delle soluzioni”.
Intanto la situazione in viale Giorgio Morandi resta amarissima, la violenza come sempre si è mostrata sterile e “al centro c’è grande paura. Un ragazzo addirittura ha avuto un infarto. Eppure questi ragazzi sono rifugiati, hanno diritto ad essere protetti”. A proposito, nella capitale i rifugiati sono circa duemilaquattrocento, “in una città di oltre tre milioni di persone”, sottolinea la Sami: “È urgente che il Comune e tutte le forze in campo intervengano e diano una linea strategica chiara a ciò che significa garantire il diritto all’accoglienza”.