Filippine. Il tifone Yagi colpisce il Sud Est asiatico: morti, frane e alluvioni
Un uomo che lascia il suo villaggio in seguito alle inondazioni nelle Filippine
Un ponte di corde su un fiume fangoso e rabbioso. Un uomo traballante in ciabatte riesce a raggiungere l’altra riva. Potrebbe sembrare una scena da Indiana Jones e invece è la fuga degli abitanti di un villaggio dalla furia della tempesta. Siamo nelle Filippine, a circa 50 chilometri dalla capitale, Manila.
Dal 30 agosto il tifone Yagi si è scagliato contro l’arcipelago del Sud-Est asiatico. I morti accertati sono almeno 13, gli sfollati si contano a migliaia, anche nelle zone più interne. Scuole e uffici pubblici sono stati chiusi a Manila e nelle province limitrofe per facilitare le operazioni di salvataggio e messa in sicurezza. I danni principali sono causati dalle alluvioni e le frane generate dalle piogge. I venti di Yagi hanno raggiunto la velocità di 75 km all'ora e la tempesta sembra muoversi verso la zona Nord-Ovest del Mar Cinese Meridionale. Nella città di Hong Kong, infatti, si sta monitorando l’avanzata del tifone, valutando di emettere un’allerta per la popolazione.
Arcipelaghi e isole come le Filippine, Taiwan e il Giappone sono tra le più colpite da questo genere di tempeste che generalmente si sviluppano tra luglio e dicembre.
Tuttavia, anche le coste di Cina, Vietnam e della penisola coreana sono esposte a venti pericolosi e mareggiate pericolose. Le immagini satellitari permettono di visualizzare le dimensioni e la coesione della tempesta e, di conseguenza, la forza d’impatto. All’aumentare dell’intensità si forma un occhio nel centro del ciclone. Se l’occhio raggiunge una forma simmetrica, allora significa che non si sta imbattendo in nulla che lo indebolisce.