Elezioni. Il centrosinistra vince per 2-0 le regionali dell'astensionismo
Michele De Pascale e Stefania Proietti
Una vittoria emozionante e commovente», per un Pd che si profila «perno dell’alternativa a queste destre». Nella sera che scende, l’esito della doppia tornata elettorale regionale nel centrosinistra ha il volto festante della segretaria dem Elly Schlein, che abbraccia i vincitori, Michele de Pascale in Emilia Romagna e Stefania Proietti in Umbria, ed esalta il risultato del Pd. Di converso, l’amarezza del centrodestra trova sintesi nell’aplomb compassato della premier Giorgia Meloni, che dal G20 di Rio incassa la sconfitta con fair play, complimentandosi cavallerescamente con chi governerà le due Regioni: «Desidero rivolgere i miei auguri di buon lavoro ai nuovi presidenti di Umbria ed Emilia-Romagna - scrive la leader di Fratelli d’Italia sul social X -. Al di là delle differenze politiche, auspico una collaborazione costruttiva per affrontare le sfide comuni e lavorare per il benessere e il futuro delle nostre comunità». E non manca un suo ringraziamento alle due candidate del centrodestra sconfitte, Donatella Tesei ed Elena Ugolini «per l’impegno, la dedizione e la passione dimostrati in questa competizione elettorale».
Nel resto del centrodestra nazionale, colpisce l’imbarazzato silenzio della Lega, che per ore evita di commentare i risultati per poi lasciare la parola a un asciutto Matteo Salvini, vicepremier e segretario: «Gli elettori hanno sempre ragione». Fa da contraltare c’è la magra consolazione del vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, lieto che Fi abbia «raddoppiato i consensi in entrambe le regioni». Pragmatica è l’analisi di Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati: «I dati politici principali sono la vittoria del Centrosinistra e il preoccupante e continuo calo della partecipazione al voto - ragiona Lupi -. I cittadini hanno sempre ragione e se, dopo averci fatto vincere in Liguria, ora hanno premiato il centrosinistra ci sarà un motivo, che andrà analizzato con lucidità e senza drammi». In ogni caso, a suo parere, «questo voto non avrà ripercussioni sul governo e sulla maggioranza, ma sarà uno stimolo a riprendere con vigore e compattezza la via delle riforme e della modernizzazione del Paese».
Sul versante del centrosinistra, il leader pentastellato Giuseppe Conte non gongola per le proprie percentuali, ma per il fatto che agli avversari non siano «bastati i ministri di governo e le promesse last minute». Nei fatti, dopo la sconfitta in Liguria, con la doppia affermazione il centrosinistra porta sul 2 a 1 il risultato della partita elettorale d’autunno. E se la sfida in Emilia Romagna era ampiamente alla portata, la vittoria in Umbria vale quasi di più perché incerta fino all’ultimo (con lo 'spauracchio del battitore libero Stefano Bandecchi ad agitare le acque). Per Schlein, il successo è double face: all’esterno, ridimensiona gli avversari e convince gli alleati che l’unione fa la forza; all’interno, seda i malumori fra i riformisti dem, ancora irritati per la gestione della partita ligure.
Il capitolo delle alleanze, tuttavia, potrebbe farsi spinoso, visto che il voto in Emilia e Umbria conferma una tendenza già emersa in Liguria, mostrando come il Pd, nella sua crescita, rischi di “cannibalizzare” le altre forze di coalizione, che non fanno faville (e pure le liste centriste si barcamenano). Ciò detto, però, l’unica certezza è che l'alleanza (l’espressione “campo largo” è meno in auge) porta risultati. E a sottolinearlo è uno che di competizioni elettorali se ne intende: «Il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde - chiosa il leader di Iv, Matteo Renzi -.Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi».