Attualità

Torino. La Bibbia, i sogni, la fuga all'estero: in fila coi ragazzi al test di Medicina

Thomas Usan martedì 28 maggio 2024

I candidati all'ingresso del Lingotto di Torino per sostenere il test di Medicina

Don Abbondio, la Bibbia e Pasteur. Sono solo alcuni degli argomenti che oltre 62mila studenti in tutta Italia hanno trovato sul proprio foglio per entrare nelle facoltà di Medicina nella prima data del test di oggi. In 100 minuti i candidati hanno dovuto rispondere a 60 quesiti di matematica, fisica, chimica, ragionamento, comprensione del testo e biologia. Per la prima volta il ministero dell’Università ha reso pubblico da inizio maggio il database (composto da 3.500 domande) dal quale sono stati pescati gli interrogativi, per permettere agli studenti di esercitarsi. Questo nuovo formato è stato accolto con favore da alcuni. «Il database mi ha aiutata: ho ritrovato dei quesiti sui cui mi ero esercitata e mi ricordavo le risposte corrette» spiega Beatrice De Bernandin dopo aver appena terminato il test a Torino.

Ma questa nuova modalità ha fatto storcere il naso a chi l’esame d’ingresso lo ha già fatto, come Demetrio Giordano, studente di medicina al secondo anno all’Università di Ferrara: «Credo che il test sia cambiato in peggio. Nel mio anno nel quiz erano presenti più domande di materie scientifiche, che poi caratterizzano il percorso universitario, rispetto a quelle di ragionamento. Inoltre con il database i punteggi saranno più alti. Verrà premiato chi ha una buona memoria rispetto a chi ha studiato di più». E parlando con i ragazzi dopo l’esame, generalmente quasi tutti hanno ritrovato quesiti sul quale si erano esercitati. «Fortunatamente mi ricordavo le risposte, è stato un bel vantaggio», racconta Gabriele Verderone, il quale però è consapevole che in Italia quasi sicuramente non lavorerà mai: «Spero di andarmene all’estero, magari in Europa per la specializzazione. Non è una questione di soldi, ma di prospettive lavorative».

C’è anche chi vuole rimanere in Italia, come Lorenzo Varese: «Al momento è un 50 e 50 – dice –. Non ho ancora deciso». E sui turni massacranti dei medici italiani? «Oggi eravamo oltre 2mila solo a Torino, credo che in futuro ci saranno abbastanza dottori». E su questo tema si era già espressa la ministra Anna Maria Bernini: «Stiamo lavorando a una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all'eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze» ha detto. Inoltre, tra le proposte sul tavolo della commissione Istruzione, ci sarebbe anche quella di concedere un primo semestre ad accesso libero, per permettere di entrare al secondo solo a coloro che avranno superato alcuni esami propedeutici. Non è comunque esclusa la possibilità di un quiz nazionale dopo il primo anno.

Poi c’è anche chi non è d’accordo con questa scelta, come Giulia Viara, la quale dopo il test ci confessa di aver avuto qualche problemino con il quesito sugli isomeri: «Togliere l’esame d’ingresso non sarebbe una buona idea, perché la selezione verrebbe spostata solo più tardi, facendo perdere un anno a chi non ce la fa». E anche la ragazza torinese non si sente «preoccupata» per le condizioni di lavoro in Italia perché è conscia di avere la possibilità «di andare all’estero». Ma fuori da Lingotto Fiere, sede del test nel capoluogo piemontese, non ci sono solamente i ragazzi: «Sto aspettando mia figlia, non era per niente agitata – racconta Silvia Tedeschi –. Sono contenta che abbia scelto questa strada, già io lavoro in Pronto soccorso e posso confermare che ci servono i medici negli ospedali. Credo che gli studenti dovrebbero avere maggiore possibilità di entrare nei reparti negli anni dell’università. Questo può essere un modo anche per aiutarli a scegliere la propria specializzazione. Personalmente spero che venga tolto il numero chiuso: la selezione già avviene durante gli anni di corso». Quella di ieri non è stata l’unica sessione disponibile: il prossimo 30 luglio ci sarà la possibilità per altri candidati di tentare il test. Chiaramente le 60 domande saranno differenti da quelle di ieri e verranno estratte nuovamente dal database del ministero.